IL DIRADAMENTO DEGLI ARBORETI DA LEGNO

il diradamento degli arboreti da legno

Il diradamento consiste nella riduzione controllata dall’uomo del numero di alberi in piedi attraverso l’abbattimento di una percentuale di questi.

I diradamenti sono necessari per garantire la sopravvivenza del tipo di bosco. Infatti, durante la loro crescita, gli alberi competono tra loro fino all’esaurimento della luce e delle altre risorse nutritive a disposizione nel suolo.

Presto o tardi, dunque, gli arboreti attraversano una fase critica in cui un evento sfavorevole particolarmente severo (vento, neve, attacchi parassitari etc) ne può determinare un catastrofico crollo.

LA SUDDIVISIONE DEI DIRADAMENTI

Il diradamento è la riduzione del numero di alberi presenti in giovani popolamenti, sia in fustaia (spessina, perticaia) sia in ceduo, con criteri di selezione sociale e tipologie atti a favorire il concentramento della produzione legnosa in individui di qualità ed ad aumentare la stabilità fisica degli alberi e del soprassuolo nel suo complesso.

Tra i tipi di diradamento ricordiamo:

IL DIRADAMENTO CONVENZIONALE E IL DIRADAMENTO INNOVATIVO

Vi sono due tipi di diradamento: diradamento convenzionale “dal basso” e diradamento innovativo “selettivo”.

Il diradamento innovativo si basa sulla regolazione della penetrazione della luce e sulla selezione delle piante candidate migliori al fine di aumentare la produttività primaria netta della foresta.

Il diradamento tradizionale invece elimina le piante dominate, sottomesse o già fortemente compromesse dalla competizione in atto.

La differenza tra i due metodi consiste sia nella quantità di biomassa asportata sia nella qualità degli alberi tagliati. Infatti, a parità del numero di piante, il diradamento selettivo agisce soprattutto su piante di grandi dimensioni (competitrici dirette delle piante selezionate); la biomassa complessiva è quindi significativamente maggiore rispetto al trattamento tradizionale.

Entrambi i tipi di diradamento sono confrontati con una terza ipotesi di gestione che consiste nell’assenza di diradamento che fungerà da tesi di controllo e che aiuterà a dimostrare l’importanza dei diradamenti in questi boschi.

I METODI DI DIRADAMENTO

A partire da novembre e fino a febbraio, è possibile provvedere al diradamento degli arboreti da legno.

Esistono due metodi possibili: il diradamento geometrico e il diradamento selettivo. Però, prima di eseguire il diradamento ti consigliamo di riguardare il progetto iniziale, che sicuramente contiene le indicazioni del piano colturale.

Va inoltre chiesto al tecnico professionista di stabilire in anticipo a grandi linee le operazioni che si dovranno eseguire, piuttosto che aspettare, come si faceva in passato, il corso degli eventi e decidere in funzione della crescita e dello sviluppo delle piante.

IL DIRADAMENTO GEOMETRICO

Il diradamento geometrico risponde più alla tecnica moderna, ovvero alla scelta preordinata di eliminare nel tempo le piante secondo un modello fisso: una fila su due, una fina su quattro ecc. indipendentemente dal vigore vegetativo e dalle condizioni sanitarie delle piante.

Per questo sono messe a dimora le cosiddette piante accessorie o di accompagnamento, che saranno le prime ad essere diradate.

IL DIRADAMENTO SELETTIVO

Negli anni passati era più diffuso il diradamento selettivo, con la scelta delle piante da eliminare fatta in campo e al momento, sulla base del portamento e dello sviluppo dei singoli individui.

Tuttavia, dopo la prima facile cernita delle piante mal conformate, negli anni successivi avanzava il problema di dover comunque, a un certo momento, selezionare anche le piante già potate e con discreto portamento, ma troppo vicine tra loro.

La decisione di quale tipo di diradamento intraprendere dipende perciò in primo luogo dal tipo di progetto di impianto che è stato impostato all’avvio della coltivazione arborea.

IL VANTAGGIO DEL DIRADAMENTO

I diradamenti si hanno durante la fase di bosco adulto e consistono nell’eliminare nel bosco le piante deperienti, difettose, malate, in soprannumero.

I diradamenti servono a concentrare la mortalità sugli individui “peggiori” secondo i criteri scelti dal forestale d’accordo con le funzioni principali del bosco. Soprattutto, dopo il diradamento, negli alberi rimasti in piedi viene innescato un forte aumento della crescita in diametro e quindi anche un aumento nel sequestro di anidride carbonica come conseguenza della maggiore disponibilità di luce. Questo fenomeno aumenta la capacità di mitigazione dei cambiamenti climatici da parte di questi boschi.

Si tratta di asportare completamente rami o branche con taglio rasente alla base in prossimità delle inserzioni (asportazione totale).

Dal punto di vista fisiologico è dimostrato che, a parità di legno asportato, il diradamento rispetto ad una qualsiasi altra operazione di potatura (speronatura, spuntatura) sottrae una minor quantità di sostanze di riserva conferendo alla pianta un migliore equilibrio chiomaradici. Da ciò ne consegue che gli alberi sottoposti al diradamento formano una chioma meno compatta e più equilibrata rispetto a quelli sottoposti, per esempio, a raccorciamento.

Il diradamento, asportando anche parte della porzione centrale della chioma, favorisce la benefica azione di contatto dei raggi solari ed abbassa il tasso di umidità fra le foglie limitando di fatto l’insorgenza di attacchi parassitari e consentendo un irrobustimento delle branche.

In genere si può affermare che, mentre il raccorciamento favorisce l’attività vegetativa, l’asportazione totale favorisce l’attività produttiva (fioritura, equilibrio del soggetto, ecc..). Anche questa operazione di potatura, se utilizzata da sola o ripetutamente non produce risultati soddisfacenti; infatti deve essere opportunamente integrata con le altre (spuntatura, speronatura) a seconda della condizione del soggetto su cui si deve intervenire.

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