LE CARATTERISTICHE E IL CONSUMO DELLA CARNE DI CINGHIALE
Il cinghiale (Sus scrofa Linnaeus, 1758) è un mammifero della famiglia dei Suidi.
Da sempre considerato al contempo una preda ambita per la sua carne ed un fiero avversario per la sua tenacia in combattimento, in virtù di questo strettissimo legame con l’uomo il cinghiale appare assai frequentemente, e spesso con ruoli da protagonista, nella mitologia di moltissimi popoli, e solo nel corso del secolo passato ha cessato di essere una fonte di cibo di primaria importanza per l’uomo, soppiantato in questo dal suo discendente domestico, il maiale.
LE CARATTERISTICHE DELLA CARNE
- Il cinghiale è uno degli animali appartenenti al gruppo della cosiddetta “selvaggina da pelo” (insieme a lepre, capriolo, camoscio e cervo) e la sua carne viene classificata come “carne nera” (contrapposta alle carni bianche e a quelle rosse): ha consistenza piuttosto dura e sapore selvatico molto intenso.
- La carne di cinghiale viene classificata come “carne nera”: il sapore e la consistenza della carne varia in base a tanti fattori, come per esempio la vita che hanno vissuto (allevati allo stato semibrado o intensivo) la loro alimentazione prevalente. Queste variabili conferiscono ad ogni carne un sapore unico, che può essere esaltato soltanto con la corretta lavorazione.
- A tavola il cinghiale è apprezzato da sempre per il suo gusto, che unisce le peculiarità della carne suina a quelle della cacciagione.
- Inoltre, la varietà dell’alimentazione di questi animali – siano essi selvatici o allevati allo stato brado e semibrado – può conferire caratteristiche diverse sul piano organolettico.
- Protagonista di tante ricette, essendo fibrosa e più magra rispetto a quella di maiale, la carne di cinghiale è più adatta alle cotture prolungate, come gli umidi, i sughi e gli stufati, ma sono ottimi anche i salumi e gli insaccati tradizionali.
- Sul piano nutrizionale, questa carne è una buona fonte proteica, generalmente priva di controindicazioni, se gli animali hanno vissuto e si sono alimentati in condizioni ottimali. La quantità di grassi è piuttosto bassa, mentre il contenuto di minerali risulta notevole.
LE CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI DELLA CARNE DI CINGHIALE
La carne del cinghiale allevata allo stato semibrado è poco calorica e piuttosto magra. Dal punto di vista minerale è da mettere in evidenza il contenuto in ferro, minerale indispensabile per il trasporto dell’ossigeno a tutti gli organi e tessuti dell’organismo e di potassio, importante per il corretto funzionamento dei muscoli e del cuore e per la trasmissione degli impulsi nervosi. La carne di cinghiale è inoltre un’ottima fonte di proteine animali.
La carne del cinghiale è poco calorica e piuttosto magra (le carni magre contengono al massimo 5 g di lipidi ogni 100 grammi di carne cruda: 100 g di carne di cinghiale ne contengono 3,3 g). Dal punto di vista minerale è da mettere in evidenza il contenuto in ferro, minerale indispensabile per il trasporto dell’ossigeno a tutti gli organi e tessuti dell’organismo e di potassio, importante per il corretto funzionamento dei muscoli e del cuore e per la trasmissione degli impulsi nervosi. La carne di cinghiale è inoltre un’ottima fonte di proteine animali.
A oggi non sono note controindicazioni al consumo di carne di cinghiale, a meno che non si soffra di allergia a questo alimento. In presenza di particolari stati patologici come uricemia e ipercolesterolemia è però opportuno limitare il più possibile il consumo di tutti i tipi di carne.
QUANDO NON MANGIARE LA CARNE DI CINGHIALE
A oggi non sono note controindicazioni al consumo di carne di cinghiale, a meno che non si soffra di allergia a questo alimento. In presenza di particolari stati patologici come uricemia e ipercolesterolemia è però opportuno limitare il più possibile il consumo di tutti i tipi di carne
A oggi non sono note interazioni tra il consumo di carne di cinghiale e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.
La carne di cinghiale può essere acquistata presso filiere specializzate in selvaggina.
LA NOCIVITA’ DELLA CARNE DI MAIALE
Assai apprezzato in ambito gastronomico, per il consumo alimentare il cinghiale viene cacciato e allevato, con questa seconda opzione a soddisfare la maggior parte della richiesta.
L’abbondanza di esemplari selvatici e l’attività venatoria, tuttavia, portano sulle tavole di tanti italiani la carne di questo animale, che però è stata messa in relazione con la diffusione di alcune malattie e intossicazioni. Questa specie, infatti, sul piano sanitario è considerata particolarmente problematica per il possibile contatto con gli animali domestici e per la ricettività di infezioni pericolose.
Possiamo suddividere i più importanti patogeni che colpiscono il cinghiale in tre categorie:
- Zoonosi, ovvero malattie che dal cinghiale possono essere trasmesse all’ uomo.
- Malattie con impatto sugli animali domestici.
- Malattie con impatto sugli animali selvatici.
Queste categorie non sono esclusive, lo stesso patogeno potrebbe infatti ritrovarsi in più di una.
IL CONSUMO IMPRUDENTE DELLA CARNE
In sintesi, ecco cosa può trasmettere il cinghiale selvatico e il consumo imprudente della sua carne.
- Le zoonosi sono patologie trasmissibili dagli animali selvatici a quelli domestici e all’essere umano, e nel caso del cinghiale ci si riferisce alla brucellosi, che colpisce soprattutto gli animali domestici, alla tubercolosi e alla trichinellosi. Quest’ultima si contrae mangiando carni crude o poco cotte.
- Il cinghiale può veicolare patologie altamente contagiose per gli animali, come la peste suina classica, oggi assente in Italia, e quella africana, endemica in Sardegna. Si tratta di malattie in grado di compromettere rapidamente interi allevamenti, con gravi conseguenze economiche.
- Questo animale, inoltre, può contribuire a diffondere patologie pericolose per le stesse specie selvatiche, come la malattia di Aujeszky, presente in Italia e particolarmente nefasta per i grandi predatori, come i lupi e i cinghiali, ma anche per i maiali da allevamento estensivo (all’aperto).
- Come tutta la selvaggina e come nel caso del gambero killer, per l’essere umano la carne di cinghiale può essere pericolosa anche a causa delle contaminazioni dovute all’inquinamento ambientale.
SI PUO’ MANGIARE IL CINGHIALE DURANTE LA DIETA?
La carne di cinghiale sta vivendo una seconda giovinezza, almeno a livello culinario. Dopo essere stata per secoli specialità locale per pochi fortunati, è diventata adesso facilmente acquistabile anche in città.
Si può mangiare il cinghiale durante la dieta? Oppure è un tipo di carne che dovremmo cercare di evitare?
Vediamolo insieme, tenendo conto di quelli che sono non solo i profili calorici, ma anche le altre caratteristiche di questo alimento.
Si tratta di una carne buona, anche se ovviamente dovete avere un palato adatto alla selvaggina.
- Il cinghiale? Davvero poco calorico
Un primo dato positivo che è associato al consumo di carne di cinghiale è quello calorico.
Parliamo infatti di una carne che presenta soltanto 120 calorie per 100 grammi di prodotto, qualcosa di estremamente interessante, anche per chi segue regimi dietetici che non permettono di avere a disposizione molte calorie da consumare.
Si tratta di una quantità di calorie decisamente inferiore rispetto al maiale d’allevamento non sgrassato e il motivo è facile da comprendere: il cinghiale è infatti un animale che vive libero e che dunque non ha assolutamente la possibilità di accumulare le grandi quantità di grasso tipiche del maiale d’allevamento.
- Tante proteine, pochi grassi
Il cinghiale ha tantissime proteine, circa il 35% dell’intero monte calorico, e soltanto un 3% circa di grasso. Si tratta dunque di un ottimo elemento anche per chi sta cercando di seguire diete iper-proteiche e ha dunque bisogno, per intenderci, di un alimento che sia completamente sbilanciato in direzione delle proteine. Questo vuol dire che il cinghiale è carne adatta ad ogni tipo di dieta.
- Occhio però a come si cucina
Il problema unico del cinghiale sono le ricette che lo vedono come protagonista. Quando è fatto alla griglia o al camino, è un alimento di sicura prestanza dietetica. Discorso però diverso quando lo si fa in umido: in questo caso infatti i condimenti possono renderlo assolutamente calorico e non adatto ai regimi dietetici, anche quelli più blandi.
Quindi ok per il cinghiale durante la dieta, anche se bisogna sempre tenere d’occhio i condimenti.
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