COSA È IL PORTAINNESTO

Il portainnesto è la porzione di pianta che fornisce le radici all’innesto che dà invece i fiori e i frutti.

Il portinnesto è la parte inferiore di una pianta moltiplicata con la tecnica dell’innesto. Una pianta innestata è un albero, un arbusto o, meno frequentemente, una pianta erbacea, ottenuta dall’unione di due o più individui, detti bionti. Quello inferiore, il portinnesto, fornisce l’apparato radicale e una parte più o meno sviluppata dell’apparato caulinare, mentre quello superiore, la marza o nesto, costituisce la chioma.

PERCHÈ OCCORRE UN PORTAINNESTO

La tecnica dell’innesto si è sviluppata per poter meglio selezionare le caratteristiche desiderate da ogni tipo di pianta ed è molto antica. La riproduzione da seme di una pianta da frutto comporta variabili: non è possibile sapere a priori come sarà la pianta figlio. Grazie all’innesto invece si può sia scegliere una base che abbia caratteristiche di resistenza a una certa condizione climatica che selezionare un nesto che produca la tipologia di frutto desiderata.

Questa tecnica è tanto efficace che è diventata oggi la norma nella grande maggioranza degli alberi da frutto coltivati. 

Innestare non è un’operazione semplice e generalmente è un lavoro per professionisti, molti hobbisti si accontentano di comprare piantine già innestate.

LA FUNZIONE DEL PORTAINNESTO

Il portinnesto ha la funzione di fornire alla pianta determinate proprietà in modo migliore di quanto lo possa fare il nesto da solo. Tali proprietà dipendono dagli scopi per cui si effettua l’innesto.

Quando l’innesto si esegue per scopi di propagazione, il portinnesto assolve ad una o più delle seguenti funzioni:

LA SCELTA DEL PORTAINNESTO

In queste condizioni, che rientrano nell’ordinarietà, l’agricoltore sceglie la migliore combinazione per realizzare gli scopi previsti: la cultivar innestata risponde agli obiettivi produttivi che si sono prefissati, il portinnesto conferisce le particolari proprietà di adattamento, resistenza e regolazione indispensabili affinché la cultivar assolva nel modo migliore agli obiettivi produttivi.

In altre condizioni, determinate da contesti specifici, la scelta del portinnesto è forzata da una situazione preesistente. Ad esempio, il reinnesto utilizza sempre le piante preesistenti come portinnesti allo scopo di correggere scelte sbagliate (insuccesso della cultivar scelta, introduzione di un impollinatore) o riconvertire gli orientamenti produttivi (sostituzione di una cultivar obsoleta sotto l’aspetto tecnico o economico).

Va infine citata la scelta di portinnesti presenti nella vegetazione spontanea preesistente. Questa pratica, frequente in passato, aveva lo scopo di sfruttare economicamente la vegetazione spontanea e derivava da consuetudini dettate dalle tradizioni locali o, talvolta da specifiche disposizioni legislative:

LE CARATTERISTICHE DEL PORTIINNESTO

Il portinnesto è elemento fondamentale della pianta perché rappresenta tutto quello che sta sotto il colletto del fusto, per cui l’intero apparato radicale dell’albero. Da lui dipendono la resistenza a climi avversi, la capacità di sopportare l’aridità e per buona parte anche la resistenza a insetti e malattie. Inoltre il portinnesto condiziona molto il ciclo colturale, quindi influenza i tempi di maturazione e raccolta della frutta.

Cosa determina il portinnesto:

I REQUISITI DEL PORTAINNESTO

Affinché una specie o una varietà o altro tipo genetico possa essere impiegato come portinnesto, deve possedere proprietà morfo funzionali desiderate tali da beneficiarne nella tecnica dell’innesto e deve rispondere a specifici requisiti.  Deve essere:

I PORTINNESTI FRANCHI O CLONATI

I portinnesti franchi o semenzali sono ottenuti da piante nate da seme. Si ricorre a questi portinnesti per alcune specie quando non sono richiesti particolari requisiti o uniformità. In generale conferiscono una spiccata vigoria e una maggiore resistenza alla siccità.

I portinnesti clonali sono ottenuti da piante madri propagate per via vegetativa (per talea, margotta, propaggine, ecc..). Le piante madri sono sempre selezioni genetiche di specie in purezza o ibridi interspecifici. Questi portinnesti sono usati per scopi mirati e conferiscono una notevole uniformità, pertanto sono generalmente preferiti nella frutticoltura intensiva.

LA COMPATIBILITÀ DEL PORTAINNESTO

Il portainnesto deve essere compatibile con l’innesto, vale a dire con la varietà (o la specie) da inserire: esistono infatti affinità e disaffinità fra le due parti vegetali che devono essere rigorosamente rispettate, pena la morte dell’innesto nell’arco di 2-3 anni.

La compatibilità viene sicuramente rispettata negli esemplari reperibili in vendita, così come in quelli creati da un vivaista esperto su richiesta: l’avvertimento vale nel caso in cui desideriate innestare voi direttamente un franco (per es. prodotto da un seme ricavato da un frutto particolarmente buono e la cui pianta non si è poi rivelata all’altezza della madre) oppure un albero dai frutti poco buoni in generale. In questo secondo caso avrete un albero con doppio innesto: uno alla base dal vivaio (che diventa l’innesto intermedio) e il secondo vostro, più in alto, che darà i frutti; non segate al di sotto del primo innesto, pensando di far bene a escludere il primo innesto, perché difficilmente il portainnesto sopravvivrebbe a un nuovo innesto diretto; verificate comunque che il vostro innesto sia compatibile sia con l’innesto intermedio (che diventa il secondo portainnesto), sia con il portainnesto radicato. L’innesto intermedio è necessario, per es., volendo coltivare un pero William o Kaiser su cotogno (incompatibile con entrambi): in mezzo si pone un innesto di Curato o Passa Crassana, che a loro volta vengono innestati con una delle due varietà desiderate.

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