QUAL’È IL MEDODO DI COLTIVAZIONE DEI CEREALI
Il metodo di coltivazione dei cereali è quasi la stessa per ogni specie, anche se ha le proprie caratteristiche. Sono tutti piante annuali, di conseguenza fioriscono, producono frutti e muoiono. Le varietà note, derivate dalle specie maggiormente coltivate, sono numerosissime, nell’ordine di qualche migliaio. I frumenti teneri comprendono il maggior numero di varietà e hanno la massima estensione colturale anche perché sono i soli in coltivazione nei paesi nordici. I grani duri, invece, sono più tipici dei paesi con clima temperato caldo.
QUAL’È IL PROCEDIMENTO DI COLTIVAZIONE DEI CEREALI
Le fasi di coltivazione dei cereali sono:
A) PREPARAZIONE DEL TERRENO
La preparazione del terreno ha lo scopo di approntare il letto di semina e creare le migliori condizioni di abitabilità per la coltura. Tradizionalmente le lavorazioni preparatorie per il frumento sono:
- Trinciatura dei residui della coltura precedente.
- Aratura: Il terreno viene prima preparato con un’aratura di bassa-media profondità (20–35 cm), poi viene erpicato per affinarne la superficie e infine concimato.
- Lavorazione minima: Si tratta di fare, come unica lavorazione, quella idonea a disgregare il terreno superficialmente quel tanto (5-10 cm) che basta a far funzionare regolarmente le normali seminatrici. Questa tecnica si presta bene nel caso che il frumento segua una coltura che lascia il terreno libero da erbacce e con poca massa di residui.
Una forma particolare di lavorazione minima è quella che fa ricorso all’accoppiamento di una seminatrice all’attrezzo di lavorazione (erpice rotante, fresatrice). Con la lavorazione minima i tempi di lavorazione e di semina si riducono moltissimo». La non lavorazione consiste nel seminare il cereale su un terreno al quale non è stata fatta nessuna lavorazione.
- Affinamento superficiale con successivi passaggi di estirpatore o di erpici di vario tipo. Il tempo disponibile per eseguire la sequenza di lavorazioni necessarie per la semina del frumento in ottobre-novembre, varia con la successione colturale, ossia con la data alla quale è raccolta la coltura precedente.
B) LA SEMINA
Le fasi della semina sono:
- Scelta della semente: sia dal punto di vista genetico (varietà) che agronomico (purezza, germinabilità), meglio evitare di affidarsi a una sola varietà o di coltivarne troppe.
- La semina si effettua a ottobre-novembre per le “colture invernali” che necessitano di molta umidità, per le altre colture la semina è primaverile. Se la semina è meccanizzata, avviene con una seminatrice, che distribuisce i chicchi in file parallele poco distanziate, interrandoli a una profondità regolare di 2–3 cm. Per un ettaro sono necessari circa due quintali di semi.
- Profondità di semina La profondità di semina deve essere compresa tra 2 e 5 cm. La norma è 3-4 cm, aumentabili a 4-5 cm al massimo nel caso di terreni sciolti e asciutti e riducibili a 2-3 cm in terreni limosi o argillosi bagnati. Un grave errore è deporre i semi troppo in profondità: si originano piante che stentano ad emergere con ridotto accestimento e limitato sviluppo fogliare o radicale.
- L’epoca ottimale di semina è quella che dà il massimo di garanzia che all’arrivo dei freddi invernali le piantine di frumento abbiano raggiunto e non superato lo stadio di 3 foglie. La semina non deve essere né troppo anticipata né troppo ritardata.
- Cure colturali: Rullatura – Se al momento della semina il terreno fosse asciutto e molto soffice (cosa che nel clima italiano non accade molto spesso) una rullatura pesante potrebbe favorire nascite più pronte e regolari, facendo aderire meglio il terreno al seme e favorendo la risalita d’acqua per capillarità.
C) LA CONCIMAZIONE INVERNALE
Altre fasi della lavorazione sono:
- La concimazione invernale (fatta di solito solo con concimi contenenti azoto ammoniacale, meno dilavabile dalle frequenti piogge di questo periodo), di norma integrato con fosforo ma anche con potassio. Le normative permettono l’impiego di un numero molto ristretto di fertilizzanti minerali e di alcuni fertilizzanti organici. Per l’impiego del letame, se non proveniente da allevamenti biologici, è necessario assicurarsi tramite un’apposita dichiarazione fornita dall’azienda da cui si acquista, circa la non provenienza da allevamenti.
L’azoto (N) infatti risulta l’elemento fondamentale per ottenere buoni risultati produttivi. Per quanto concerne i cereali autunno-vernini l’epoca di concimazione è variabile. Se ad esempio si utilizza letame bovino, è meglio effettuare le concimazioni in estate, prima della lavorazione principale.
- Il diserbo chimico a febbraio per distruggere le erbe infestanti Nelle aziende biologiche i cereali dovrebbero seguire nella rotazione una leguminosa da granella o una foraggera.
D) LO SVILUPPO DELLA PIANTA
La pianta si sviluppa rapidamente in primavera (levata) e raggiunge un’altezza pari a 40–80 cm; a giugno le spighe sono mature. Un vecchio metodo per controllare la maturazione consiste nello schiacciare i semi con i denti, quando sono duri e ruvidi è pronto per il raccolto.
E) IL RACCOLTO
Il raccolto consiste nella mietitura e nella trebbiatura (separazione dei chicchi dalla paglia e dalla pula). In genere queste due operazioni sono svolte contemporaneamente con l’impiego di una mietitrebbia. In agricoltura per mietitura si intende il processo di taglio e raccolta nei campi dei cereali maturi. Può essere effettuata a mano o con l’ausilio di attrezzature meccaniche. Nella mietitura a mano lo strumento utilizzato è il falcetto.
QUANDO E COME AVVIENE IL RACCOLTO
Il raccolto avviene dopo che i cereali seminati producono i loro semi, terminano e completano il proprio ciclo vitale. A questo punto la pianta diventa marrone e secca perché muore. Non appena sia la pianta che i semi diventano abbastanza secchi, la raccolta può avere inizio. Nelle zone sviluppate, il raccolto viene agevolato mediante l’utilizzo di appositi macchinari per la raccolta dei semi. La mietitrebbia provvede a tagliare, trebbiare e setacciare il campo al singolo passaggio. Nei paesi in via di sviluppo vengono usati metodi manuali con l’impiego di falci.
Se la raccolta viene fatta in condizioni meteorologiche umide, il grano potrebbe non essere asciutto adeguatamente per garantire un’ottima conservazione. In questi casi si usa un procedimento di essiccazione artificiale che provvede ad asciugare adeguatamente i semi raccolti.
Nei paesi industrializzati gli agricoltori conferiscono comunemente il grano in centri di raccolta che provvedono a conservare le granaglie in sili, costruzioni cilindriche impiegate per l’immagazzinamento dei cereali. I centri di raccolta provvedono normalmente ad eseguire una pre-pulitura del seme alla sua eventuale essiccazione ed al suo stoccaggio in silos verticali o in magazzini orizzontali. Passaggio successivo è quasi sempre il conferimento a impianti di macinazione.
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