I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI DELL’INERBIMENTO DEL VIGNETO

i vantaggi e gli svantaggi dell'inerbimento del vigneto

L’inerbimento del vigneto è una pratica di coltivazione del terreno molto utilizzata dalle aziende vinicole, non solo per risparmiare in termini di costi e fatica, ma anche perché contribuisce alla bontà del prodotto finale: il vino.

Questa tecnica consiste nella creazione di un prato in vigna, formato dalle erbe migliori per questo scopo e in grado di creare un equilibrio biologico tra i microrganismi e gli insetti del terreno. È inoltre in grado di diminuire i problemi che la vite potrebbe sviluppare.

COSA È L’INERBIMENTO DEL VIGNETO

L’inerbimento del vigneto è una delle lavorazioni della vigna più facilmente riconoscibili per un non addetto ai lavori.

Consiste nel rivestire il terreno occupato dalle viti con una copertura erbacea, che andrà controllata e regolata periodicamente attraverso degli sfalci.

L’inerbimento può essere di due tipi:

Nell’inerbimento artificiale si decide quali varietà di erbe seminare scegliendo quelle meno competitive per la vite, caratterizzate da crescita limitata che necessitano di pochissimi sfalci. Un buon miscuglio sotto vigneto per un prato in vigna è composto da festuca rubra, loietto perenne ed una piccola parte di trifoglio repens.

LE ERBE DA UTILIZZARE PER L’INERBIMENTO DEL VIGNETO

L’inerbimento del vigneto, per poter dare dei risultati davvero soddisfacenti, deve essere eseguito utilizzando delle essenze erbacee precise.

Queste le erbe che, a seconda del terreno, non devono mancare quando si prepara a inerbare artificialmente il vigneto:

Qualunque siano le essenze erbacee scelte, l’importante è che siano varietà basse e che non vadano a interferire con la crescita delle viti. Bisogna assicurarsi anche che le sementi che si utilizzano per l’inerbimento abbiano tutte le certificazioni biologiche.

IL PERIODO DI SEMINA E DI GESTIONE

L’inerbimento del terreno può essere svolto in vari periodi dell’anno, ma consigliamo di farlo sempre da metà settembre a fine ottobre e da fine gennaio a metà marzo.

La semina deve avvenire a spaglio o alla volata, cioè spargendo il seme in maniera uniforme su tutta la superficie del terreno. Bisogna comunque spingere i semi a 2cm di profondità tramite un rastrello o un rullo.

Lo sfalcio è un momento fondamentale nel processo di inerbimento del terreno: è così che vengono rilasciati tutti gli elementi nutritivi utili alle piante. Se l’erba viene tagliata troppo presto, infatti, la mineralizzazione sarà rapida e le potenzialità della concimazione organica non verranno sfruttate; se invece l’erba è matura al momento dello sfalcio, si riesce a formare un humus utile ad aumentare l’assorbimento degli elementi nutritivi da parte del terreno.

QUANDO PROCEDERE CON L’INERBIMENTO

Si consiglia di effettuare un primo sfalcio subito dopo la fioritura e un secondo sfalcio dopo quindici giorni.

Questo processo crea un equilibrio naturale nel vigneto: l’erba tagliata crea una sorta di pacciamatura che, oltre a trasferire nel terreno le sostanze nutritive, ripara le radici delle viti dal caldo.

Ci sono viticoltori che preferiscono una tecnica mista: lasciano inerbita la parte centrale del filare, procedendo poi al diserbo delle altre file vicino ai piedi della vite. Questa metodologia è molto costosa e ha senso praticarla solo nel caso in cui le viti siano ancora molto deboli e non riescano a competere con l’erba.

I VANTAGGI DELL’INERBIMENTO NEL VIGNETO

L’inerbimento del terreno, come si intuisce, è una pratica che può portare molti vantaggi alla vigna. Oltre al fatto che, rispetto ai terreni lavorati, grazie a questa pratica si possono ridurre del 95% le perdite suolo, l’inerbimento del terreno porta numerosi vantaggi soprattutto nell’agricoltura biologica.

I vantaggi dell’inerbimento sono molti, i principali sono:

Acqua e vento sono i maggiori fattori abiotici che determinano l’erosione del terreno; la presenza di una copertura erbacea nell’interfila, soprattutto nei terreni ad elevata pendenza, riduce o può addirittura annullare la perdita di terreno e/o i fenomeni franosi che sempre più spesso si verificano.

L’importanza data all’inerbimento è legata al modo in cui questo limita l’erosione del terreno in forte pendenza. Infatti, nei terreni lavorati, gli agenti atmosferici trasportano verso il basso le particelle più fini e le sostanze nutritive, impoverendo le zone più alte. Uno dei modi in cui puoi evitare che il tuo terreno si impoverisca ed eroda è lasciandolo, appunto, inerbito, cioè non lavorato durante l’autunno e l’inverno. In questo modo il tuo terreno, sia esso un vitigno o un frutteto, manterrà una costante presenza di sostanze organiche.

La presenza di un cotico erboso permanente e regolarmente tagliato ha indubbi vantaggi anche sulla fertilità del terreno; migliora, infatti, il trasferimento del fosforo e del potassio negli stadi più profondi del terreno. Inoltre la presenza dell’erba sfalciata lasciata in loco permette, oltre ad aumento della fertilità del terreno, di creare un pacciamatore organico che permette di ridurre (soprattutto durante il periodo estivo) l’evaporazione dell’acqua dal terreno.

La presenza di un terreno inerbito, rispetto ad uno non inerbito, è l’aumento della portanza del terreno; questo si traduce nella possibilità di entrare in campo tempestivamente dopo le piogge per effettuare i trattamenti necessari o la raccolta dei prodotti.

La presenza permanente di specie erbacee permette l’aumento della presenza di insetti utili, pronubi, predatori o parassitoidi di numerosi insetti dannosi all’agricoltura; inoltre la presenza di un cotico erboso aumenta la bellezza paesaggistica degli ambienti rurali.

Per concludere, la presenza di un prato in vigna facilita l’instaurarsi di un equilibrio biologico tra microrganismi e gli insetti del terreno. Nel primo periodo di inerbimento occorre aumentare un po’ le concimazioni azotate.

L’inerbimento non è un rimedio universale ai problemi della vite è una tecnica di gestione che va applicata con intelligenza e cognizione di causa.

GLI SVANTAGGI DELL’INERBIMENTO DEL TERRENO

L’inerbimento del terreno, come ogni pratica di lavorazione (o di non lavorazione, in questo caso) del terreno porta con sé anche degli svantaggi.

Innanzitutto, devi prestare attenzione alla competizione idrica tra il manto erboso e la tua coltura principale, soprattutto se lavori un terreno siccitoso e in assenza di un impianto di irrigazione. In questi casi ricorda che l’inerbimento permanente totale deve essere effettuato solo se il tuo terreno presenta altissime probabilità di erosione e solo se hai ottime disponibilità idriche.

Se l’apporto d’acqua di cui disponi dovesse essere limitato, opta per il sovescio, ovvero un inerbimento parziale. In questo caso, lascia delle aree non inerbite, mantenendo le precedenti lavorazioni del terreno.

Valuta se inerbire il tuo vigneto se vivi in una zona fredda: l’inerbimento, infatti, aumenta il rischio di gelate, perché la temperatura al suolo è più bassa rispetto ai terreni lavorati.

Se però la vigna si trova in una zona con un clima temperato e si dispone di un impianto di irrigazione, allora optare per l’inerbimento del terreno non ha alcuna controindicazione. Anzi, in questo modo riuscirai a ottenere un’uva di miglior qualità, a ridurre i marciumi e anche la presenza del temuto fungo Botrytis. E sappiamo bene come a un’uva ottima corrisponda un buon vino.

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