I VARI ASPETTI DELL’INNESTO ERBACEO IN ORTICOLTURA

i vari aspetti dell'innesto erbaceo in orticoltura

La pratica dell’innesto erbaceo in orticoltura è molto antica anche se non è divenuta di uso comune fino al XX secolo. Alcuni testi testimoniano l’utilizzo di questa pratica già nella Cina antica per la produzione di zucche di grandi dimensioni.

L’innesto può essere effettuato anche su piante erbacee. È una pratica piuttosto comunque in ambito orticolo. Si trovano sempre più spesso in vendita peperoni, pomodori, melanzane e meloni riprodotti con questa tecnica. Viene di solito effettuata su piante che necessitano di molto nutrimento o che vengono colpite facilmente da malattie dell’apparato radicale. In questa maniera si riescono ad ottenere raccolti più abbondanti e ridurre l’utilizzo di fitofarmaci.

La tecnica più utilizzata è quella a spacco. Il nesto deve avere almeno una foglia vera e va inserito sulle foglie cotiledonari del portainnesto. Vanno tenute unite con una mollettina mantenendo umidità e temperatura piuttosto alte.

LA TECNICA ODIERNA DELL’INNESTO ERBACEO

La tecnica dell’innesto erbaceo è in forte crescita su tutte le colture ortive soprattutto a seguito della continua e costante diminuzione di molecole utilizzabili per la sterilizzazione del terreno. Purtroppo però questa tecnica non è la panacea per tutti i mali. Spesso alcuni portainnesti incidono molto sulla qualità del prodotto andando così in contrasto con le esigenze dei mercati che richiedono sempre più sapore e qualità. Da tanti anni un equipe di ricercatori lavora per la messa a punto di prodotti che possano superare i problemi di coltivazione e la scarsa qualità dei frutti causata dall’innesto. I risultati sono già in campo, si vedono e si possono toccare con mano!

L’INNESTO TRA DUE PIANTE

L’innesto tra due piante è un’antica pratica agronomica per la realizzazione di una nuova, che acquisisce le qualità migliori da entrambe: da una si preleva la radice (portainnesto) e dall’altra, la parte aerea (nesto).

Le due parti si saldano e si fondono naturalmente grazie al callo che si forma fra le due superfici tagliate. La buona riuscita dell’innesto dipende dalla perfezione della tecnica di allevamento, dalla delicata arte di operare i tagli d’innesto e dalla perfetta coincidenza e affinità fra le due piante.

I vantaggi:

I VARI ASPETTI DELL’INNESTO ERBACEO

Analizziamo i vari aspetti dell’innesto erbaceo in orticoltura, con particolare attenzione verso la sua diffusione, le modalità di esecuzione, le principali specie ortive attualmente interessate dall’innesto, i limiti e le opportunità che questa tecnica può offrire.

In Italia l’innesto erbaceo si è diffuso solo negli ultimi anni, incentivato anche dalla recente messa al bando del bromuro di metile, grazie a: 

LE SPECIE ORTICOLE INNESTATE

Le specie di interesse orticolo coltivate a fini professionali che più si giovano dell’innesto, secondo le più recenti indagini, risulterebbero essere pomodoro e melanzana tra le Solanaceae, melone e cocomero tra le Cucurbitaceae.

Altre specie che beneficiano dell’innesto per una coltivazione di tipo professionale sono il cetriolo e il peperone; ulteriori colture possono essere innestate ma ciò avviene solo in laboratori di ricerca o al massimo sono commercializzate a fini hobbistici. 

La diffusione di questa nuova pratica colturale e lo sviluppo delle ricerche hanno consentito di acquisire numerose informazioni circa i limiti e i benefici che essa può portare. 

I LIMITI ALL’INNESTO ORTICOLO

Numerosi sono i limiti dell’innesto che possono essere ricondotti a problemi di natura economica, sia per l’agricoltore che deve pagare un prezzo molto più elevato per acquistare queste piante, sia per i produttori di piantine innestate i quali si trovano ad affrontare problemi connessi con l’elevata spesa per la manodopera; questi ultimi, inoltre, devono anche far fronte ad altri problemi che riguardano la pianta stessa, come ad esempio le implicazioni morfo-fisiologiche che influenzano la riuscita dell’innesto stesso e la necessità di individuare il portinnesto migliore per le diverse cultivar prodotte. 

I VANTAGGI DELL’INNESTO ORTICOLO

I vantaggi di contro sono anch’essi molteplici e molto importanti ai fini della coltivazione e possono essere essenzialmente riassunti in:

LA QUALITÀ DEI PRODOTTI

Per quanto riguarda, in particolare, il profilo qualitativo dei prodotti, le indicazioni finora disponibili sembrerebbero indicare modificazioni di quasi tutti i parametri con cui comunemente si cerca di quantificarlo. Il “segno” di tali modificazioni non è, però, sempre percepibile, in quanto dipende dalla combinazione d’innesto e dalle condizioni ambientali e colturali di riferimento. 

In genere, si nota un peggioramento di alcune caratteristiche organolettiche per effetto del vigore indotto dal portainnesto. Tuttavia, non è ancora, sufficientemente chiaro il ruolo che potrebbe assicurare la nutrizione minerale al fine di contrastare alcuni di tali effetti negativi. Occorre sottolineare che la pianta innestata è una pianta “diversa” che, in quanto tale, necessita della messa a punto di idonei protocolli colturali e soprattutto di calibrati programmi di concimazione e di irrigazione, in modo da esaltare le potenzialità offerte dall’adozione dell’innesto stesso. Sembrerebbe anche possibile sfruttare l’innesto per modificare in senso voluto le caratteristiche del prodotto. 

Ed è in questa direzione che si dovrebbero muovere le ulteriori indagini in modo da definire se e in che misura sia possibile ottenere prodotti più rispondenti a quelle che sono le attuali esigenze del mercato. Naturalmente ciò sarà possibile solo dopo che saranno meglio conosciuti i meccanismi di causa ed effetto fra innesto e modifiche delle caratteristiche dei frutti. 

In ogni caso oggi l’innesto erbaceo in orticoltura si presenta come un’importante opportunità per risolvere problemi annosi; gli studi che si stanno compiendo e che hanno l’obiettivo di migliorare ulteriormente le già buone opportunità che esso offre, sicuramente consentiranno che negli anni a seguire si parlerà e si utilizzerà l’innesto su scala ancora più ampia e su molte altre colture ortive.

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