COSA È LA FARINA GRILLO
È arrivato il via libera dall’Unione europea che ha autorizzato l’immissione sul mercato come nuovo alimento sotto forma di polvere parzialmente sgrassata. Parliamo della specie Acheta domesticus, dell’ordine degli ortotteri – lo stesso delle cavallette – che rappresenta uno degli insetti commestibili più apprezzati in tutto il mondo.
Visto che capiterà a tutti di prendere parte a una conversazione a riguardo, ecco le informazioni principali da conoscere per formarsi (e motivare) un’opinione.
Partiamo dall’inizio: con l’inizio del 2023 l’Acheta domesticus (ovvero il grillo domestico) diventa il terzo insetto che i cittadini europei potrebbero trovare come ingrediente in prodotti di consumo quotidiano, dal pane in giù.
COSA È LA FARINA DI GRILLO
La farina di grillo è nuovo alimento costituito dalla polvere parzialmente sgrassata ottenuta dal grillo domestico intero mediante una serie di fasi, che indica un periodo di digiuno di 24 ore degli insetti per consentire lo svuotamento intestinale, l’uccisione degli insetti mediante congelamento, il lavaggio, il trattamento termico, l’essiccazione, l’estrazione dell’olio (estrusione meccanica) e la macinazione. Un trattamento complesso che fa rientrare la farina di grilli nella categoria dei cibi “ultraprocessati”.
La commercializzazione di insetti commestibili è resa possibile in Europa dal regolamento europeo sui novel food, risalente al 2018.
Già nel mese di luglio dello scorso anno, era stata ammessa la larva gialla della farina (Tenebrio molitor), mentre a novembre veniva autorizzato il consumo alimentare della locusta migratoria. Ora è arrivato l’ok anche per la farina di grillo, che l’Efsa, nel marzo 2022, ha dichiarato sicura per il consumo umano. È da vedere però se avrà una reale diffusione, dato che dai sondaggi pare che questo ingrediente non sia accolto troppo bene dagli italiani.
PER COSA LA FARINA DI GRILLO PUÒ ESSERE USATA
Il web già impazza di ricette da provare. La farina di grillo è senza glutine e adatta per una grande varietà di alimenti. Questa viene infatti già usata per pane, pasta, focacce. Ma anche dolci e snack di vario genere – disponibili al supermercato o da fare in casa.
Questo tipo di farina potrà essere usata in una varietà di alimenti, tra cui pane, pasta, biscotti, minestre, prodotti a base di legumi, cereali e verdura, snack.
Il nuovo regolamento UE parla chiaro: la farina di grilli può essere utilizzata nella produzione di numerosi alimenti di consumo comune come il pane, i crackers, i biscotti, i dolci al cioccolato, le salse, la frutta a guscio e i semi oleosi, le bevande simili alla birra.
È stato pubblicato un elenco apposito, nel quale figurano anche preparazioni di carne, snack a base di farina di mais, prodotti a base di pasta (secchi) e prodotti a base di pasta ripiena (secca), minestre e minestre concentrate o in polvere. Da sottolineare che si tratta, in tutti i casi, di percentuali minime: considerando 100 grammi, siamo tra gli 0,25 grammi e i 4 grammi al massimo. Ma ciò vale, sostanzialmente, per tutti i prodotti con farina di insetti autorizzati nel mondo occidentale.
Ma attenzione: la farina di grilli non è sempre un sostituto diretto della farina per tutti gli usi.
I VALORI NUTRIZIONALI DELLA FARINA DI GRILLI
Il contenuto proteico supera circa il 70% ogni 100 grammi. I grassi totali sono inferiori al 12%. La componente di fibre si aggira invece attorno al 9% e la chitina, cioè il componente principale dell’esoscheletro degli insetti, è tra il 5% e il 9%.
Laddove dovesse essere utilizzata, andrà ben segnalata tra gli ingredienti sull’etichetta del prodotto, e dovrà essere segnalata come possibile allergene.
La farina di grillo fa bene alla salute? Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), gli insetti rappresentano una potenziale fonte di proteine, oltre che di acidi grassi e sali minerali. I dati nutrizionali riportano infatti che questa polvere conterrebbe il 60-70% di proteine. Non solo: quelle del grillo sono considerate “proteine completa” perché contengono tutti e nove gli amminoacidi essenziali. Questi aminoacidi – leucina, isoleucina, valina, metionina, triptofano, treonina, lisina, istidina e fenilalanina – sono considerati “essenziali” perché devono assumerli attraverso l’alimentazione, e non vengono prodotti dall’organismo.
Conosciamo però gli effetti delle proteine animali nell’alimentazione umana, il cui eccesso già sappiamo essere dannoso per la salute. Per le proteine provenienti da insetti, non è ancora totalmente noto l’effetto sulla salute, se non il rischio di allergia. La farina di grillo, oltre a contenere pochissimi grassi sembra essere ricchissima di calcio, ferro e vitamina B12. Ha all’incirca le stesse calorie di tutte le altre farine: 379 calorie per 100 grammi.
LA FARINA DI GRILLO È SOSTENIBILE
I sostenitori della farina di grillo “puntano tutto” sull’eco-sostenibilità di questo alimento.
- Non è infatti una novità che il pianeta Terra stia esaurendo le proprie risorse naturali a causa dell’eccesso sfruttamento da parte dell’uomo. Le previsioni di marketing indicano allora che, entro il 2054, le fonti alternative supereranno il 33% della produzione globale proteica e, in questo contesto, la farina di grilli giocherà un ruolo fondamentale.
- Inoltre, la velocità di crescita dei grilli è assai superiore a quella dei grossi mammiferi; facendo di questa farina una soluzione a problemi come quello dell’allevamento intensivo, dello sfruttamento delle risorse terriere e del disboscamento a scopo agricolo.
- Tuttavia, esiste però il rischio che la crescita degli insetti possa sfuggire al controllo degli allevatori, stravolgendo l’ambiente con incalcolabili quantità di grilli, con conseguenze difficili da prevedere ma che, se pensiamo ai danni provocati dalle cavallette in Australia, alimentano prospettive infauste.
- L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) cita “l’enorme potenziale” che gli insetti hanno per avere un impatto positivo sui problemi di sicurezza alimentare
- Non solo gli insetti abitano naturalmente un’ampia varietà di habitat in tutto il mondo, a differenza di molti tipi di bestiame che hanno requisiti geografici specifici, ma producono meno gas serra, richiedono un inferiore uso delle risorse e sono molto efficienti nell’elaborare ciò che mangiano rispetto ad altri animali. Per questo c’è chi definisce gli alimenti prodotti con insetti commestibili come il cibo del futuro.
- Tuttavia, sempre secondo la FAO, un cibo sostenibile deve essere anche culturalmente accettabile e, se è vero che gli insetti sono considerati cibo in altri continenti, lo stesso non si può dire nelle nostre culture.
IL SAPORE DELLA FARINA DI GRILLO
Sul web circolano pareri contrastanti, ma il sapore pare sia simile a quello delle noci.
Il sapore della farina di grilli è dolce, simile alla nocciola; più in generale, ricorda la frutta secca. Il vantaggio è che non ha un sapore forte o dominante, rendendola facile da utilizzare come ingrediente in molte ricette. Può essere utilizzata per preparare pane, pasta, dolci, e persino come ingrediente per la preparazione di carne e pesce
DOVE COMPRARE LA FARINA DI GRILLO IN ITALIA
Cosa è utile sapere prima di acquistare la farina di grilli?
La farina di grilli e i prodotti che la contengono possono essere liberamente venduti nell’Unione europea dal 24 gennaio 2023. La farina di grilli domestici parzialmente sgrassata e i prodotti che la contengono si possono ufficialmente vendere e comprare in tutta l’Unione Europea. L’unico soggetto autorizzato a immettere la farina di grilli sul mercato dell’UE è l’azienda vietnamita Cricket One, ma per un periodo di 5 anni. Sul futuro gravano incognite. In ogni caso, ancora non è dato sapere se Cricket One punterà anche sull’Italia o meno. Sì, ma quanto costa la farina di grillo? È tutt’altro che economica: per acquistare 200 grammi di farina di grillo servono all’incirca 15 euro.
Potranno essere venduti e comprati farina, pane, pasta, birra, cioccolato e altri alimenti prodotti con polvere di Acheta domesticus (grillo domestico). Anche nei ristoranti si potranno consumare pietanze contenenti questo nuovo ingrediente. La sua presenza, in qualsiasi percentuale, sarà sempre adeguatamente segnalata. In primo luogo perché potrebbe portare a reazioni allergiche nei soggetti già a rischio con crostacei, acari della polvere e, in alcuni casi, molluschi.
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