COME DEFINIRE IL FIORE

come definire il fiore

Il fiore è una parte della pianta, contiene gli apparati riproduttivi, composti da più parti che possono considerarsi foglie modificate.

In esso avviene l’impollinazione, la fecondazione e la formazione del seme. In senso lato, il fiore è un germoglio trasformato che porta gli sporofilli, foglie speciali adibite alla funzione riproduttiva, è l’organo della riproduzione sessuale di molte piante.

Il fiore è formato da foglie disposte a corona all’estremità di uno stelo. Nel fiore si notano le parti sterili da quelle fertili. Nella parte sterile si trova una corona di foglioline chiamate sepali, nel loro insieme formano il calice. All’interno si trovano i petali che nel loro insieme formano la corolla. All’interno della corolla si trovano gli stami (organo maschile) e il pistillo (organo femminile). Gli stami sono sottili e all’estremità si trovano le antere, che contengono il polline. Il pistillo è formato da un tubicino, lo stilo, che finisce con la parte più larga e appiccicosa, lo stimma, che trattiene il polline; alla base si trova l’ovario che contiene gli ovuli.

COME SI È EVOLUTO IL FIORE

Comparso 125 milioni di anni fa circa, il fiore si è evoluto nel corso del tempo. I fiori più antichi e più primitivi possiedono numerosi elementi fiorali, quelli più recenti e più evoluti ne hanno invece pochi. I fiori delle piante coltivate sono più grandi, vistosi e colorati di quelli delle piante spontanee, hanno una molteplicità di colori. Questo perché l’uomo, attraverso ripetuti incroci tra fiori più grandi o più colorati, li ha progressivamente selezionati favorendo quelli più vistosi. Le piante coltivate e, in particolare, i loro fiori, hanno perciò un aspetto molto diverso dalle loro antenate che crescevano spontaneamente in natura.

COME È CAMBIATO IL FIORE NEL CORSO DI MILIONI DI ANNI

Il primo fiore, si è via via trasformato nel corso dell’evoluzione. Gli incroci ripetuti tra un fiore e l’altro, che avvennero e avvengono spontaneamente in natura, determinarono nel corso del tempo quelle variazioni che hanno reso possibile la comparsa di fiori diversi l’uno dall’altro. Alcuni appaiono particolarmente vistosi e colorati, mentre altri, piccolissimi e semplici, sono poco appariscenti. I diversi tipi di fiore testimoniano un diverso livello di evoluzione. Nel corso di milioni di anni il numero di elementi fiorali, cioè sepali, petali, stami e carpelli, è diminuito progressivamente. I fiori più primitivi hanno molti elementi fiorali, dal numero imprecisato.

QUAL’È LA VARIETÀ DEI FIORI

I fiori possono essere sessili o peduncolati, e sul ricettacolo, la parte terminale dell’asse, sono inserite le parti fiorali, che sono di quattro tipi: sepali e petali (sterili), stami e carpelli (fertili). Vi sono fiori detti incompleti che mancano di alcune di queste parti. Nel caso siano deficitari di stami o carpelli il fiore si dice imperfetto. Nel caso in cui il fiore sia completo di tutte le parti fertili esso si dice ermafrodita o perfetto. Il numero delle parti fiorali (numero dei sepali, dei petali, degli stami e dei carpelli) varia tra le famiglie ed è un carattere diacritico.

QUALI SONO I FIORI ERMAFRODITI E I FIORI UNISESSUATI

Il fiore varia in base alla presenza o meno dell’androceo o del gineceo. Il fiore tipo è ermafrodito pertanto è provvisto di entrambi gli organi di riproduzione. Un fiore ermafrodito può essere fisiologicamente unisessuale perché gli organi riproduttivi di uno dei due sessi sono sterili.

I fiori unisessuali sono distinti in staminiferi o maschili, se provvisti del solo androceo, e in pistilliferi o femminili se provvisti del solo gineceo. In base alla disposizione dei fiori unisessuali, le piante sono dette monoiche se provviste di fiori su cui si trovano organi sessuali maschili o femminili separati ma concomitanti su uno stesso individuo vegetale, o dioiche se i due sessi si trovano su individui vegetali distinti. In quest’ultimo caso si parla di piante maschili e piante femminili.

A CHE COSA SERVE IL FIORE

Il fiore è l’organo indispensabile affinché una pianta possa riprodursi generando nuove piantine simili. Analogamente a ciò che avviene negli animali, in cui la riproduzione sessuata richiede la presenza di due genitori, nelle piante tale riproduzione avviene solo se la pianta fiorisce: il fiore infatti assicura la presenza di una parte maschile, che produce il polline, e una parte femminile, che produce gli ovuli.

Quando l’antera che contiene il polline è matura, quest’ultimo è liberato all’esterno e trasportato lontano attraverso l’impollinazione. Il termine del viaggio si ha nel momento in cui il granulo di polline raggiunge lo stimma di un altro fiore e vi rimane attaccato. È in questo momento che il polline emette un sottilissimo tubicino, il tubo pollinico, che gli permette di percorrere tutto lo stilo fino a raggiungere l’ovario situato in fondo al pistillo. Ed è qui che le cellule maschili, cioè i granuli di polline, raggiungono le cellule uovo femminili e si fondono insieme a queste; avviene così la fecondazione a cui seguirà lo sviluppo di un frutto che contiene al suo interno i semi.

COME SI SUDDIVIDE IL FIORE IN BASE AGLI ELEMENTI SESSUALI

Bisessuato (ermafrodito – perfetto): se possiede stami e carpelli, cioè sia l’apparato maschile sia quello femminile.

Unisessuato (imperfetto): se manca uno dei due apparati, quindi possiede o solo l’apparato femminile (pistillifero) o solo quello maschile (staminifero).

I diversi tipi di fiore determinano anche il sesso delle piante:

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