LA DIAGNOSI DELLE MALATTIE DELLE PIANTE

La diagnosi è la ricerca della causa o delle cause di una malattia. In generale, per porre la diagnosi è necessario innanzitutto determinare se la malattia è causata da un patogeno biotico o da un patogeno abiotico.
Nel caso in cui siamo presenti sintomi tipici di una malattia o quando si possono osservare i segni del patogeno, è abbastanza semplice, per una persona esperta, non solo rispondere a questa prima domanda, ma anche indicare l’agente causale della malattia.
IL CICLO DELLA MALATTIA
Per effettuare la diagnosi si deve tener conto del ciclo della malattia e del “triangolo” della malattia.
La malattia si origina dall’interazione di 3 elementi:
- La pianta
- Il patogeno
- L’ambiente
La quantità di malattia corrisponde all’area del triangolo. Per porre la diagnosi si prendono in considerazione una serie di parametri che riguardano gli elementi della malattia.
1) LA PIANTA
Per effettuare in modo corretto la diagnosi è utile identificare la specie della pianta malata e conoscere l’aspetto e il tipo di produttività della pianta sana, in modo da poterne riconoscere le alterazioni. Si ricorda che l’aspetto economico è fondamentale in Patologia vegetale e che è necessario fare riferimento alla capacità produttiva della pianta.
Una pianta è sana quando svolge le sue funzioni fisiologiche esprimendo al massimo il suo potenziale genetico.
Si valutano i sintomi presenti sulla parte aerea e anche sulla radice, qualora fosse necessario. Inoltre si osservano la distribuzione delle piante malate nella popolazione, cioè all’interno del campo coltivato.
La distribuzione varia a seconda che si tratti di una malattia infettiva o non infettiva: questo è un elemento diagnostico importante.
Si identificano possibilmente lo spettro degli ospiti, (cioè quali specie vegetali presentano gli stessi sintomi) e si consultano testi specializzati.
Tuttavia, per effettuare la diagnosi non è sufficiente basarsi sui sintomi, in quanto uno stesso sintomo può essere causato da patogeni diversi.
2) IL PATOGENO
- Gli agenti bioticispesso producono segni, a differenza degli abiotici che non lasciano segni. Bisogna cercare i segni di un potenziale patogeno sia sopra che sotto la superfice del suolo, se necessario, perché i segni possono essere la dimostrazione della presenza di un patogeno o di sue parti. La lente d’ingrandimento può essere utile, ma di solito è necessario effettuare questa valutazione, cioè la ricerca dei segni patogeni, in laboratorio.
I segni sono spesso più evidenti in condizioni di elevata umidità, ad esempio prima che la rugiada si asciughi o dopo l’irrigazione o una pioggia, in laboratorio ponendo ad incubare i frammenti di tessuti in una “camera umida”.
- I fattori abioticinon producono segni, in ogni caso possono esserci segni visibili di patogeni biotici, quali i virus che si trovano solo all’interno della pianta, sono sub-microscopici e non producono alcuna struttura.
I fattori abiotici possono essere presenti in quasi tutte le specie di piante di una determinata area, ma i patogeni biotici tendono ad essere confinati in una singola specie o nella stessa famiglia di piante. Tuttavia, la presenza di segni di un patogeno sulla pianta malata non è sempre sufficiente a porre la diagnosi, infatti alcuni segni possono indicare la presenza di invasori secondari, che non sono la causa iniziale e primaria della malattia.
3) L’AMBIENTE
La malattia si svilupperà in piante suscettibili in presenza di un patogeno virulento solo se l’ambiente è favorevole. Molti fattori ambientali sono importanti, quali i fattori naturali e quelli dipendenti dalle attività umane.
Bisogna individuare gli aspetti relativi alla crescita delle piante, compresi i trattamenti chimici e i fertilizzanti utilizzati su quella coltura, le caratteristiche del suolo e i fattori ambientali, quali temperatura e irrigazioni.
Cercare altresì i fattori che comunemente influenzano lo sviluppo delle malattie, quali il regime irriguo, la quantità di precipitazioni, la circolazione dell’aria ed il tipo di nutrienti nel suolo.
QUALI SONO I CRITERI PER LA DIAGNOSI
La diagnosi delle malattie delle piante è l’identificazione dell’agente causale (eziologico) di uno stato morboso, in base ai sintomi oggettivi ed eventualmente anche ai risultati di indagini di laboratorio.
Si definiscono patognomonici i sintomi caratteristici ed esclusivi di una malattia, tali da accreditare la diagnosi; si definiscono di sospetto quelli che si limitano ad indirizzare il ragionamento diagnostico verso una determinata causa.
I criteri per la diagnosi delle malattie delle piante si suddividono in:
- Diagnosi sintomatica (su base semeiotica): esame dei sintomi (sindrome) e confronto con quanto noto in letteratura; si opera su campioni o in campo, su aree “campione”; esame dell’intera pianta (o, meglio, di individui diversi) in varie fasi.
- Diagnosi funzionale: manca di specificità: è basata sulle alterazioni della funzionalità della pianta (es. fotosintesi).
- Diagnosi biologica: individuazione dell’agente mediante indagini microbiologiche, microscopiche, immunologiche, saggi di trasmissione.
- Diagnosi ex-juvantibus: sulla base del rimedio risultato efficace si individua il fattore di stress; ad es.: fertilizzanti e carenze nutrizionali; aria filtrata ed inquinanti aero dispersi.
LE MALATTIE INFETTIVE E NON INFETTIVE
L’infettività è inerente alla capacità del patogeno di riprodursi e stabilire rapporti simbiotici.
- Le malattie infettive sono vere e proprie sono quelle parassitarie, i cui agenti patogeni sono virus , batteri , fitoplasmi e funghi e raramente anche protozoi, alghe, fanerogame, nematodi, artropodi fitomizi.
- Le malattie non infettive sono causate da organismi responsabili di allelopatie e da agenti abiotici come quelli atmosferici come vento, grandine, neve, fulmini, l’anormale illuminazione, stress termici, idrici, carenze ed eccessi minerali, inquinanti, ferite.
- L’Eziologia è lo studio delle cause delle malattie.
COME SI EFFETTUANO GLI ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI
La diagnosi è l’identificazione della malattia utile per la scelta di adeguate misure di lotta e cura.
Gli accertamenti diagnostici si effettuano con:
- Identificazione del suscetto e studio delle resistenze genetiche da esso possedute.
- Localizzazione della malattia sulla pianta e la sua incidenza.
- Tener conto dell’ambiente di coltivazione come il suolo e dell’incidenza della malattia in relazione a cambiamenti climatici.
- Tracciare un quadro delle operazioni agronomiche adottate come rotazioni, semina e trapianto, dosi di concimazione e irrigazione.
- Prescrizione dei sintomi e dei segni sulla pianta sia esterni che interni.
- Raccolta di campioni per verifiche al microscopio.
I POSTULATI DI KOCH
Dopo aver affrontato la grave epidemia di Carbonchio KOCH sviluppò le varie fasi delle sue diagnosi che divennero criterio guida nello studio delle cause delle malattie infettive in genere prendendo il nome appunto di Postulati di Koch.
- L’organismo sospettato deve essere costantemente associato con la malattia.
- Esso deve essere isolato dall’ospite infetto ed allevato in coltura pura.
- La malattia deve essere riprodotta quando l’organismo sospettato e inoculato dalla coltura pura in un ospite sano.
- L’organismo sospettato deve essere isolato dall’ospite (malato) infettato artificialmente.
LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE
Se abbiamo qualche dubbio, o non riusciamo a riconoscere le cause della sofferenza delle nostre piante, ricorriamo al parere di uno specialista sottoponendogli un campione rappresentativo della malattia da diagnosticare.
Mai sottoporre all’esperto una foglia o un pezzo di ramo o parti già secche e morte. E’ preferibile mostrare l’intera pianta o fiore o almeno una porzione che comprenda parti in cui la malattia è in via di evoluzione.
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