IL NETTARE DEI FIORI

il nettare dei fiori

Il termine nettare deriva dal latino nectar-aris e dal greco νέκταρ-αρος, che indicava la bevanda degli dei greci che si diceva rendesse immortali. Per metonimia è passato a indicare qualsiasi liquido dolce e gradevole.

Il nettare dei fiori è una sostanza acquosa e zuccherina che viene prodotta dai fiori delle piante mellifere all’interno di ghiandole chiamate nettarine o nettàri appositamente per attrarre gli animali impollinatoriNe esistono di due tipologienettàri fiorali se si trovano nel fiore ed extrafiorali se si trovano in parti non riproduttive.

LE CARATTERISTICHE DEL NETTARE

IL NETTARE, UN INGREDIENTE ESSENZIALE

All’alba e al tramonto questo ingrediente essenziale per la produzione del miele è più ricco di zuccheri: le api bottinatrici lo succhiano da ogni fiore che visitano nel loro lungo tragitto, e il nettare finisce nella cosiddetta borsa melaria.

Una volta rientrata nell’alveare l’ape cede questo ingrediente prezioso, che nel frattempo ha già subito una prima lavorazione (unendosi alla saliva dell’insetto, cosa che avviene nel suo stomaco), ad un’altra ape, e così via, di ape in ape, fino alla deposizione all’interno del favo, che viene poi sigillato con la cera.

Oltre alle api si nutrono di nettare dei fiori anche insetti e altri animali, come ad esempio colibrì, gechi e alcune specie di pipistrelli che, cercandolo, favoriscono l’impollinazione delle piante. Ovviamente le api sono le più preziose per noi, proprio perché succhiandolo ed elaborandolo danno il via alla produzione del miele.

LE FUNZIONI DEL NETTARIO

Un nettario è una ghiandola nettarifera della quale sono provvisti numerosi vegetali. I nettari sono generalmente situati alla base delle infiorescenze (petali). Essi possono essere anche extra-floreali, e trovarsi sulle foglie, sui petali o sullo stesso stelo.

I nettari producono un liquido zuccherato, il nettare, del quale si nutrono gli animali impollinatori: gli insetti come le api, ma anche gli uccelli.

Il nettare prodotto serve ad attirare gli animali che, prelevando il nettare dalla pianta, fecondano i suoi fiori.

La localizzazione dei nettàri sulla pianta varia da specie a specie e si distinguono in: nettàri fiorali, che si trovano nel fiore, e nettàri extrafiorali, che si trovano in parti non riproduttive della pianta. Il nettare è elaborato dalle api fino a trasformarlo in miele.

È economicamente importante per la produzione del miele che è venduto dagli apicoltori, grazie alle api che bottinano sui fiori. Le piante che forniscono nettare sono dette nettarifere, ma più in generale si parla di piante mellifere.

LA CONCENTRAZIONE DEGLI ZUCCHERI DEL NETTARE

Il nettare è una soluzione acquosa e zuccherina secreta dagli organi ghiandolari dei vegetali. Il nettare raggiunge la maggiore concentrazione di zuccheri a particolari condizioni climatiche di umidità che solitamente si presentano all’alba ed al calare del tramonto, e in presenza di alternanza di sole e pioggia con basse temperature. Le api visitano le piante nettarifere soprattutto in questi orari in cui gli zuccheri sono maggiormente sviluppati.

Nel periodo di produzione nettarifera ottimale, le api bottinatrici possono portare all’arnia quasi 5kg di nettare al giorno. Ciò corrisponde per ciascuna ape ad un tragitto giornaliero di 40km. Va inoltre considerato che per riempirsi lo stomaco un’ape deve visitare circa centocinquanta fiori.

Una volta nello stomaco il nettare raccolto dall’ape subirà una prima trasformazione unendosi alla saliva, avvenendo una diluizione del nettare e la creazione di acidi e fermenti.

L’ape bottinatrice, al rientro nell’arnia affida il suo raccolto ad un’ape interna che a sua volta potrebbe passarlo a catena ad altre finché quando sarà depositato nel favo di cera sarà già chimicamente molto diverso dal nettare originario dei fiori.

IL POLLINE E IL NETTARE

Un errore frequente è pensare che le api producano il miele a partire dal polline. Il polline è per i fiori l’equivalente dell’elemento germinale maschile ed ha quindi una funzione riproduttiva. È però ricco di proteine e vitamine e costituisce un prezioso alimento per moltissimi insetti.

I fiori ne producono quantità molto più abbondanti rispetto a quello che sarebbe strettamente necessario per la fecondazione ed è facilmente visibile all’estremità degli stami sotto forma di una polvere colorata. Le api lo raccolgono grazie a un sistema di “spazzola e pettine”: il polline resta aderente ai folti peli che ricoprono il corpo dell’ape. Con le zampe l’ape si spazzola il corpo e raccoglie così il polline, che poi impasta con una gocciolina di nettare e fa aderire a una speciale parte delle zampe posteriori, le cestella del polline

COME I FIORI PRODUCONO UN NETTARE PIU’ DOLCE

I fiori sentono il rumore delle api e rendono il nettare più dolce.

Uno studio ha dimostrato come in presenza di specifiche vibrazioni sonore i fiori si attivino per attrarre gli impollinatori con una maggiore presenza di zucchero.

Si è scoperto che i petali dei fiori, oltre ad attirare visivamente con le forme, profumi e colori, funzionano anche da organi di senso della pianta. Al punto da trasmettere segnali che mettono in produzione un nettare più dolce e abbondante quando sentono il ronzio delle api avvicinarsi.

Non serve avere un timpano per sentire i rumori circostanti, per un fiore bastano i petali, che identificano il suono emesso dalle api (vibrazioni) causando di conseguenza l’aumento della dolcezza del nettare e dunque l’attrattiva per quegli insetti che sono i principali artefici dell’impollinazione.

I petali dei fiori sono in grado di riconoscere la frequenza prodotta dal battito delle ali delle api, distinguendola ad esempio da quella del vento.

In presenza della giusta frequenza, sono stati sufficienti tre minuti perché la pianta aumentasse la concentrazione di zuccheri del proprio nettare in un range compreso fra il 12 e il 17%. Talvolta arrivando addirittura al 20%. Come controprova sono stati condotti esperimenti privando i fiori dei loro petali: nonostante il suono delle api, non è stato registrato un incremento della dolcezza.

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