I FATTORI CHE DETERMINANO LA CRESCITA DELLA PIANTA
Gli elementi che determinano lo sviluppo delle piante sono: il calore, l’acqua, la luce, il nutrimento. Sono fra loro strettamente interdipendenti, nel senso che se uno di essi aumenta devono aumentare, beninteso entro determinati limiti, anche gli altri, e viceversa. Così, ad esempio, se si annaffia di più è necessario aumentare anche la luce, la temperatura ed il nutrimento.
Ma poiché ogni pianta ha un proprio equilibrio che oscilla fra un limite minimo, uno massimo e una posizione ottimale, in riferimento a ciascun fattore, ne consegue che più fattori raggiungono il livello ottimale meno influenza avranno quelli che non lo raggiungono.
Tuttavia, se qualche elemento è al di sotto del minimo, tutta l’attività vegetativa si blocca, perché la pianta non può utilizzare nessuno degli altri elementi che pure ha a disposizione. Occorre tenere presente che molte piante hanno limiti alquanto ampi e risultano tolleranti (cosiddette piante facili), mentre altre lo sono pochissimo (piante difficili).
È importante, quindi, conoscere le condizioni climatiche che le piante affrontano nel loro habitat.
A) IL CALORE
Il calore è il fattore che determina la crescita in quanto condiziona le funzioni vitali, regolandone l’intensità. In coltivazione, specialmente d’inverno, le piante sono tenute a temperature leggermente più alte che in natura, a causa delle difficoltà che si incontrano ad ottenere valori di umidità molto bassi.
I valori minimi indicati nelle schede di coltivazione sono stati determinati in modo che le specie più sensibili al freddo non subiscano danni. Per l’estate la temperatura ideale è di 25-35°C., sono tollerate punte prossime ai 40°C., ma ben sapendo che a 50°C. le cellule vegetali cominciano a morire, se all’alto calore non si accompagna un’elevata ventilazione. Il riposo, a temperatura ed umidità dell’aria basse (salvo qualche sporadica eccezione), con scarsa o nulla somministrazione di acqua, è indispensabile alla fioritura delle cactacee.
B) L’ACQUA
L’acqua è la soluzione circolante, parte integrante della materia vivente, fonte di equilibrio nella presenza di microrganismi, elemento essenziale della nutrizione vegetale in quanto permette l’assorbimento dei sali minerali; è assunta dalle piante dal suolo e in minima parte dall’aria.
Muoiono più piante per troppa acqua che per troppo poca, inoltre è più facile rimediare nel secondo caso, piuttosto che nel primo.
L’eccesso prolungato di acqua occupa gli spazi vuoti fra le particelle del suolo, causa asfissia alle radici e marcescenze al fusto.
Se s’impara ad osservare le piante queste indicano, dopo il periodo di riposo, quando è giunto il momento di annaffiarle, poiché presentano la zona apicale più verde.
Per evitare accumulo di calcio nel terreno, è buona regola annaffiare sempre con acqua piovana, magari raccolta dal tetto e conservata al buio, per evitare la crescita algale. L’annaffiatura va eseguita a fondo e di sera, durante il periodo estivo, mentre all’inizio di stagione e in autunno è preferibile compiere l’operazione di primo mattino.
C) LA LUCE
La luce è l’elemento indispensabile alla funzione clorofilliana cioè alla formazione delle sostanze organiche a partire da anidride carbonica e acqua, per effetto dell’energia luminosa. In altre parole trattasi di quel processo attraverso il quale i vegetali sono in grado di catturare ed immagazzinare l’energia solare che verrà liberata al momento opportuno al fine di attivare numerose e complesse reazioni chimiche.
Ma non tutte le succulente richiedono luce nella stessa misura, alcune specie gradiscono il pieno sole per tutta la giornata, altre il sole filtrato da stuoie o reti, a imitazione di quanto erbe e arbusti fanno in habitat, altre infine prediligono l’ombra ed una elevata umidità come si riscontra nei generi epifiti originari delle foreste. Ma anche le piante amanti del sole si possono ustionare, se non si provvede ad abituarle in modo graduale, così come accade alla nostra pelle d’estate al mare o in montagna.
D) IL NUTRIMENTO
Tutti gli esseri viventi hanno bisogno di nutrirsi. La pianta attinge dal terreno i sali minerali disciolti nell’acqua, e dall’aria l’anidride carbonica. La ventilazione è di primaria importanza per la formazione della sostanza vivente e per la regolazione della temperatura interna.
Da evitare sono invece le correnti d’aria e gli spifferi.
La concimazione si pratica ad una concentrazione della metà rispetto a quella indicata dal fabbricante, e, comunque, secondo un rapporto che non dovrebbe discostarsi molto da Azoto una parte, Fosforo due parti, Potassio quattro parti, alla diluizione dell’uno per mille.
Come per i fattori di crescita, anche per gli elementi nutritivi, se un elemento fertilizzante scarseggia, tutta la produzione vegetale ne risente, adeguandosi al fertilizzante presente in misura minore. Le piante, senza alcuna eccezione, non vanno nutrite né durante il riposo vegetativo, né dopo un trapianto.
LE MALATTIE
Le malattie possono essere dapprima causa di arresto nella crescita e, in seguito, di morte della pianta, per cui è necessario un attento controllo affinché non si sviluppino.
I più comuni parassiti animali sono le cocciniglie che si annidano lungo il fusto e fra le radici. La lotta si conduce con spruzzature e annaffiature al 2 per mille di uno dei tanti prodotti specifici che è possibile trovare in commercio (p.e. a base di diazinone). Pericoloso è anche il ragnetto rosso che si combatte con insetticidi sistemici, acaricidi e nebulizzazioni d’acqua.
Fra le malattie crittogamiche, i danni più gravi sono causati dai marciumi e dalle muffe, in presenza di terriccio con troppa sostanza organica ed eccesso di umidità. Se l’attacco proviene dalle radici, in genere non c’è rimedio, perché la malattia si sarà già propagata al fusto; se invece è a livello del colletto, si può tentare l’asportazione della parte malata, la disinfezione con zolfo ramato, la cicatrizzazione, ed infine il trattamento come talea. Fondamentale è la prevenzione, da attuare con anticrittogamici sistemici.
Contro i parassiti animali e vegetali dovrebbero, di norma, essere sufficienti due applicazioni liquide con i prodotti sopra riportati, da eseguire una all’inizio, ed una alla fine della stagione di crescita.
È preferibile tenere separate le piante a crescita estiva da quelle a crescita invernale
LA CRESCITA DELLA PIANTA
Nelle Angiosperme distinguiamo la radice e la parte aerea. La prima fissa la pianta al terreno, assorbe acqua e sali minerali, conserva lo zucchero in eccesso, distribuisce acqua, sali, zucchero e ormoni a tutta la pianta. La parte aerea provvede alla fotosintesi, al trasporto dei materiali, alla riproduzione, alla sintesi degli ormoni.
Le piante crescono per tutta la vita, tuttavia quella in altezza avviene a favore della parte alta, mentre le parti già sviluppate non si accrescono in questo senso. Trattasi di crescita primaria che si realizza per divisione delle cellula meristematica, dove una cellula resta tale, mentre l’altra forma le parti permanenti della pianta. La crescita secondaria avviene per divisione delle cellule del meristema laterale che provvede allo sviluppo in larghezza.
LA MORTE DELLA PIANTA
Alcune piante vivono lo spazio di una stagione, altre per millenni, ma la morte naturale è un destino ineluttabile nelle piante pluricellulari a causa della differenziazione delle cellule somatiche deputate a svolgere determinate funzioni e del processo degenerativo che ne segue. La senescenza delle cellule è determinata da un accumulo di tossine che conduce al danneggiamento subcellulare degli organuli, per cui muoiono causando con esse, anche la morte del soggetto. In qualunque stadio della vita vegetale esistono cellule vecchie, nuove, più o meno differenziate, e cellule morte.
La causa di morte delle piante annuali va ricercata nella mancanza di organi duraturi incapaci di resistere alla stasi invernale. Alcune piante erbacee, fornite di organi sotterranei di riserva, sono in grado di sopravvivere anche se muore la parte aerea. Molte piante che nel loro habitat naturale sono considerate perenni, coltivate in altri ambienti si comportano come annuali.
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La deforestazione pone problemi di irraggiamento solare eccessivo.
A partire dalle aree verdi si potrebbe iniziare la crescita delle piante arbustee, realizzando capanne in canapa.
Renato Perago