IL POLLINE DEI FIORI

il polline dei fiori

Il polline è l’insieme dei microgametofiti prodotti dalle spermatofite.  Nelle gimnosperme è prodotto dai coni maschili, nelle angiosperme è prodotto nelle antere. La funzione principale del polline è la fecondazione.

Si presenta con forme diverse sferici, ovoidali, vermiformi e poliedrici. Il colore può essere giallo, rossiccio, bruno, bianco o azzurro-verdastro.

Il polline è molto ricco di sostanze proteiche, rappresenta un’importante fonte alimentare per molti insetti. Proprio in virtù della sua completezza nutrizionale, il Polline d’api è utilizzato come integratore nutrizionale.

Il polline è una polvere fine e appiccicosa che costituisce la materia fecondante dei fiori. 

Per questo motivo si tratta di un elemento caratteristico, una sorta di impronta genetica differente per ciascun tipo di fiore. 

Ogni singolo granulo di polline racchiude tutti gli elementi necessari alla vita: proteine, vitamine, amminoacidi, grassi, carboidrati, enzimi, Sali minerali ed ormoni, presenti in proporzioni diverse in base al fiore dal quale originano. 

Dal momento che le api, durante la loro normale attività bottinatrice, raccolgono polline da una grande varietà di fiori, non è possibile conoscerne a priori l’esatta composizione chimica.

Il polline è una struttura microscopica polverulenta che costituisce la parte maschile del ciclo biologico della pianta.

La scienza che studia i pollini è chiamata palinologia.

LO STUDIO DEI GRANELLI DI POLLINE

Il polline è l’elemento maschile dei fiori, e da sempre ha suscitato l’interesse e la curiosità della scienza. Chi si occupa di botanica, ad esempio, studiando i granelli di polline fossile che si sono mirabilmente conservati attraverso le ere geologiche, è in grado di acquisire preziose informazioni sulla flora di un tempo. Il ricercatore infatti, può avere molte indicazioni sulla natura della vegetazione delle ere terziaria e quaternaria grazie all’exina, una sostanza tra le più resistenti nel mondo organico, che è contenuta nell’involucro esterno del granello di polline e, resistendo alle aggressioni atmosferiche lo preserva intatto. Anche gli archeologi ed i geologi, studiando la stratigrafia delle rocce sedimentarie, possono raccogliere numerose indicazioni sulle condizioni di vita delle epoche corrispondenti, analizzando il polline fossile che ha resistito all’erosione in seno ai sedimenti.

COME È COSTITUITO IL POLLINE

Il polline è costituito da una moltitudine di granuli microscopici contenuti nei sacchi pollinici delle antere dei fiori e ha l’aspetto di una polvere diversamente colorata a seconda del fiore. Questi granuli sono le cellule riproduttrici maschili della pianta. Questa polvere viene facilmente trasportata dal vento e riesce a raggiungere gli organi femminili dei fiori (pistilli).

L’altro mezzo di impollinazione, e cioè di dispersione del polline e fecondazione dei fiori, è dato dalle api e da altri insetti pronubi. In cambio del nettare che le attira verso i fiori, le api trasportano il polline di pianta in pianta. Ma anche il polline stesso è oggetto di interesse alimentare da parte delle api. Se il nettare viene utilizzato come alimento energetico, il polline è l’indispensabile sostanza proteica che permette la riproduzione e la crescita all’interno dell’alveare.

LA STRUTTURA DEL POLLINE

Le dimensioni dei granuli maturi sono molto variabili da 250 micrometri (cucurbita) a 5 micrometri (myosotis). Esternamente è ricoperto da uno strato appiccicoso chiamato pollenkitt, costituito da lipidi e carotenoidi che consentono l’adesione allo stigma o sugli animali (impollinazione entomofila).

La cellula del polline, o granello di polline, è la cellula fecondante della pianta. Essa contiene due nuclei: uno formerà il frutto, l´altro il seme. La cellula è protetta da vari strati che insieme costituiscono sistemi complementari di protezione.

L´intina, che avvolge la cellula, ha una struttura costituita da fibre di cellulosa che offre una protezione meccanica contro lo schiacciamento; la sua superficie esterna presenta forme proprie per ogni specie e varietà. E’ questa varietà di forme che consente di identificare l´origine botanica del polline, così come l’origine floreale dei mieli, che conservano sempre traccia dei pollini di provenienza. Inoltre l´intina, essendosi fissata in alcuni terreni, permette di identificare la vegetazione presente al momento della formazione del terreno in occasione di scavi archeologici. La funzione dell´intina è quella di trattenere l´exina.

L’exina è costituita da sostanze grasse solidificate, colorate, ricche di caroteni, aromi, polifenoli, fitosteroli, flavonoidi e vitamine liposolubili antiossidanti. Essa è il concentrato di molecole che il regno vegetale utilizza per proteggersi dall´ossidazione, dall´attività nociva della luce e dal disseccamento. Per lo più queste molecole sono preziosi micronutrienti con forte potere antiossidante.

IL TRASPORTO DEL POLLINE

Le piante, immobilizzate dalle loro radici, necessitano di particolari stratagemmi affinché l’incontro produttivo fra due individui possa realizzarsi: alcune si affidano al vento (polline anemofilo), responsabile delle allergie primaverili, altre si avvalgono per il trasporto degli insetti pronubi come l’ape (polline entomofilo). 

L’insetto trasporta il polline da un fiore all’altro perché volare di fiore in fiore ha, per lui, un preciso scopo: la ricerca del cibo. Le api sui fiori da loro frequentati trovano il nettare, fonte di sostanze zuccherine e il polline ricco di sostanze indispensabili all’accrescimento.

All’interno dell’alveare la maggior parte del polline raccolto viene consumato dalle giovani api operaie che, grazie a questo apporto proteico, possono a loro volta produrre, per secrezione ghiandolare, la pappa reale destinata per i primi giorni alle larve e per tutta la vita all’ape regina. 

Nel gruppo dei quattro elementi che le api ci mettono a disposizione il polline si colloca, in ordine di popolarità, al terzo posto di una classifica che vede in testa senz’altro il miele, seguito al secondo dalla pappa reale, quindi il polline e infine il/la propoli. Questa classifica ha soltanto una rappresentazione simbolica e nessuna relazione con la bontà e l’efficacia che ciascuno di questi prodotti dell’alveare ha in realtà.

IL POLLINE NELLA FECONDAZIONE DEI FIORI

Il polline è un elemento che pervade diffusamente la nostra atmosfera, l’aria che respiriamo, lo spazio e l’ambiente in cui viviamo. Esso si forma nella parte terminale degli stami del fiore, ed essendo il seme maschile lo si può definire “sperma vegetale”. La fecondazione dei fiori avviene quando il polline incontra i pistilli, che racchiudono le ovaie, ed avvenendo per trasporto di polline si chiama impollinazione, che può essere diretta quando il polline che sfugge ad uno stame feconda il pistillo del medesimo fiore, oppure incrociata, quando il polline di un fiore non può fecondarlo (fiore sterile), ma deve essere trasportato dal vento o dagli insetti (come le api) per andare a posarsi sul pistillo di un altro fiore.

Avviene così che bottinando di fiore in fiore le api sono i più efficaci agenti d’impollinazione: entrando in un fiore l’ape bottinatrice scuote gli stami, provocando la dispersione del polline, di cui una parte, attaccandosi sui peli del suo corpo verrà poi involontariamente rilasciato sul pistillo del fiore successivo. Grazie al lavoro di impollinazione si può raddoppiare il rendimento di trifoglio, erba medica, lupinella, e gli agricoltori sono ben consapevoli del determinante ruolo dell’ape nella prosperità di un frutteto.

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