LA PIANTA DI MELANZANA

la pianta di melanzana

La melanzana è una coltura primaverile-estiva, molto esigente in fatto di luce e calore.

CLIMA

La coltura è molto sensibile alle variazioni di temperatura e di luminosità.

Danni irreversibili si hanno con temperature prossime allo zero e prolungate nel tempo.

Le condizioni ottimali di vegetazione si realizzano con temperature tra 16 e 25°C. Al di sotto di 10-12 °C arresta l’attività vegetativa mentre temperature superiori ai 28-30 °C rallentano la crescita e lo sviluppo e determinano cascola fiorale, deformazioni e ingiallimenti fogliari.

TERRENO

Predilige un terreno soffice e fresco, di medio impasto o sabbioso, di buona fertilità ed un regime idrico regolare. Sono da evitare i terreni compatti ed asfittici e situazioni di eccesso idrico che ne compromettono la capacità produttiva e le caratteristiche organolettiche dei frutti.

LAVORAZIONI DEL TERRENO

Si esegue una vangatura autunnale profonda 30 cm. Deve essere molto accurata, specie nei terreni pesanti, per garantire una struttura ottimale e lo sgrondo delle acque in eccesso. Nel caso di terreni argillosi può essere utile la formazione di aiuole rialzate, rispetto al piano di campagna.

La direzione ottimale dei solchi è lungo l’asse nord-sud in modo che il sole nell’arco della giornata possa illuminare i due lati delle file. I solchi si scavano con una zappa o un badile e ci si aiuta con un filo teso tre due picchetti per andare diritto.

CONCIMAZIONE

Deve essere abbondante, specie quella organica a base di letame maturo o compost (da 2 a 5 kg/mq), da distribuire durante la preparazione del terreno.

Nei terreni sabbiosi o sciolti, specie se la sostanza organica è scarsa, risultano indispensabili delle concimazioni di copertura a base di azoto.

Volendo ricorrere alla concimazione chimica, si consiglia di distribuire, ogni 10 mq, 50-80g di P2O5 e 80-150g di K2O alla lavorazione del terreno, e 80-100 g di N in copertura.

IRRIGAZIONE

Devono essere frequenti e omogenee, evitando di bagnare le foglie, in modo da mantenere il terreno sempre umido. Molto efficace allo scopo l’irrigazione a goccia, specie se abbinata alla pacciamatura, che contribuisce anche al controllo delle malerbe sulla fila.

SEMINA

La semina viene fatta in semenzaio, a partire dal mese di febbraio, usando 1,5g di seme per ogni m2 di semenzaio, da cui si può ottenere un numero di piantine sufficienti per la piantagione di 100 m2 di terreno. È da tenere presente che il seme di due anni ha una facoltà germinativa superiore a quello di 1 anno. Si può seminare anche in alveoli o in vasetti singoli.

L’ambiente deve essere riscaldato e luminoso: a 28°C la nascita della piantina avviene in 8-10 giorni.

TRAPIANTO

Il trapianto va effettuato quando la temperatura si è stabilizzata e non ci sono più rischi di gelate. Si consiglia un sesto di impianto che preveda una distanza sulla fila variabile tra i 35 e i 50 cm e di 70-90 cm tra le file, in modo da avere circa 2-4 piante/mq.

LAVORI COLTURALI SUCCESSIVI

Sono consigliabili nelle zone ventose, per assicurare un buon ancoraggio al terreno. Si può utilizzare una canna di bambù per ogni pianta, o meglio dei pali con dei fili di ferro o delle reti tesi su ogni fila.

La sarchiatura è importante e consiste nell’eliminazione di getti ascellari posti nel tratto di fusto al di sotto della prima biforcazione. Questi, infatti, sono sterili e producono frutti di pezzatura ridotta, di qualità scadente che, spezzandosi, possono provocare ferite sul fusto.

Il momento più indicato per questa operazione è l’inizio della fioritura. Buona norma è anche quella di eliminare le foglie basali ingiallite che possono favorire, essendo più a contatto del terreno, l’insorgere di malattie.

Utile è anche la cimatura, che si effettua a fine ciclo asportando le gemme apicali.

PREVENZIONE MALATTIE

Consigli di prevenzione:

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