LA PATOLOGIA DELLE PIANTE

La patologia (da παθος = sofferenza e λογος = discorso) è il termine usato per definire la disciplina che si occupa delle malattie.
COSA È LA PATOLOGIA VEGETALE
La patologia vegetale, o fitopatologia, è la branca della botanica che studia le malattie provocate alle piante da organismi nocivi e le alterazioni delle piante dovute ad agenti di inquinamento e a fisiopatie causate da fattori climatici (clima) e/o meteorologici (meteorologia)) e/o pedologici (pedologia) e/o nutrizionali.
Le avversità responsabili delle malattie delle piante appartengono a categorie diverse, potendo essere dei fattori naturali (abiotici) (temperatura, luce, umidità) non ottimali oppure da fattori biotici (competizione di organismi).
Le avversità ambientali vengono invece suddivise nei seguenti gruppi:
- Condizioni meteorologiche e pedo-climatiche sfavorevoli.
- Agenti di inquinamento.
La patologia vegetale propriamente detta studia le malattie delle piante provocate dalle avversità ambientali, dagli organismi patogeni (funghi, batteri, virus, viroidi e fitoplasmi) e dalle fanerogame parassite, mentre le alterazioni provocate dagli ectoparassiti animali sono studiate dall’entomologia agraria, dalla nematologia e dalla parassitologia vegetale.
LA SUDDIVISIONE DELLA PATOLOGIA VEGETALE
La patologia vegetale si suddivide in:
- Sintomatologia (o semeiotica): l’insieme delle manifestazioni determinate da un agente di stress; esse sono in evoluzione nel tempo; un insieme di sintomi, prodottosi nel tempo e caratteristico di un quadro clinico, e detto sindrome.
- Anatomia patologica: studio delle basi dei sintomi osservati, che sono determinati da alterazioni strutturali e funzionali di: organi (morfopatologia) cellule (citopatologia) funzioni (fisiopatologia
- Eziologia: studio delle cause attive (e predisponenti) della malattia.
- Diagnostica: studio dei mezzi per l’identificazione degli agenti causali di una malattia.
- Epidemiologia: studio della diffusione nel tempo e nello spazio della malattia.
- Patogenesi: studio dei meccanismi attraverso i quali la malattia si realizza.
- Profilassi e terapia: studio delle possibilità di intervento: profilassi: prima che la malattia si determini (prevenzione) terapia: dopo che l’infezione ha avuto inizio (cura).
IL CONFRONTO TRA LE MALATTIE DELLE PIANTE E QUELLE DEGLI ANIMALI
- La medicina umana e quella veterinaria si pongono come obiettivo la sanità dell’individuo. La patologia vegetale si rivolge soprattutto alla popolazione (coltura), salvo casi eccezionali (es. alberi monumentali).
- Nelle piante manca un sistema ed una memoria immunologia; le piante non “collaborano” nella definizione dei sintomi.
- Il medico si occupa di una sola specie biologica; il veterinario di un ridotto numero di specie; il fitopatologo è interessato alla salute di parecchie centinaia di specie, le quali, pur presentando un comune fondo strutturale, hanno ampi margini di individualità. Il medico, di norma, può selezionare uno specifico campo di lavoro e specializzarsi.
I GRUPPI DEGLI ORGANISMI NOCIVI
Convenzionalmente gli organismi nocivi alle piante vengono suddivisi nei seguenti gruppi:
- Insetti
- Acari
- Nematodi
- Molluschi
- Mammiferi roditori
- Fanerogame parassite
- Crittogame
- Funghi
- Batteri
- Virus
- Viroidi e Fitoplasmi
I CENNI STORICI DI PATOLOGIA VEGETALE
Gli organismi nocivi e gli agenti patogeni sono più vecchi dell’agricoltura (tracce nei fossili) e sin dai tempi biblici si trovano tracce ed indicazioni sulle cause, prevenzione e cura delle malattie. Però, sino alla seconda meta del XVIII secolo la materia non acquista dignità scientifica. Sino ad allora si riteneva che le alterazioni fossero causate da fattori magici, sovrannaturali, divini, ed i rimedi proposti erano logica conseguenza di queste credenze, in un clima di ignoranza e misticismo. In particolare, la comparsa di muffe era interpretata come la conseguenza (e non la causa) della malattia.
COSA È UNA MALATTIA
È una alterazione delle attività di un organismo che comporta una sua debilitazione; deriva da una continuata “irritazione” da parte di un agente primario.
È il prodotto di un mutuo conflitto e di una protratta e reciproca influenza tra pianta e patogeno.
Diversa la semplice lesione (alterazione improvvisa di struttura o funzione causata da un fattore irritante discontinuo, es. ferite, composti tossici in forma acuta).
Distinguiamo le malattie parassitarie (infettive) dalle fisiopatie (causate da agenti non infettivi).
IL “TRIANGOLO DELLA MALATTIA”

Tre sono gli elementi, la cui contemporanea presenza e condizione indispensabile per l’instaurarsi dello stato patologico: l’ospite suscettibile (in termini genetici ed ontogenetici), il patogeno virulento, le condizioni ambientali favorevoli (fattori climatici, edafici, biologici).
COME SI REALIZZA LA MALATTIA

La malattia, ovviamente, si realizza solo con la presenza dell’ospite.
Si individuano tre zone:
- I due fattori sono ottimali (attacchi frequenti e danni gravi).
- Solo uno dei due fattori e ottimale (danni marginali e occasionali).
- Nessuno dei fattori ambientali e ottimale (attacchi sporadici).
Numerosi sono i fattori che possono causare la deviazione dello stato di armonia nello svolgimento delle funzioni vitali:
- Attacco di microrganismi (funghi, batteri) e virus.
- Aggressione da parte di fanerogame parassite.
- Carenze nutrizionali.
- Tossicità di sostanze chimiche.
- Fattori ambientali ostili.
CHE COSA È IL DANNO
Definiamo danno qualsiasi effetto avverso misurabile; non sempre è facile correlare il danno con la relativa perdita economica, la quale dipende, tra l’altro, da:
- Tipo di organo colpito.
- Epoca dell’attacco.
- Destinazione economica della pianta.
Non è facile, poi, definire i livelli “normali” di produzione delle piante, essendo infiniti i fattori che li condizionano.
LA CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE
Esistono varie forme di classificazione delle malattie, in base a:
- Fattore/organismo causale (es. malattie fungine).
- Ospite coinvolto (es. malattie dei cereali).
- Organi colpiti (es. malattie radicali) diffusione e severità dell’infezione.
- Endemiche: costantemente presenti in forma moderata o severa, ma confinate in una area; di norma si tratta di malattie indigene o di antica introduzione.
- Epidemiche (o epifitiche): ricorrono periodicamente in forma distruttiva su larga scala geografica; può trattarsi di una m. endemica, in cui i fattori ambientali si presentino particolarmente favorevoli (o nel caso sia introdotto un ospite eccezionalmente suscettibile).
- Sporadiche: sono quelle epidemiche che ricorrono a intervalli lunghi ed irregolari.
- Pandemiche: larghissima diffusione e mortalità di massa alterazioni prodotte.
- Trofiche: sottrazione di nutrienti.
- Auxoniche: alterazione bilanci ormonali.
- Vascolari: colonizzazione fasci vascolari.
- Necrotiche: morte di tessuti.
- Litiche: degradazione di tessuti e organi molli.
- Ipnochereutiche: degradazione di organi legnosi (“carie”).
- Epifitiche: totalmente esterne.
- Endofitiche: il patogeno penetra e rimane all’interno sino all’evasione.
- Localizzate o sistemiche, in relazione al fatto che invadono, o meno, tessuti a distanza dal sito di penetrazione.
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