LA DIFFUSIONE DELLA ZANZARA COREANA IN ITALIA

la diffusione della zanzara coreana in italia

La zanzara coreana proviene dai paesi dell’est asiatico, dove è molto temuta. È facile da riconoscere perché ha una sorta di “pelliccetta”, della peluria che la avvolge come una sorta di cappotto che la aiuta a sopravvivere alle basse temperature. È molto simile alla zanzara tigre. In effetti appartiene alla stessa specie, ma è più grande e non ha la striscia bianca sul dorso. La sua vera caratteristica, però, sta proprio nel fatto che è in grado di resistere anche al freddo e persino ad alta quota, insomma vive bene anche in montagna tant’è che ne sono state trovate anche in Svizzera, Austria e Belgio.

Come altre specie di zanzare, come la tigre (Aedes albopictus), è originaria dell’Asia e ora diffusa in tutta Europa. Nell’estate del 2020 nelle province di Bergamo e Brescia i ricercatori dell’Università degli Studi di Milano hanno raccolto circa 6.000 larve e centinaia di uova di zanzara da piccoli stagni e vasche artificiali. Molte di queste appartenevano alla specie Aedes koreicus.

LA DIFFUSIONE DELLA ZANZARA COREANA IN ITALIA

La zanzara coreana in Europa e in Italia non si era mai vista fino a poco tempo fa quando, dopo averla intercettata in modo casuale, il sistema di monitoraggio e zooprofilassi ha avviato ricerche mirate in alcune regioni. È stata segnalata per la prima volta in Italia nel 2011 in provincia di Belluno, ad altitudini e condizioni climatiche inadatte per la sopravvivenza della maggior parte delle specie di zanzare. Da allora le segnalazioni nel Nord Italia sono aumentate. Sottolineiamo che questa zanzara, a differenza delle note ‘sorelle’ del genere Aedes, come appunto la zanzara tigre, tollera molto bene le basse temperature, tanto che ha già colonizzato un’ampia area collinare-montana del Veneto e Trentino. La zanzara coreana, partita da un’isola vulcanica, è sempre più diffusa nel Nord Italia e soprattutto Lombardia. Lo rivela una ricerca condotta dall’Università degli Studi di Milano pubblicata sulla rivista Parasites & VectorsI campioni raccolti, tra esemplari e larve, erano circa 6.000. Molte di queste zanzare sono state identificate come appartenenti alla specie Ardea Koreicus, originaria appunto dell’isola vulcanica sudcoreana del distretto di Jeju. E così è stata individuata in Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia, ma anche Liguria e Lombardia. Non teme l’inverno più pungente: resiste al freddo e alla neve. 

In Lombardia arriva una nuova varietà di zanzara: viene dalla Corea ed è resistente ai climi freddi. A differenza delle note ‘sorelle’ del genere Aedes, la zanzara coreana tollera molto bene le basse temperature, tanto che ha già colonizzato un’ampia area collinare-montana del Veneto e Trentino.

La zanzara coreana si sta diffondendo dall’originaria area infestata verso l’Italia meridionale e occidentale, probabilmente in relazione alle intense attività di trasporto di merci e alla disponibilità di habitat idonei in altre aree.

DA DOVE È ARRIVATA LA ZANZARA COREANA

I ricercatori, che hanno condotto uno studio tra le provincie di Bergamo e Brescia, hanno raccolto 6mila larve e centinaia di uova e la loro conclusione è che la zanzara possa essere arrivata attraverso i voli che atterrano a Orio al Serio: La zanzara coreana resiste alle basse temperature e alle alte quote. Le ricerche concludono che sia arrivata attraverso i voli all’aeroporto di Orio al Serio.

Ma cosa aiuta il viaggio delle zanzare “globetrotter” che raggiungono distanze così ampie? Spesso a dar loro un “passaggio” siamo proprio noi umani. Questi insetti, infatti, possono girare il mondo a bordo dei nostri aerei. La capacità di dispersione di specie aliene, poi, è favorita da diversi fattori: condizioni climatiche. Continuo movimento di persone e di merci. La disponibilità di ambienti adatti allo sviluppo delle larve e di ospiti, sui quali questi insetti possano compiere il pasto di sangue.

LA ZANZARA COREANA È STATA IMPORTATA

Scoperta per la prima volta nel 1917 in Corea, la zanzara coreana è dunque una zanzara “importata”, non autoctona. Ma come è giunta fin qui? era stata segnalata per la prima volta dieci anni fa in Veneto, a Belluno. Dal 2011 ad oggi sembra essersi perfettamente ambientata e si è diffusa anche in Lombardia, dove non si esclude che possa essere arrivata a bordo dei voli internazionali dell’aeroporto di Orio al Serio. Attraverso le merci, proprio come la zanzara tigre, che è arrivata in Europa tramite gli pneumatici usati che dal Giappone sono stati trasportati negli Usa e poi in Europa: qui sono sbarcati a Genova dove si è registrato il primo focolaio. In questo caso pare che il veicolo siano state alcune piante tropicali e in particolare il diffuso bambù senza foglie, quello che si presenta come pianta d’appartamento un po’ arrotolata su se stessa. La zanzara coreana depone le uova lungo il tronco: una volta messa la pianta in acqua, queste si schiudono dando origine alle larve. Pare che in Olanda si siano sviluppate proprio all’interno delle serre.

La sua presenza nell’area pedemontana della provincia di Bergamo ci porta a pensare che l’aeroporto internazionale di Orio al Serio possa essere stata una possibile via di introduzione. Oppure, Aedes koreicus potrebbe essere stata introdotta nel bergamasco da altre zone infestate dell’Italia o della Svizzera. Ovviamente ulteriori studi genetici ci aiuteranno a comprendere meglio la sua origine.

LA ZANZARA COREANA È PERICOLOSA?

La proliferazione di zanzare provenienti da altre aree del pianeta, come nel caso della zanzara tigre, è un fenomeno che preoccupa da anni gli studiosi e che rende sempre più necessarie indagini intensive. Le zanzare, infatti, sono animali potenzialmente rischiosi per gli esseri umani in quanto possibili vettori di agenti patogeni. Molti Stati hanno adottato misure per arginare la loro proliferazione. La zanzara coreana sopravvive (e bene) anche al freddo e persino in montagna. Non solo: in Asia, da dove è arrivata tramite alcune piante tropicali importate, è ritenuta molto pericolosa perché può veicolare l’encefalite giapponese, di cui finora si sono registrati i primi casi anche negli Stati Uniti, ma non in Europa. Molte di queste zanzare sono state identificate come appartenenti alla specie Aedes koreicus, probabilmente con origine dalla popolazione dell’isola vulcanica sudcoreana del distretto di Jeju. La zanzara coreana è endemica in Giappone, nel nord della Cina, nella Corea del Sud e in alcune zone della Russia.

La notizia della sua presenza ha creato qualche allarme in Italia. Può trasmettere la filaria, che è una malattia che colpisce soprattutto gli animali e in particolare i cani, ma anche il virus dell’encefalite giapponese. È una sorta di meningite, ma a differenza di quest’ultima che colpisce le meningi, l’encefalite causa un’infezione all’encefalo.

Il ritrovamento della zanzara coreana preoccupa, ma al momento in Europa non sono stati segnalati casi di encefalite, come invece è accaduto la scorsa estate negli Stati Uniti, È una zanzara ancora poco studiata e ad oggi la sua capacità di trasmettere malattie è limitata a studi fatti in laboratorio. Come dimostrano diversi esperimenti di laboratorio, l’Aedes koreicus, nello specifico, potrebbe essere veicolo di nematodi Dirofilaria immitis e Brugia malayi, così come di virus che causano la chikungunya e l’encefalite giapponese.

LA ZANZARA COREANA, I RISCHI PER LA SALUTE UMANA

La Aedes koreicus è già presente in Lombardia e nelle Pianura Padana, ma si sta spostando a sud. Oltre ad essere fastidiosa c’è il rischio possa tramettere virus patogeni. Resiste al freddo e può diffondere malattie. In una ricerca condotta dall’Università degli Studi di Milano, pubblicata sulla rivista medica Parasites & Vectors, si punta a far luce sulle caratteristiche della zanzara coreana e su quelli che potrebbero essere i rischi dell’insetto sulla salute dell’uomo. Secondo i ricercatori c’è la possibilità che la zanzara sia potenzialmente in grado di diffondere malattie, ovvero di poter essere un vettore di virus. Ma come fare per sconfiggerla ed evitare il peggio? A questo servono gli studi genetici sulla specie. I ricercatori hanno evidenziato: Manca il loro antagonista naturale: la Popilia, ad esempio, si diffonde a fine luglio-inizio agosto, periodo in cui gli uccelli non sono in riproduzione e quindi non cacciano per fare il nido e nutrire i cuccioli. Inoltre, ci sarebbero anche altri antagonisti, ad esempio batteri e vermi che mangiano le larve delle zanzare, solo che si trovano in ecosistemi come grandi pozzi d’acqua.

LE MISURE DA ADOTTARE

La zanzara coreana ha il nome scientifico di “Aedus koreicus” e il suo ritrovamento in Lombardia e in Veneto ha fatto scattare un vero e proprio allarme sui possibili rischi collegati. La cosiddetta zanzara coreana, l’insetto che riesce a resistere anche a condizioni climatiche avverse come il freddo, preoccupa e rischia di moltiplicarsi sul territorio nazionale dopo gli ultimi avvistamenti. Che possa farci compagnia fino a Natale, con annesse punture indesiderate in un periodo dell’anno atipico per l’insetto, non è da escludere, ma quello che allarma è la possibilità che la zanzara possa farsi vettore di virus. Non ci sono misure particolare da adottare. Trattandosi a tutti gli effetti di una zanzara, valgono i consigli di sempre: evitare i ristagni di acqua nei vasi e sottovasi, e in generale la presenza di acqua, perché è in ambiente umido che avviene la riproduzione» conclude l’esperto.

I ricercatori sottolineano che le indagini sulle zanzare, e in particolare sulle specie aliene invasive, dovrebbero essere intensificate, non solo in relazione al fatto che si tratta di insetti fastidiosi e molesti, ma soprattutto in relazione alla loro capacità di trasmettere virus patogeni per l’uomo e per gli animali. 

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