QUALI SONO I VANTAGGI APPORTATI DALLE MICORRIZE
Dopo aver analizzato nello specifico che cosa sono e come vengono classificate le micorrize è importante capire il loro utilizzo e perché sono ritenute estremamente importanti in ambito agricolo.
- In primis le micorizze risultano essere fondamentali poiché queste riescono ad assorbire dal terreno sostanze e nutrimento, oltre che acqua.
- Le piante inoltre micorizzate risultano essere più forti e più predisposte ad affrontare stress ambientali.
- Un altro vantaggio acquisito dalle piante micorizzate è la capacità di eliminare la presenza di metalli tossici nel suolo e riescono a proteggere inoltre la pianta da funghi ed eventuali nematodi. Anche la tolleranza agli sbalzi climatici risulta essere notevolmente migliore.
- Una pianta micorizzata si presenta sicuramente più predisposta a combattere gli stress idrici, riuscendo anche a trasferire i nutrimenti da piante ormai morte a quelle vive.
- Senza ombra di dubbio le piante che son si sono sviluppate in un ambiente ricco di micorrizie riescono a produrre prodotti piu’ ricchi e nutrienti.
- Ma i benefici non sono finiti qui. Le micorrize inoltre migliorano la struttura del suolo e quest’ultimo risulterà sicuramente più ossigenato, meno predisposto all’erosione
I BENEFICI DELL’APPARATO RADICALE DELLA PIANTA
Grazie alla micorrizazione, vi è un notevole aumento dell’apparato radicale della pianta (sia reale che suppletivo). Di conseguenza, questo comporta frequenti vantaggi e benefici:
- Aumento delle capacità di assorbimento ed immagazzinamento dell’acqua.
- Elevato assorbimento degli elementi nutritivi già presenti nel suolo o in quelli aggiunti.
- Maggiore tolleranza agli stress: come ad es. da trapianto, da siccità, termici, ecc..
- Induzione preventiva delle autodifese presenti nelle piante.
- Ripristino della biodiversità microbica del suolo, parte integrante della fertilità.
QUALI SONO I VANTAGGI DI UNA PIANTA MICORRIZZATA
Gli effetti positivi delle micorrize sulle piante sono numerosi.
- Il principale è l’aumento della capacità di assorbimento
di nutrienti minerali e acqua dal suolo.
L’espansione del micelio esterno del fungo oltre la rizosfera è il motivo principale di questo effetto, poiché permette il raggiungimento di nutrienti al di fuori della zona di azione delle radici.
La creazione di questo particolare microambiente che si viene a creare nella rizosfera, genera un’attività di antagonismo per sottrazione di spazio ai patogeni radicali che permette alla pianta una migliore sanità.
L’Incremento della capacità di assorbimento, dei nutrienti è dovuto alla costituzione di un ulteriore apparato di assorbimento per la pianta (rete di ife extraradicali) che possiede una più alta capacità di «sfruttamento» del suolo (Figura ). Le ife extraradicali, avendo un diametro inferiore a quello delle radici fini, riescono a penetrare in pori di piccole dimensioni; esse si sviluppano anche su maggiori distanze superando eventuali zone povere di nutrienti. Vengono così migliorati gli assorbimenti di tutti gli elementi nutritivi e dell’acqua.
In particolare la simbiosi micorrizica favorisce gli assorbimenti di macro (P, N, K, Ca, Mg) e micronutrienti (Cu, Zn, Fe), elementi che vengono trasportati a livello dell’arbuscolo e da questo ceduti alla pianta.
QUALI SONO I VANTAGGI E I BENEFICI PER IL CAMPO
Lo scambio di sostanze nutritive messo in atto dal procedimento della micorriza si innesta in un processo di agricoltura simbiotica, che rende particolarmente fertile il terreno ed i raccolti, apportando i seguenti benefici:
1) PER LA PIANTA
- Potenziamento dell’apparato radicale anche fino a 800 volte grazie ai funghi micorrizici e filamentosi.
- Maggior disponibilità di nutrienti e microelementi anche per l’azione dei P.G.P.R. (batteri della rizosfera promotori della crescita).
- Conferimento di una maggior vigoria e rusticità alla pianta per via della maggior nutrizione.
- Sostentamento della pianta in presenza di stress abiotici quali ad esempio quello idrico.
- Stimolazione della pianta tramite la produzione endogena di auxine, citochinine, gibberelline.
2) PER IL SUOLO
- Modificazione della struttura del suolo, come ad esempio: tramite la produzione di polisaccaridi batterici.
- Ripristino della biodiversità del terreno tramite l’insediamento di una microflora benefica e selezionata, specifica della rizosfera.
- Contrasto alla cosiddetta “sindrome del reimpianto” ristabilendo la “complessità” microbica, spesso ridotta dall’impiego massivo di fungicidi e fumiganti.
- Arricchimento del terreno di sostanza organica grazie al contributo del ciclo vitale dei microrganismi (rilevante a partire dal 3° anno).
- Aumento della vitalità microbica già presente nel terreno.
3) PER LA PREVENZIONE
- Prevenzione (a largo spettro) delle più diffuse malattie radicali grazie all’antagonismo del consorzio microbico con i patogeni per l’occupazione della nicchia microbiologica.
- Aumento della resistenza meccanica dei tessuti radicali (come ad esempio: lignificazione e suberificazione delle pareti cellulari).
- Induzione della resistenza sistemica attraverso la up regulation e la down regulation o addirittura la disappear di specifici geni.
- Riduzione dell’incidenza delle malattie iatrogene (quelle derivate dall’uso improprio degli agro-farmaci o di sostanze fito-tossiche).
- Risposta attiva alla sempre più frequente “immuno-compressione” delle piante per via dell’inoculo di una rinnovata flora microbica.
4) PER IL RACCOLTO E PER LA PRODUZIONE
- Contribuisce all’aumento della pezzatura dei frutti per la maggior nutrizione che la pianta riesce a sfruttare.
- Favorisce l’anticipo dell’interruzione della dormienza delle gemme.
- Sostiene l’allegagione perché la pianta ha sufficienti risorse per supportare un maggior numero di frutti.
- Riduce le fallanze per la preventiva azione di antagonismo svolta dai funghi saprofiti presenti nel consorzio.
- Anticipa e uniforma la maturazione.
- Aumenta le rese: o per una minor perdita di piante e/o un maggior peso specifico e/o un maggior numero di frutti.
- Maggior uniformità nei prodotti raccolti grazie alla connessione da parte del micelio extra-radicale delle diverse piante ed alla riallocazione delle risorse tra di esse.
5) PER LA QUALITÀ
- Prolunga la conservabilità per l’elevata presenza di antiossidanti.
- Migliora la consistenza dei frutti ed ottimizza la loro colorazione.
- Agevola l’accumulo degli zuccheri e di conseguenza il grado brix.
- Valorizza le caratteristiche organolettiche per l’aumento dei fenoli
6) PER LA SALUBRITÀ
- Potenzia gli alimenti funzionali (quelli che hanno effetti positivi per l’organismo umano) e gli aspetti nutraceutici (sostanze benefiche per la salute in essi contenuti).
- Riduce i residui dei prodotti fitosanitari.
- Diminuisce l’accumulo dei nitrati e contribuisce a mantenere nei limiti ammessi i prodotti raccolti.
- Riduce l’impatto ambientale.
GLI ALTRI VANTAGGI
- Le micorrize incrementano la tolleranza agli stress, prevengono le patologie radicali, ottimizzano l’uso dei fertilizzanti, bonificano i suoli, per cui sono indicati nella “stanchezza” dei terreni.
- Maggiore resistenza alla siccità e resistenza a livelli di salinità elevati. Le micorrize incrementano anche la tolleranza delle piante a condizioni di limitato stress idrico e salino, come risultato di un incremento della conducibilità idraulica delle radici, di un miglioramento della regolazione degli stomi e del potenziale osmotico cellulare e di una maggiore capacità di estrazione dell’acqua per una più elevata superficie di contatto del sistema ife-radici con le particelle del suolo
- Parziale effetto di barriera meccanica nei confronti di funghi patogeni e alcune specie di nematodi. Infatti è stato osservato che la colonizzazione radicale da parte dei funghi micorrizici arbuscolari determina un cambiamento di natura fisiologica e biochimica nelle cellule dell’apparato radicale.
Diversi studi hanno mostrato che la micorrizazione induce un incremento della produzione e dell’accumulo di composti fenolici nelle pareti cellulari delle radici. Ciò determina una maggiore rigidità delle pareti cellulari e una loro minore digeribilità da parte degli enzimi degradativi di alcuni patogeni fungini.
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