IL FRUMENTO O GRANO DURO

il frumento o grano duro

Il grano, detto anche frumento, è un cereale la cui coltura è una delle più antiche al mondo. Coltura originaria dell’Asia sud occidentale, diffusa in tutto il mondo 4500 anni fa. Oggigiorno, in Italia la coltivazione di grano copre il 35% del terreno coltivato.

LE TIPOLOGIE DI GRANO

Il grano si può distinguere in grano duro e il grano tenero, due tipologie molto simili a livello strutturale ma molto diverse per quanto riguarda i valori nutrizionali e le modalità d’uso. Il grano è composto per il 60-75% di carboidrati, per il 12-14 % di proteine, per il 2 % di grassi e per l’11,8% di vitamine, sali minerali e altre sostanze importanti.

La parte esterna del chicco è detta crusca dove sono concentrati sali minerali, proteine e fibre, la parte amilacea si chiama endosperma e la parte embrionale è il germe di grano, costituita da proteine.

IL GRANO DURO

Classe: Monocotyledones
Famiglia: Graminaceae (Gramineae o Poaceae)
Specie: Triticum durum

Il grano duro viene coltivato prevalentemente in zone dal clima caldo e secco (per esempio nell’Italia meridionale). Il grano duro, o Triticum durum, è una pianta erbacea che viene coltivata prevalentemente per la produzione della farina. Nasce in origine da un incrocio di due piante selvatiche diffuse in Medio Oriente, nella cosiddetta zona della mezzaluna fertile tra il Tigri e l’Eufrate, ed esistono diverse varianti di grano duro tra cui il kamut.

È un grano molto proteico, quando il chicco matura si presenta molto vetroso e per questo dalla sua lavorazione si ottiene semola e non farina. La semola di grano duro è adatta per la preparazione di pasta fresca e di particolari pani ed è molto ricca di nutrienti perché non viene eccessivamente raffinata.

L’ORIGINE E LA DIFFUSIONE DEL GRANO DURO

Il frumento o grano duro si è evoluto dal IV sec. a.C. soppiantando il farro in tutta l’area mediterranea e medio-orientale a clima caldo e siccitoso, dove tuttora ha la massima diffusione. Assai recente è l’introduzione del frumento duro negli altri continenti. Il frumento duro nel mondo è coltivato per la preparazione di paste alimentari, previa speciale macinazione che porta alla produzione della semola, anziché di farina.

DOVE SI COLTIVA IL GRANO DURO

La coltivazione del frumento duro (Triticum durum) è in continua espansione a seguito del costante aumento del consumo di paste alimentari. Questa specie, il cui centro d’origine è l’Etiopia, si coltiva maggiormente nei paesi mediterranei, nel Nord America, in Argentina e nell’Europa Orientale.

In Italia la produzione è localizzata al Centro-Sud ed in particolare in Puglia e in Sicilia. Negli ultimi anni l’area di coltivazione si è estesa anche alle zone più settentrionali, nelle quali però non sempre si ottengono produzioni qualitativamente valide.

LE DIFFERENZE CON IL GRANO TENERO

Le proteine contenute nel grano duro rendono i chicchi, quando raggiungono la piena maturazione, vetrosi e non farinosi. Inoltre dai chicchi si ottiene uno sfarinato, la semola, caratterizzata da un colore giallastro e da granuli più grossi rispetto alla farina di grano tenero.

LE DIFFERENZE BOTANICHE DEL GRANO DURO COL GRANO TENERO

Il frumento duro si differenzia dal tenero per i seguenti caratteri morfologici:

LE ESIGENZE AMBIENTALI

L’adattamento del frumento duro è meno largo di quello del frumento tenero: resiste meno al freddo, all’umidità eccessiva, all’allettamento ed al mal di piede.

IL MIGLIORAMENTO QUALITATIVO

I caratteri richiesti per un buon livello merceologico del grano duro riguardano:

LA TECNICA COLTURALE

La tecnica culturale del frumento duro ricalca da vicino quella del frumento tenero.

LA SEMINA

La semina del frumento duro va fatta con un leggero anticipo su quella del tenero; in tal modo si favorisce l’accestimento e si anticipa, sia pur di poco, la fioritura e la maturazione.

Si impiegano quantità di seme di circa 350-400 cariossidi per metro quadrato, pari a 180-200 kg ha-1 e talora più, se la varietà, come spesso si verifica, è a granella grossa.

L’UTILIZZAZIONE DEL FRUMENTO DURO

La utilizzazione assolutamente prevalente del frumento duro è per la preparazione della pasta, È denominata semola il prodotto granulare ottenuto dalla macinazione e conseguente setacciamento del grano duro, liberato dalle sostanze estranee e dalle impurità.

LE AVVERSITÀ METEORICHE

Il ristagno prolungato dell’acqua determina sulle colture nascite irregolari, diradamenti, scarso accestimento, suscettibilità a malattie, dispersione di azoto minerale per denitrificazione e per lisciviazione.

L’ALLETTAMENTO

Le piogge violente accompagnate dal vento possono provocare il coricamento dei culmi che si piegano alla base stendendosi a terra.

Il danno che l’allettamento provoca è di natura e gravità diversa a seconda di quando si verifica:

La robustezza dei culmi dipende prevalentemente dalle condizioni di concimazione. L’elasticità dei culmi dipende prevalentemente dalle condizioni di coltivazione: semine troppo fitte e squilibri o eccessi di concimazione azotata predispongono le colture ad allettarsi.

LA CONCIMAZIONE

Il frumento, per ogni 100 kg di granella, richiede: Azoto: 3 kg di cui: 2,5 asportati con la granella e 0,5 residuali nella paglia, Fosforo P2O5: 1,5 kg di cui: 1,1 asportati con la granella e 0,4 residuali nella paglia, Potassio K2O: 2,5 kg di cui: 0,5 asportati con la granella – 2 residuali.

Fosforo e Potassio sono adsorbiti dal terreno, spesso sono presenti in quantità sufficienti o quasi e ven­gono rilasciati; basta perciò integrare la dotazione del terreno, se insufficiente, con concima­zioni presemina.

Indispensabile intervenire con apporti di azoto per integrare in ogni momento le disponibilità naturali, adeguandole al fabbisogno col­turale in ogni fase dello sviluppo.

LE MODIFICHE GENETICHE DEL GRANO

A partire da fine ’800 fino ad oggi, moltissime sono state le modifiche genetiche sul grano volte a rendere le piante di frumento più resistenti alle più diverse condizioni e quindi ad aumentare la produttività. Nel tempo, alcuni grani più di altri si sono rivelati di altissima qualità, ragion per cui sono stati conservati inalterati dopo il primo incrocio.

ITIPI DI GRANO DURO ANTICHI

Queste tipologie di grano sono detto grani antichi, ovvero quei grani che non hanno subito rimaneggiamenti da parte dell’uomo, grani che hanno resa più bassa, non vengono lavorati con metodo intensivo dall’industria e perciò hanno proprietà nutritive molto più marcate, avendo mantenuto le caratteristiche originarie del grano.

Generalmente vengono raffinati poco perché vengono macinati a pietra (che non permette una raffinazione altre lo 0) quindi anche le farine sono ricche di nutrienti. Allo stesso tempo sono grani che contengono un rapporto naturale equilibrato tra glutine e amidi, in forza del fatto che non sono stati modificati, perciò evitano lo sviluppo di molte intolleranze (la diffusione della celiachia è data anche dal fatto che molto grano che mangiamo dei prodotti più comuni deriva da incroci di grani molto ricchi di glutine, che però il nostro organismo non è in grado di gestire).

I DUE TIPI DI GRANI DURI ANTICHI

I due grani antichi per eccellenza che rispondono a queste caratteristiche sono il grano duro del Senatore Cappelli e il grano Khorasan Kamut

  1. Il grano Senatore Cappelli è un grano duro frutto di una selezione di grani italiani ed esteri che avvenne all’inizio del 900. Il suo successo fu dato dal fatto che la sua resa era molto maggiore rispetto agli altri grani duri, a dispetto delle sue caratteristiche poco favorevoli ai cambiamenti climatici. Pur essendo un grano antico, è lungi dall’essere un grano strettamente locale, ma essendo un grano puro, presenta caratteristiche nutrizionali importanti per quanto riguarda la presenza di sali minerali, proteine e vitamine. È un grano di qualità elevatissima e oggi viene considerato uno dei grani principe della pasta artigianale, un valore aggiunto indiscusso sulla qualità del prodotto in quanto non scuoce mai, ha qualità organolettiche incomparabili e ha una elevata digeribilità.
  2. Per quanto riguarda il grano Khorasan Kamut, occorre chiarire innanzitutto che il nome stesso Kamut non corrisponde a una qualità di cereale ma è un marchio registrato della società americana Kamut International. La qualità del cereale in questione è chiamata khorasan. Essendo grano, il khorasan ha glutine. La sua coltura segue un disciplinare che permette la produzione solo in terreni selezionati, quindi sono grani che arrivano da lontano. Ma siamo comunque in presenza di un grano con le proprietà dei grani antichi, ovvero presenta un elevata quantità di sali minerali, vitamina E in quantità molto maggiore rispetto alla media e perciò ha un potere antiossidante ed è altamente digeribile in forza del fatto che non ha subito ibridazioni industriali, oltre a essere coltivato sempre e solo con metodo biologico.Purtroppo molti non sanno che questa varietà di grano khorasan viene coltivato anche in alcune zone d’Italia, come Abruzzo, Campania, Basilicata ma lo conosciamo sotto il nome di grano Saragolla).

QUALI SONO GLI USI DEL GRANO DURO

Grazie alle proprietà delle sue proteine il grano duro si presta molto bene per la produzione della pasta sia a livello artigianale che a livello industriale.

Sono a base di grano duro anche il cuscus, diffuso in Nord Africa, e il bulgur, usato in Medio Oriente: nel primo caso si tratta di granelli di semola cotti a vapore, che dopo la cottura acquistano un volume maggiore, mentre il secondo deriva da grano duro germogliato, i cui chicchi vengono cotti al vapore, fatti seccare, macinati e ridotti in piccoli pezzi. Sia il cuscus che il bulgur sono la base di piatti di carne e verdure o insalate come il tabulè, tipico della cucina levantina.

Le semole vengono anche rimacinate per renderle più fini (la cosiddetta farina di semola rimacinata), e usate per ottenere alcuni particolari tipi di pane: famosi sono quello di Altamura, che può vantare il marchio DOP, quello di Matera IGP, ottenuto con un antico sistema di lavorazione, e quello di Laterza. Tutti questi pani, oltre ad avere una consistenza particolare e caratteristiche ben definite, hanno anche una durata più lunga rispetto al pane comune fatto con la farina di grano tenero.

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