COME DEFINIRE L’ALLEVAMENTO INTENSIVO

come definire l'allevamento intensivo

Parallelamente alle coltivazioni agricole, si è sviluppato ampiamente anche l’allevamento intensivo: gli animali vivono in uno spazio ridotto, quasi sempre nei recinti o nelle stalle chiuse e sono nutriti con alimenti appositamente preparati per farli crescere più in fretta.

In questi ultimi tempi ci sono stati dei ripensamenti e molti agricoltori e allevatori applicano metodi più naturali riducendo l’uso di fertilizzanti e altri prodotti di origine chimica, per ottenere cibi più sicuri.
Sul mercato troviamo perciò cibi provenienti da agricoltura e allevamenti intensivi e da allevamento e agricoltura biologici.

L’ALLEVAMENTO INTENSIVO

L’allevamento intensivo o allevamento industriale è un allevamento che utilizza tecniche industriali e scientifiche per ottenere la massima quantità di prodotto al minimo costo. Utilizza il minimo spazio, tipicamente con l’uso di appositi macchinari e farmaci veterinari. La pratica dell’allevamento intensivo è estremamente diffusa in tutti i paesi sviluppati. La gran parte della carne, dei prodotti caseari e delle uova che si acquistano nei supermercati viene prodotta in questo modo.

Diventa l’attività esclusiva dell’azienda e non si affianca più all’attività agricola.

Gli animali sono allevati in grandi stalle dove vengono impiegati sistemi automatizzati per l’alimentazione e la mungitura.

Le specie animali sono selezionate geneticamente in modo da ottenere razze che siano adatte soprattutto ad uno scopo (ad una massima resa di latte o di carne). Esse vengono nutrite con alimenti composti nei quali sono presenti anche derivati del petrolio e prodotti chimici.

COME SI STA EVOLVENDO ATTUALMENTE L’ALLEVAMENTO

Tuttavia lo sviluppo degli allevamenti intensivi ha portato anche a far emergere i problemi ad esso legati, come inquinamenti ambientali, peggioramento della qualità delle carni, diffondersi anche di alcune patologie (si pensi, ad esempio, al caso della mucca pazza). Per queste ragioni si sta diffondendo la zootecnica biologica.

QUALI SONO I PRINCIPALI PAESI AL MONDO ALLEVATORI DI BESTIAME

I principali paesi al mondo allevatori di bestiame sono la Cina e Brasile.

CARATTERISTICHE DELL’ALLEVAMENTO INTENSIVO

Le caratteristiche comuni della maggior parte degli allevamenti intensivi sono i seguenti:

L’allevamento intensivo si inserisce nel filone della ricerca della massima produzione di pochi prodotti facilmente vendibili sul mercato o esportabili. Nell’ allevamento intensivo gli animali sono nutriti con mangime industriale da monocolture spesso importato, in genere soia (spesso geneticamente modificata).

L’allevamento intensivo è la principale fonte di sofferenza per gli animali. Ma i danni che provoca impattano non solo sugli animali ma anche sull’ambiente e sulla salute delle persone.

ALCUNE INFORMAZIONI IMPORTANTI

LE MALATTIE E LA SALUTE

LE RISORSE

L’AMBIENTE E L’INQUINAMENTO

L’impatto dell’allevamento intensivo va molto al di là dei confini del capannone in cui sono allevati gli animali; un enorme superficie di terreno è dedicata alle monocolture chimiche di cereali e soia per il mangime degli animali.

Alcuni dei nostri uccelli più amati sono scomparsi, specie una volta comuni nella campagna inglese come l’allodola, la tortora e, la pavoncella sono diminuite sensibilmente. Questo a causa dell’allevamento intensivo e dei cereali.

L’industria scozzese di allevamento intensivo di pesce ha prodotto emissioni di azoto paragonabili alla produzione di liquami di 3.2 milioni di persone. La popolazione della Scozia è di poco superiore a 5 milioni di persone.

CONCLUSIONI

In conclusione, si ha un allevamento intensivo laddove gli animali vengono trattati come macchine produttive piuttosto che come esseri senzienti con necessità di benessere quali sono. Comprende modalità di allevamento caratterizzate dall’uso di sistemi di restrizione (gabbie) o capannoni sovraffollati, o recinti esterni senza alcun arricchimento dove gli animali hanno la tendenza a contrarre malattie causate da questo tipo di produzione.

L’allevamento intensivo è energivoro; utilizza mangimi concentrati, intensa meccanizzazione e bassi standard lavorativi.

L’ATROCITÀ DEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI

Gli allevamenti intensivi sono atroci, sia per la carne che per latte e uova.

Poi c’è un discorso etico sul fatto che sia giusto o meno uccidere un animale creando sofferenza. È decisamente più atroce far ingravidare una mucca per poi toglierli il figlio (vitello) per poter prendere il latte che era destinato a lui. È innaturale uccidere un animale nato e cresciuto libero di correre e felice per cibarmene. I nativi americani ad esempio veneravano i bufali delle praterie, se ne cibavano e si coprivano con le loro pelli. Avevano un rapporto molto spirituale e di rispetto verso tutti gli animali. Certamente sono atroci gli allevamenti intensivi (sia per la carne che per latte e uova)

Ultimo appunto sulla carne, ricordate che ha un impatto ambientale elevatissimo: «A parità di apporto calorico, la produzione di carne bovina richiede 28 volte più terra, 11 volte più acqua e sei volte più fertilizzanti – e libera cinque volte più gas serra – rispetto alla produzione di altre carni, uova e prodotti caseari. Questi alimenti, a loro volta, richiedono da due a sei volte le risorse necessarie a produrre grano, riso o patate per un valore calorico equivalente

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