LA PIANTA DI POMODORO

la pianta di pomodoro

Il pomodoro è una pianta con elevate esigenze termiche, assai sensibile al gelo. Quindi nei climi temperato – caldi trova la sua stagione di crescita nel periodo estivo; altrimenti va coltivato sotto serra.

IL CLIMA

La temperatura minima per la germinazione è di 12 °C, per la fioritura di 21 °C; le temperature più favorevoli all’ingrossamento dei frutti e alla loro maturazione sono 24 – 26 °C di giorno e 14 – 16 °C di notte; temperature superiori a 30 °C, o che restano su valori elevati sia di giorno che di notte; provocano difetti di allegazione o difetti di colorazione e di consistenza dei frutti.

IL TERRENO

Per quanto riguarda il terreno, il pomodoro si adatta a una vasta gamma di tipi, purché ben drenati e di buona struttura. L’unica pianta che non deve precedere il pomodoro è la patata.

LA LAVORAZIONI DEL TERRENO

La preparazione del terreno per accogliere la coltura del pomodoro deve essere molto curata, soprattutto nel caso di impianto. La successione delle operazioni in genere prevede una vangatura profonda (30 – 40 cm) nell’autunno precedente e lavori complementari di affinamento durante l’inverno. In certi casi l’impianto della coltura di pomodoro non si fa in piano, ma su terreno sistemato “a porche” ossia sagomato in strette strisce sopraelevate; separate l’una dall’altra dai solchi che servono per praticare l’irrigazione per infiltrazione laterale.

In questi casi il terreno va predisposto modellandolo opportunamente prima della semina o del trapianto.

La direzione ottimale dei solchi è lungo l’asse nord-sud in modo che il sole nell’arco della giornata possa illuminare i due lati delle file. I solchi si scavano con una zappa o un badile e ci si aiuta con un filo teso tra due picchetti per andare diritto.

LA CONCIMAZIONE

Al pomodoro deve essere assicurata un’adeguata fornitura degli elementi nutritivi necessari con concimi minerali; soprattutto con letame o qualche altro concime organico interrato durante la vangatura (3 – 4 kg/metro quadrato).

Prima dell’impianto si possono impiegare 50 – 60 g/metro quadrato di perfosfato minerale-19 e 40 – 50 g/metro quadrato di solfato di potassio-50 distribuiti metà al momento della vangatura e metà con le lavorazioni che precedono il trapianto.

Subito prima del trapianto, solo nel caso in cui non sia stato impiegato letame o compost, oppure in presenza di terreni molto poveri, è possibile spargere 10 – 15 g/metro quadrato di nitrato ammonico-26.

Nella coltura in atto (in copertura) si possono distribuire concimi in due volte, alla distanza di 10 – 15 giorni; quando i frutti iniziano a ingrossarsi, nella dose di 8 grammi di nitrato ammonico-26 per metro quadrato.

IRRIGAZIONE

Il pomodoro è una tipica coltura irrigua e una corretta gestione delle irrigazioni può migliorare i risultati produttivi e qualitativi.

Irrigazioni eccessive, oltre allo spreco dell’acqua, comportano dilavamento del terreno, ritardi nella maturazione, eccessivo sviluppo vegetativo delle piante e probabili attacchi fungini; mentre apporti limitati producono uno sviluppo stentato, insufficiente pezzatura dei frutti e possibile comparsa di marciumi apicali.

È inoltre importante preferire turni irrigui ravvicinati per ridurre i rischi di ristagno idrico e di dilavamenti. È bene irrigare con il sistema a infiltrazione laterale per ridurre gli stress idrici.

SEMINA E TRAPIANTO

La semina in semenzaio è fatta a fine inverno (febbraio-marzo) per le coltivazioni in campo di piena stagione. Da 1 m quadrato di semenzaio possono essere ricavate 500 – 600 piantine idonee al trapianto per avere le quali vanno seminati 2 – 3 grammi di seme per metro quadrato.

Le piante di pomodoro a sviluppo indeterminato hanno bisogno di tutori, perché hanno un portamento sarmentoso; creano cioè lunghi tralci che non sono in grado di sorreggersi da soli. È necessario pertanto piantare delle canne dell’altezza di 2 – 2,5 metri all’interno del solco, alla distanza di 40 – 60 cm l’una dall’altra, e ad una profondità di almeno a 30 – 40 cm: quando i pomodori saranno cresciuti e pieni di frutti dovranno reggere un peso elevato. Se si ha lo spazio, per rendere il filare più robusto, si possono piantare dei pali in legno alle estremità delle file e tendere tre fili di ferro distanti 50 cm uno dall’altro.

Il trapianto si effettua quando non ci sono più rischi di gelate tardive, che nel Nord Italia coincide grosso modo con la seconda metà di aprile. Le singole piantine devono essere collocate lungo il solco ad una distanza di 40 – 60 cm una dall’altra in prossimità del tutore.

LAVORI COLTURALI SUCCESSIVI

I pomodori tendono a produrre molti germogli laterali che si originano dalle gemme presenti all’ascella delle foglie. I germogli ascellari vanno eliminati quando raggiungono circa 4 o 5 cm; usando se possibile una forbice per non strappare i tessuti, facilitare la cicatrizzazione delle ferite ed evitare che si infettino le piante con dei parassiti. Questa operazione si rende necessaria per assicurare la circolazione dell’aria e una perfetta insolazione dei frutti in modo da garantirne una maturazione uniforme e completa. La scacchiatura va continuata per tutto il ciclo vegetativo del pomodoro. Verso la fine dell’estate è bene cimare la pianta per permettere una maturazione migliore degli ultimi frutti.

Se ne effettuano due o tre. Il pomodoro ha una grande energia vegetativa ed è in grado di emettere radici anche sopra il colletto. Coprendo la parte basale del fusto col terreno che si trova tra una fila e l’altra, si consente lo sviluppo di tali radici; permettendo una radicazione più completa e sviluppata. Il solco che si crea nel centro può essere sempre utilizzato per l’irrigazione a scorrimento.

PREVENZIONE MALATTIE

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