I TIPI E LE FORME DI AGRICOLTURA NEL MONDO

i tipi e le forme di agricoltura nel mondo

L’agricoltura è l’attività economica maggiormente praticata sulla Terra. Serve all’ uomo per nutrirsi. Per procurarsi il cibo gli uomini devono operare in stretto rapporto con la natura, proprio dalla natura dipende l’attività agricola: sono il clima, la tipologia del suolo e la presenza di acqua che la rendono possibile.

L’agricoltura è stata inventata circa 8000 anni fa.

Le coltivazioni più diffuse sono quelle dei 3 grandi cereali: mais, riso e frumento e delle piante industriali (canna da zucchero, barbabietola da zucchero, caffè, cacao, cotone, tè, ecc..)

La pratica delle diverse forme di agricoltura dipende sia dall’ambiente fisico/geografico sia dal livello di sviluppo economico, tecnologico e sociale.

L’AGRICOLTURA DI SUSSISTENZA

Produce esclusivamente per l’autoconsumo, quindi i prodotti non vengono né venduti né esportati, ma consumati all’interno della comunità per la sopravvivenza.

Questo tipo di agricoltura è caratteristica dei paesi in via di sviluppo e non è supportata da grandi innovazioni tecnologiche.

L’agricoltura di sussistenza o di ‘di autoconsumo ‘ consiste in coltivazioni e/o allevamenti destinati al consumo diretto delle famiglie contadine, indispensabili per la sopravvivenza. L’agricoltura di sussistenza è praticata ancora oggi nei paesi non industrializzati, dove si vive da millenni di quello che produce il proprio territorio con la propria forza manuale.

Come numero di addetti è il tipo di agricoltura principale nel mondo.

Le produzioni variano a seconda dei luoghi ed ambienti in cui si vive, oltre ai prodotti animali vi sono gli ortaggi e alcuni cereali come il sorgo, il miglio, il mais, il riso, ottenute tramite sementi e razze locali.

Per la legge italiana l’autoconsumo dei prodotti della terra non è considerato fonte di reddito e pertanto chi vive di questo non può venire considerato agricoltore.

L’AGRICOLTURA TRADIZIONALE

L’attività agricola tradizionale è definita agricoltura di sussistenza ed è caratterizzata da una bassa produttività.  Quasi tutto il raccolto viene destinato alla sussistenza cioè alla sopravvivenza della famiglia contadina. L’agricoltura di sussistenza è praticata ancora oggi negli stati più arretrati del pianeta, dove non hanno macchine agricole, fertilizzanti o impianti di irrigazione e dove mancano le strutture per la conservazione dei prodotti in eccedenza.

L’agricoltura di sussistenza si presenta in forme diverse:

L’AGRICOLTURA DI MERCATO

L’agricoltura di mercato caratterizza soprattutto i paesi sviluppati, anche se occorre non generalizzare eccessivamente. Esistono infatti paesi parzialmente svi­luppati (come l’Argentina o il Brasile) dove coesistono le due agricolture, talora as­sieme alle grandi piantagioni. La prima rivoluzione industriale può essere conside­rata responsabile della sua diffusione su vasta scala.

Con l’adozione di tecniche sofisticate e di macchine, e poi con l’impiego sempre più massiccio di prodotti chimici di sinte­si al posto delle sostanze naturali, si sono ottenute rese sempre più elevate.

Questo tipo di agricoltura impiega in genere pochi addetti in rapporto alla quan­tità del prodotto; in alcuni casi si può parlare di vera agricoltura industriale, per­ché il procedimento produttivo somiglia più a quello industriale che a quello agri­colo tradizionale.

L’impiego in agricoltura di macchine agricole, di impianti per l’irrigazione e di prodotti chimici permette di aumentare decisamente la fertilità e la produttività del suolo.

Questa agricoltura sfrutta il suolo intensamente e richiede elevati investimenti, quin­di per praticarla occorrono capitali e tecnologia.

L’AGRICOLTURA COMMERCIALE

L’agricoltura commerciale ha l’obiettivo di produrre quantità sempre crescenti di beni da destinare alla vendita.

L’ agricoltura si presenta come:

Riguarda le grandi produzioni destinate alla distribuzione e alla trasformazione industriale ed è tipica dei paesi più sviluppati.

L’agricoltura di mercato può contare su importanti mezzi tecnici e tecnologici (biotecnologie, fertilizzanti, antiparassitari).

L’AGRICOLTURA DI SPECULAZIONE

L’agricoltura di speculazione deriva dal passato, quando il colonialismo europeo aveva assoggettato vastissime aree del mondo, imponendo una serie di col­tivazioni uniformi su grandi spazi, fruendo della manodopera indigena e degli schiavi, soprattutto neri dell’Africa. Questo fenomeno si sviluppò dapprima in America, a partire dal secolo xvi, e poi in Africa, in Asia e in Oceania; ma in questi ultimi due continenti non si ricorse alla schiavitù, perché in Asia le masse umane erano anche in passato fatte di grandi numeri e quindi bisognose di lavoro, e in Oceania le estensioni furono minori e si supplì alla scarsità di manodopera locale con l’immigra­zione dall’Asia e dall’Europa.

Le potenze europee, affiancate in seguito dagli Stati Uniti, hanno modificato e ampliato le coltivazioni agricole e gli spazi dell’alleva­mento su scala mondiale per i propri fini commerciali e industriali. In America, e poi in Africa, in Asia e in Oceania, vennero introdotte e diffuse colture e animali da al­levamento originari di altre regioni del mondo, non destinati al consumo locale, ma ai grandi traffici internazionali e al rifornimento di materie prime per l’industria dei paesi colonizzatori.

L’AGRICOLTURA BIOLOGICA

L’agricoltura biologica propone alternative ai tradizionali metodi agricoli, ad esempio utilizzando la lotta biologica al posto degli anti-parassitari e limitando al massimo l’uso dei fertilizzanti chimici.

L’agricoltura biologica è un’agricoltura che rispetta la natura utilizzando, ad esempio, solo concimi e fertilizzanti naturali, non utilizza pesticidi chimici, ma adotta la lotta biologica.

Alcune pratiche dell’agricoltura biologica:

I METODI DI COLTIVAZIONE AGRICOLA

Un sistema economico di sussistenza, che ritroviamo soprattutto in Africa, Asia meridionale e orientale e in America Latina, si divide in estensivo e intensivo.

Ci sono poi 2 metodi principali di coltivazione:

A) Agricoltura estensiva:

L’agricoltura estensiva coinvolge vaste aree di superficie e minima concentrazione di manodopera per ettaro: una sola coltura su grandissime aree (tipica dei latifondi) con pochi lavoratori e macchinari se rapportati all’estensione del terreno. Esempi: piantagioni di cereali, tabacco, soia. Negli USA un contadino, grazie all’impiego delle macchine, può coltivare da solo 100 ettari di terreno (1 milione di metri quadrati!).

Tra i diversi tipi di agricoltura di sussistenza estensiva, due sono di particolare interesse:

Il nomadismo pastorale e l’agricoltura itinerante. Il primo comprende il movimento migratorio controllato di bestiame che si alimenta solo di vegetazione spontanea. Gli animali forniscono una gran quantità di prodotti, come latte, formaggio, carne e pelli. La pastorizia nomade è una scelta obbligata per abita in luoghi con precipitazioni scarse o climi rigidi, ma ormai è in declino. L’agricoltura itinerante prevede che ci si sposti altrove, dopo aver sfruttato il terreno per alcuni anni. Quindi per mantenere la produttività, si effettua una rotazione dei campi anziché delle colture.

B) Agricoltura intensiva:

L’agricoltura intensiva prevede la coltivazione di piccoli appezzamenti attraverso il ricorso a una grande mobilitazione di manodopera per ettaro, sfruttare al massimo il terreno per farlo rendere il più possibile utilizzando macchinari, fertilizzanti, ecc.. (tipica dei terreni più piccoli) con molti lavoratori per garantire la massima resa del terreno. Esempi: terrazzamenti, vigneti, uliveti.

L’AGRICOLTURA CONVENZIONALE E BIOLOGICA

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