LE FUNZIONI DELLE PIANTE
Le funzioni delle piante possono ridursi, in generale, a due: la nutrizione e la riproduzione.
1) LA NUTRIZIONE
Le piante fabbricano da sé tutto quanto è necessario alla propria alimentazione.
Le piante, mentre si nutrono, depurano l’anidride carbonica e la arricchiscono di ossigeno.
Anche le piante per vivere hanno bisogno dell’ossigeno presente nell’aria.
Esse respirano attraverso gli stomi ( sono aperture microscopiche sulla superficie delle foglie), quindi anche loro hanno sempre bisogno di ossigeno, sia di giorno che di notte.
Le piante prendono i loro alimenti dal mondo inorganico, cioè dal mondo minerale. I principali alimenti delle piante sono: l’anidride carbonica e l’ossigeno che vengono tratti dall’aria atmosferica; l’acqua, il nitrato, il potassio, il fosfato di calcio, il solfato di magnesio, ecc. che si trovano nel terreno.
Condizione indispensabile perché le sostanze del terreno vengano utilizzate dalle piante è che siano disciolte in acqua.
La nutrizione, e i processi di accrescimento e sviluppo a essa collegati, tendono essenzialmente a preparare l’individuo alla riproduzione, con la quale si supera la caducità degli individui e si conserva la specie. Dal punto di vista della nutrizione, le piante possono essere autotrofe o eterotrofe.
A) LE PIANTE AUTOTROFE
Si chiamano autotrofe tutte le specie di piante che, attraverso il processo di fotosintesi riescono a sintetizzare composti organici a partire da sostanze inorganiche come acqua e anidride carbonica, grazie all’energia elettromagnetica della radiazione solare.
Le piante autotrofe possono essere chemosintetiche o fotosintetiche. La differenza fra le prime e le seconde risiede nel tipo di fonte energetica che esse utilizzano. Per es., per sintetizzare glucosio (C6H12O6) partendo da acqua e anidride carbonica, occorre reperire l’energia necessaria per edificare la molecola dello zucchero, oltre quella dissipata nel processo di biosintesi:
- L’organismo chemosintetico trae questa energia da reazioni ossidative che si svolgono nel mezzo in cui vive.
- L’organismo fotosintetico utilizza allo scopo alcune bande dello spettro della luce visibile.
B) LE PIANTE ETEROTROFE
Le piante prive di clorofilla non possono fabbricarsi gli alimenti necessari per la loro esistenza e quindi sono costrette a nutrirsi di sostanze organiche già preparate. Le piante eterotrofe si nutrono di sostanze prodotte da altri organismi. Per fare questo si sono evoluti diversi meccanismi di interazione tra organismi.
Queste piante possono vivere da saprofite o da parassite.
- Si dicono saprofiti quei vegetali che traggono il loro nutrimento dal corpo di organismi morti o da sostanze organiche in decomposizione. Sono saprofiti parecchi dei comuni funghi e le muffe che si formano sul pane e sulla polpa della frutta. Le piante saprofite vivono su materiali organici in decomposizione, come resti di piante e animali morti.
- Sono invece parassiti tutti quei vegetali che vivono a spese di altre piante fornite di clorofilla, utilizzando le sostanze organiche fabbricate da queste. Per esempio, nel parassitismo le piante traggono il loro nutrimento da altri organismi (come il vischio, che si trova su diversi alberi dai quali trae l’azoto che non è in grado di estrarre dal terreno). Fra i numerosi vegetali parassiti ricordiamo la cuscuta che emette degli organi speciali detti austori che penetrano nel corpo dell’ospite per succhiare i materiali organici che questo prepara per il proprio consumo.
Le piante parassite: invadono i tessuti di altri organismi, depredandoli delle sostanze nutritive, svolgendo il loro metabolismo in competizione con quello dell’ospite, che è danneggiato e talora totalmente disorganizzato dal parassita.
- Ricordiamo infine che esistono delle piante che, per il loro caratteristico modo di nutrirsi, sono dette carnivore. Queste piante, fra le quali citeremo la drosera e la dionea piglia mosche hanno delle foglie trasformate in speciali trappole che servono a catturare degli insetti che poi vengono digeriti, mediante speciali succhi prodotti dalla pianta stessa. Le piante carnivore, invece, sono eterotrofe solo parzialmente. Vivendo in ambienti poveri di azoto, ottengono quello necessario alle proprie esigenze dalla digestione degli insetti dei quali si nutrono.
C) I BATTERI ED I FUNGHI
Oltre ai batteri, i funghi, nella loro multiforme varietà, sono il grande filone di organismi vegetali parassiti o saprofiti. Si ammette che nei funghi la perdita della clorofilla sia avvenuta secondariamente, nel corso dell’evoluzione.
La facoltà del movimento, così caratteristica negli animali, non può considerarsi un carattere differenziale assoluto tra questi e le piante, sia perché molte piante inferiori, ciliate o flagellate, sono capaci di movimento attivo, sia perché movimenti di vari organi, pur se generalmente lenti, si osservano anche nelle piante superiori.
Nelle forme inferiori, sia per la nutrizione, sia per altri aspetti, ricorrono nel mondo vegetale comportamenti simili a quelli degli animali, cosicché non è possibile segnare un limite netto fra regno vegetale e regno animale; alcune forme sono contese da botanici e zoologi e incluse dagli uni e dagli altri nelle rispettive classificazioni.
2) LA RIPRODUZIONE
La riproduzione è il processo o l’insieme dei processi mediante i quali gli esseri viventi perpetuano la propria specie, producendo nuovi individui che ripetono ciclicamente le medesime fasi di sviluppo; fino al raggiungimento della forma definitiva propria di quelli da cui sono derivati. La riproduzione può essere asessuata o sessuata.
Nel mondo vegetale la conservazione della specie è assicurata in molti modi:
A) LA RIPRODUZIONE ASESSUATA
La riproduzione asessuata è prevalentemente (ma non esclusivamente) adottata da organismi unicellulari (Batteri ecc..) ma anche da alcuni organismi pluricellulari, come per es.: l’idra. Essa avviene con modalità simili per cellule aploidi. In ogni caso, dà origine a una progenie di individui geneticamente identici tra loro e all’organismo parentale.
Processi di moltiplicazione agamica per frammentazione e formazione di organi di moltiplicazione ricorrono naturalmente anche nelle piante superiori, ove la riproduzione agamica è fatta anche artificialmente (talee, margotte, propaggini ecc..) e i frammenti e organi che servono alla produzione asessuata di nuovi individui (geneticamente identici alla pianta madre, con la quale costituiscono cloni), possono provenire dal fusto (bulbilli, gemme quiescenti, rizomi ecc..), dalla foglia (intera o in parte, bulbilli ecc..), da foglie e fusto (bulbi), dalla radice (apice, gemme avventizie, bulbilli o tuberi radicali), dal fiore (le cui parti talora si modificano espressamente); infine, si possono ottenere nuove piante, agamicamente, da tessuti coltivati in vitro.
Nelle piante inferiori (Alghe e Funghi) è molto diffuso un fenomeno, che non ha riscontro nel mondo animale, consistente nella produzione di spore e propaguli asessuali unicellulari, sia durante la fase diploide sia durante quella aploide del ciclo biologico.
Nei vegetali la riproduzione asessuata può identificarsi con la divisione cellulare (talora amitotica, o diretta, per scissione, gemmazione, politomia ecc..) come nei procarioti; oppure può avvenire per mezzo di cellule differenziate o per frammentazione di colonie o di talli, da cui si staccano pezzi come ormogoni, soredi, coremi, oidi ecc. (procarioti e parecchi esempi in alghe, funghi, licheni).
B) LA RIPRODUZIONE SESSUALE
La riproduzione sessuale si ha in genere nelle piante fornite di fiori e richiede l’intervento di due cellule: la cellula maschile che è contenuta nei granelli di polline e la cellula femminile che è contenuta nell’ovulo. Nella riproduzione sessuale si distinguono i seguenti fenomeni: impollinazione, fecondazione, disseminazione e germinazione.
C) LA RIPRODUZIONE VEGETATIVA
La riproduzione vegetativa consiste nel distaccarsi dalla pianta madre di una parte capace di dare origine ad una nuova pianta. Può avvenire naturalmente ed artificialmente.
Naturalmente avviene: mediante tuberi come nella patata; mediante bulbi come nella cipolla e nel giacinto; mediante rizomi come nel giaggiolo.
Artificialmente può avvenire: per talea, cioè tagliando dalla pianta madre un ramo verde ed affondandolo nel terreno. Per margotta, cioè tagliando un anello di corteccia in un ramo giovane, circondandolo di terra umida e piantandolo nel terreno, quando avrà emesse le radici. Per propaggine, cioè piegando un ramo ed interrandolo per poi tagliarlo quando avrà emesse le radici.
Vi consiglio l’acquisto di questi giochi per bambini: CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI - CLICCA QUA
Questo articolo contiene link di affiliazione icona Amazon (Sostienici, Grazie )
La tua donazione significa molto per continuare. Dona/rinnova il tuo sostegno ora. PAYPAL