LA QUALITÀ DELL’ACQUA PER IRRIGAZIONE

La qualità dell’acqua di irrigazione è un parametro fondamentale per il rendimento delle coltivazioni, la produttività del suolo e la protezione dell’ambiente. Ad esempio le proprietà fisiche e meccaniche del suolo come la struttura (stabilità degli aggregati) e la permeabilità sono molto sensibili al tipo di ioni scambiabili presenti nell’acqua di irrigazione.

La qualità dell’acqua di irrigazione può essere determinata nel modo migliore attraverso analisi di laboratorio. I fattori più importanti per determinare l’adeguatezza dell’utilizzo dell’acqua in agricoltura sono:

LA QUALITÀ DELL’ACQUA PER L’IRRIGAZIONE

Si possono distinguere due categorie di acque ai fini irrigui:

La qualità di un’acqua dipende in particolare dalla temperatura, dalle sostanze sospese e da quelle disciolte, e dal pH.

1) LA TEMPERATURA

Abbiamo già detto che le acque superficiali hanno temperatura correlata col livello termico dell’aria, mentre le acque profonde hanno una temperatura costante di circa 10-12 °C: ciò le rende calde in inverno e fredde in estate.

Quando d’estate si irriga con acque fredde si può determinare un abbassamento brusco del livello termico del terreno, pericoloso perché potrebbe cagionare turbe fisiologiche nel vegetale (rallentamento del metabolismo generale, dell’assorbimento radicale, del processo fotosintetico, ecc.). In estate si considerano fredde tutte le acque che hanno una temperatura inferiore ai 3/4 della temperatura media dell’aria: ad es. se la temperatura media in luglio è di 24 gradi, un’acqua che non abbia almeno 18 gradi è da considerare fredda per la generalità delle colture (soia, mais, barbabietola).

Per colture più tolleranti, l’acqua è da considerare fredda quando abbia una temperatura inferiore ai 2/3 della temperatura media dell’aria.

Un rimedio per l’uso di acque fredde è quello di far sostare l’acqua fredda in vasche di raccolta finché non si sia riscaldata.

Altri accorgimenti sono i seguenti:

2) LE SOSTANZE SOSPESE E LE SOSTANZE DISCIOLTE

Le acque profonde generalmente sono acque limpide, non contengono cioè sostanze sospese ma solo disciolte.

Le acque superficiali, invece, presentano sostanze sospese, cioè presentano un certo coefficiente di torbida (grammi di sostanze sospese in un m3 d’acqua).

Ai fini irrigui, oggi stanno assumendo particolare interesse le acque reflue che sono le acque di lavaggio delle stalle, le acque di vegetazione dei frantoi o derivanti da altre industrie agroalimentari, quelle degli scoli delle città previamente depurate.

I PROBLEMI COLTURALI CAUSATI DALLA QUALITÀ DELL’ACQUA

Spesso la qualità dell’acqua è la causa dei maggiori problemi colturali nel florovivaismo e questo vale soprattutto in sistemi chiusi. I problemi possono essere causati dal contenuto in sali e/o dalla durezza, in special modo dalla durezza temporanea, costituita dai carbonati di calcio e magnesio.

Gli impianti e le procedure per la riduzione dei bicarbonati ed il filtraggio dei sali sono molto complessi e costosi quindi, dove è possibile, si raccoglie l’acqua piovana e la si usa pura o per “tagliare” l’acqua di irrigazione; viene però così a mancare il sistema tampone. L’utilizzo dell’acqua piovana rende fondamentale il ruolo della concimazione perché previene indesiderate alterazioni del pH.

LA DISTINZIONE TR ACQUA DURA E ACQUA DOLCE

1) Acqua dura

L’acqua dura ha un alto livello di bicarbonati (HCO3- > 200-250 mg/l ; >9-10°dH), un pH alto e solitamente contiene molto calcio e magnesio. La maggior parte degli elementi nutritivi è disponibile in modo ottimale con un pH tra 5,5 e 6 nel terriccio: un innalzamento causa la diminuzione della capacità di assorbimento dei nutrienti. L’assunzione di ferro, manganese e fosfati è particolarmente inibita da un pH alto.

L’acqua dura presenta caratteristiche specifiche che richiedono l’utilizzo di un concime particolare, in grado di assicurare la neutralizzazione del livello dei bicarbonati nell’acqua di irrigazione migliorandone la qualità; in questo modo si previene il rischio di un innalzamento del pH durante la coltivazione, contemporaneamente garantendo la pulizia del sistema di irrigazione.

2) Acqua dolce

L’acqua dolce (piovana) ha concentrazioni molto basse di bicarbonati (HCO3- < 100 mg/l ; <5 °dH) e contiene poco calcio e magnesio. Quando in azienda si usa questo tipo di acqua per irrigare e/o si associano concimazioni prevalentemente ammoniacali, si ottiene una forte riduzione del pH nella parte inferiore del vaso.

Il basso valore di pH unito alla formazione di nitriti danneggia l’apparato radicale e crea problemi nella crescita. Una concimazione ottimale deve prevedere l’apporto di calcio e magnesio. La disponibilità bilanciata di elementi nutritivi favorisce una crescita costante della pianta.

COME MIGLIORARE LA QUALITÀ DELL’ACQUA IRRIGUA

1) Acqua con elevato contenuto in sodio e cloro

2) Acqua con elevato contenuto in ferro e/o manganese

3) IL pH

L’acqua irrigua è classificata come acida, neutra o alcalina, secondo la scala di valore del pH che va da 0 a 14. Il valore neutro corrisponde a 7.0, ogni valore inferiore è considerato acido mentre è basico (o alcalino) ogni valore superiore.

Il pH si determina con precisione tramite specifiche analisi di laboratorio, ma esistono kit-test che possono darne comunque un’indicazione. Un valore tra 5.0 e 8.0 è considerato normale.

PERCHÈ È IMPORTANTE LA QUALITÀ DELL’ACQUA

Le caratteristiche dell’acqua d’irrigazione possono influenzare la qualità e la quantità finale del prodotto. Usare per lungo tempo acqua di scarsa qualità spesso porta al manifestarsi di determinate problematiche, che dipendono anche dalla specie di piante utilizzate e che possiamo riassumere in:

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