CHI È IL CACCIATORE

Il cacciatore è chi va a caccia di selvaggina o di uccelli, e anche chi ha esperienza e abilità nella caccia. Come qualifica professionale, è la persona che pratica la cattura, con qualsiasi mezzo, di animali non domestici, e anche chi provvede alla custodia e al ripopolamento di zone venatorie.

Il cacciatore può cacciare in gruppo, come può cacciare di frodo, cioè caccia senza avere la prescritta licenza o dove c’è divieto di caccia, o che comunque trasgredisce le leggi sulla caccia.

Il cacciatore oggi lo è per tradizione famigliare o per scelta ragionata personale. È, in genere, gestore della fauna e dell’ambiente.

Il cacciatore senza armi, si sottopone volontariamente a interventi di ripristino e riqualificazione ambientale, a catture e rilasci di fauna selvatica, a censimenti non esclusivamente per scopi venatori. Collabora sul territorio con gli agricoltori per ridurre l’impatto delle specie nocive.

Alcuni cacciatori si accontentano di caccie che si basano su animali di allevamento che non danneggiano l’equilibrio naturale. I cosiddetti “rilasci” e le aziende faunistico-venatorie già svolgono l’importante ruolo di assorbire l’impatto maggiore della pressione venatoria.

Il cacciatore svolge il ruolo di responsabile e competente utilizzatore di una risorsa rinnovabile quale la fauna selvatica cacciabile. È pertanto indispensabile che egli abbia conoscenze sufficientemente approfondite in discipline e settori molto diversi ed estesi.

COME DIVENTARE CACCIATORE

Per poter esercitare la caccia occorre essere in possesso di apposita “abilitazione” che si consegue a seguito del positivo superamento di un esame, valido per l’esercizio dell’attività venatoria sul territorio nazionale (zona Alpi compresa), da sostenere presso la provincia di residenza.

II candidato che ha presentato istanza è convocato dall’Amministrazione Provinciale per sostenere l’esame di abilitazione, a seguito del quale, se superato, viene rilasciato apposito certificato, da allegare alla richiesta di porto d’ armi indirizzata alla Questura competente per territorio.

Entro un mese dal rilascio del certificato di abilitazione venatoria deve essere presentata all’Ufficio Caccia, Pesca, Parchi e Foreste comunicazione relativa all’opzione di caccia, secondo le disposizioni previste dall’art 12 c. 5, L. 157/92.

L’OPZIONE DI CACCIA

Il regolamento prevede l’obbligo in capo a tutti i neo cacciatori, superato positivamente l’esame per il conseguimento dell’abilitazione venatoria di comunicare alla propria provincia di residenza l’opzione sulla forma esclusiva di caccia che si intende praticare in tra le seguenti:

L’opzione sulla forma di caccia prescelta in via esclusiva ha durata indeterminata e può essere modificata previa comunicazione, da parte del cacciatore alla provincia o Città metropolitana di residenza, entro la data del 31 gennaio di ciascun anno con validità a far data dall’inizio della stagione venatoria successiva.

L’opzione sulla forma di caccia prescelta non può essere modificata nel corso della stagione venatoria se non per i seguenti motivi:

I DOCUMENTI NECESSARI PER L’IDONEITA’ ALL’ATTIVITA’ VENATORIA

Per poter praticare la caccia è obbligatorio possedere la licenza di caccia.

Il permesso di cacciare, viene rilasciato dalla Prefettura, solo a coloro che hanno compiuto 18 anni e dopo che si è superato l’esame di idoneità all’attività venatoria.

Per sostenere l’esame preliminare di idoneità all’attività venatoria bisogna recarsi all’Ufficio Provinciale Caccia e presentare i seguenti documenti:

IL CACCIATORE

Il cacciatore ha un rispetto e un amore per la natura che nemmeno si può immaginare. Rispetto l’animale che uccide e si preoccupa di non farlo soffrire, non va a caccia con l’unico scopo di fare un carniere sostanzioso ma di passare delle splendide giornate a contatto con la natura ed è contento anche se ritorna a casa a mani vuote purché abbia fatto tanti avvistamenti e provato delle emozioni. La maggior parte degli italiani si dice contraria a questo mondo ma ne è totalmente ignorante a riguardo.

Il vero problema della diminuzione degli animali non è la caccia ma l’aumento dell’inquinamento, la distruzione degli habitat e l’abbandono delle campagne, Molti animali migratori passano dal nostro paese ma non vi sostano proprio perché le nostre campagne non sono più coltivate e non sanno ovviamente che mangiare.

I cacciatori hanno una conoscenza diretta (e spesso, almeno per alcune specie, molto approfondita) della fauna e degli ecosistemi che essa occupa. In molti casi si avvicinano alla caccia per tradizione familiare e la vivono come una cosa “naturalmente” positiva. Quelli evoluti la interpretano inoltre come attività sostenibile, fondata su scienza, tecnica ed etica cacciatori hanno una conoscenza diretta della fauna e degli ecosistemi.

I CACCIATORI, UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE

In Italia i cacciatori stanno gradualmente scomparendo e rappresentano ormai meno dell’1 per cento della popolazione.

La caccia, insieme all’antropizzazione e alla perdita di habitat, rappresenta una seria minaccia per la biodiversità (e per i cittadini) del nostro Paese. Nel corso della storia diverse specie si sono estinte anche a causa della pressione venatoria, oggi però ad essere a rischio di estinzione sono i cacciatori.

Il numero dei cacciatori italiani è in costante diminuzione. Attualmente i cacciatori rappresentano poco più dell’uno per cento della popolazione. Inoltre, in base ai sondaggi, otto italiani su dieci vogliono abolire la caccia.

Tra le licenze di caccia che sarebbero state rilasciate queste, bisognerebbe capire quali realmente afferenti alla scelta di andare a caccia. Si sospetta che alcune di queste licenze vengano impiegate per fini sportivi o addirittura per difesa personale. Inoltre, stanno invecchiando. Contrariamente al loro numero l’età media dei cacciatori è in aumento (si aggira tra i 65 e i 78 anni).

IL 1990, IL PRIMO REFERENDUM ANTICACCIA

Il primo storico referendum contro la caccia avvenne il 3/4 giugno 1990. Nonostante la maggior parte degli italiani si schierò contro la caccia il referendum non raggiuse il quorum necessario per consentirne l’applicazione, anche a causa dell’invito a disertare le urne effettuato da quasi tutti i partiti politici. Votò il 43,4 per cento della popolazione e il 92,2 per cento dei cittadini votò contro la caccia. A venticinque anni dallo storico referendum si è realizzata una nuova proposta di legge per la riforma organica dell’attività venatoria.

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