LE REGOLE DELLA MACELLAZIONE EBRAICA
Il coltello usato per la shechitah viene chiamato chalaf dagli Ashkenaziti oppure sakin da tutti gli ebrei.
LE CARATTERISTICHE DEL COLTELLO (CHALAF)
. Secondo la legge ebraica il coltello:
- Può esser fatto di qualsiasi materiale in grado di essere affilato e lucidato per il necessario livello di taglio ed efficienza necessari alla shechitah. Il Minhag permette l’uso di un coltello metallico.
- Deve essere minimo 1,5 o 2 volte più lungo della larghezza del collo dell’animale, a seconda della specie dell’animale ed il numero di recisioni necessarie per abbattere l’animale stesso.
- Non deve essere tanto lungo da pesare più del peso della testa dell’animale.
- Se il coltello è troppo largo, si presume che possa causare pressature (proibite).
- Non deve avere la punta, poiché si teme che la punta possa scivolare e provocare una perforatura (proibita).
- Il filo della lama non deve essere seghettato, dato che le dentellature potrebbero causare strappi.
- La lama non deve avere imperfezioni. Tutte le lame vengono considerate imperfette secondo la Legge ebraica, quindi il coltello deve essere controllato prima di ogni sessione.
IL CONTROLLO DELLA LAMA DA PARTE DELLO SHOCHET (MACELLAIO)
Lo shochet deve far scorrere un’unghia lungo tutte le parti della lama e sul suo filo tagliante, per determinare se ci siano imperfezioni. Dopodiché utilizza un certo numero di pietre abrasive per affilare e forbire la lama fintanto che essa sia perfettamente affilata e levigata.
Dopo la macellazione, lo shochet deve nuovamente controllare il coltello nello stesso modo, per essere certo che la prima ispezione sia stata corretta, e per assicurarsi che la lama non sia stata danneggiata durante la shechitah (macellazione).
Se si comprova che la lama si è danneggiata, la carne non può essere consumata da ebrei. Se la lama cade o viene perduta prima del secondo controllo, si convalida la prima ispezione e la carne è permessa.
DI QUALE MATERIALE È FATTO IL CHALEF (COLTELLO)
Nei secoli passati il chalef era fatto di acciaio forgiato, che non rifletteva luce ed era difficile rendere affilato e levigato.
Il Baal Shem Tov, temendo che i Sabbatani stessero graffiando i coltelli in un modo non normalmente rilevabile, introdusse il chalef chassidico che differiva dal coltello precedentemente usato nella composizione metallica: era fatto di acciaio fuso e lucidato a specchio, in modo che qualsiasi graffio potesse esser sia visto che sentito al tatto.
Tale nuovo coltello suscitò controversie e fu una delle ragioni per la scomunica del Chassidismo.
Oggi il chalef chassidico è l’unico che sia disponibile sul mercato per la shechitah (macellazione) e viene accettato universalmente.
LE CINQUE TECNICHE PROIBITE USANDO IL COLTELLO (CHALEF O SAKIN)
- שהייה Shehiyah, Ritardo o Pausa – Una pausa di esitazione durante l’incisione, anche di un solo momento, rende non casher la carne dell’animale. Il coltello deve essere mosso in una scansione ininterrotta. La Shehiyah avviene se lo shochet ferma accidentalmente il procedimento di macellazione dopo che la trachea e l’esofago sono stati tagliati, ma prima che siano stati recisi del tutto. Una pausa può avvenire accidentalmente se le contrazioni muscolari nel collo dell’animale tirano uno di questi organi fuori contatto dalla lama. Questo ultimo caso è abbastanza frequente con i tacchini.
- דרסה Derasah, Pressatura/pressione – Il coltello deve tagliare lungo la gola con mozioni oscillanti (avanti e indietro), e non premendo o intaccando. Qualsiasi pressione eccessiva rende non casher l’animale. Derasah è quell’azione proibita che avviene quando lo shochet spinge il coltello nella gola dell’animale e affetta invece di tagliare scorrendo, oppure posiziona l’animale impropriamente, in modo da causare alla testa di premere contro la lama mentre muore, o lo shochet deve pressare il coltello sulla gola contro la forza di gravità. Alcuni sostengono che sia proibito tenere l’animale in posizione eretta durante la shechitah, a causa della proibizione di derasah (pressatura). Affermano che l’animale debba stare sulla schiena, adagiato su un fianco, o sospeso sottosopra tramite una corda o catena, oppure – come vien fatto nella maggioranza delle macellerie commerciali – posto in una recinzione che trattenga gli arti dell’animale mentre è sul dorso per la macellazione. Tuttavia uno shochet esperto riesce a macellare l’animale in posizione verticale senza premere il coltello.
- חלדה Haladah, Perforazione o Copertura – Il coltello deve essere passato sulla gola in modo che sia visibile mentre si esegue la shechitah. Non deve trafiggere il collo o essere coperto da pelliccia, pelle, o piume nel caso di un uccello. La Haladah si verifica quando lo Shochet accidentalmente tagli la gola dell’animale così profondamente che l’intera larghezza del coltello scompare nella ferita, oppure utilizzi un coltello che è troppo corto cosicché l’estremità scompare nella ferita, o se un corpo estraneo cade sul coltello e quindi lo Shochet perde di vista l’incisione.
- הגרמה Hagramah, Slittamento – I limiti nei quali il coltello può tagliare partono dall’anello largo della trachea fino alla cima del lobo superiore del polmone quando è in inspirazione, e corrisponde alla lunghezza della faringe. La macellazione sopra o sotto tali limiti rende la carne non-casher.
- עיקור Iqqur, Lacerazione – Se l’esofago o la tachea vengono lacerati durante l’incisione di shechitah, tutta la carcassa diviene non-casher e non può essere consumata da ebrei. Lo Iqqur avviene quando lo shochet accidentalmente utilizza uno chalef con lama imperfetta, graffiata o intaccata, ove una sezione della lama sia inferiore alla sua superficie.
DONATIVI (MITZVAH) (COMANDAMENTO)
Una volta che l’animale è stato controllato e riscontrato casher, è una mitzvah (comandamento) che lo shochet doni la zampa anteriore, le guance e l’abomaso della carcassa ad un Kohen. Il Beth Din, (tribunale rabbinico della religione ebraica) in base all’interpretazione di questo obbligo, ha la facoltà secondo l’autorità halakhica di scomunicare quello shochet che si rifiutasse di eseguire la citata mitzvah. Ad ogni modo è preferito che sia lo shochet stesso a rifiutarsi di fare la shechitah a meno che il proprietario dell’animale non consenta al donativo.
I Rishonim (rabbini) avvertono che lo Shochet non può prendere come scusa che, poiché l’animale non gli appartiene, lui non possa fare il donativo se il proprietario non acconsente. Al contrario, dato che si presume che lo shochet medio sia ben erudito ed esperto delle Leggi della Shechitah (“Dinnei Shechita”), il Beth Din ha fiducia che lo shochet di sua iniziativa non esegua la shechitah se il proprietario rifiuti di fare il donativo.
REGOLE MINORI
- Il sangue dell’animale non può essere raccolto in un recipiente, una cavità, o un bacino d’acqua, poiché questi rassomigliano ad antiche forme di adorazione idolatra.
- Se lo shochet accidentalmente macella con un coltello dedicato all’adorazione di idoli, deve asportare una quantità di carne equivalente al valore del coltello e distruggerla.
- Se ha macellato di proposito con tale coltello, l’animale diviene proibito come non-casher.
- È proibito macellare un animale di fronte ad altri animali, o macellare un animale ed il suo piccolo nello stesso giorno, anche separatamente Ciò è vietato in tutti i modi, senza rispettare di quanto distante siano gli animali tra di loro. Il “piccolo” di un animale può essere sia la sua propria prole oppure un altro animale che lo segua costantemente, anche se di altra specie.
GLOSSARIO
- Chalef = coltello
- Sakin = coltello
- Shechitah = macellazione
- Shochet = macellaio
- Shehiyah = ritardo
- Derasah = pressione
- Haladah = perforazione
- Hagramah = slittamento
- Iqqur = lacerazione
- Mitzvach = comandamento
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