LA SESSUALITÀ NELLE PIANTE, PIANTE MONOICHE E PIANTE DIOICHE

Noi pensiamo che tutti gli esseri viventi siano o maschi o femmine. Questo è vero per tutti i vertebrati, ma non è sempre vero per gli invertebrati (che sono la maggior parte delle specie animali) e neppure per i vegetali.

IL SESSO NELLE PIANTE

Le piante spesso non hanno sesso, ma capiamo meglio cosa vuol dire:

Ci sono piante che hanno solo fiori Ermafroditi: Questo significa che, per queste specie, non esiste la pianta maschio o femmina, ma neppure il fiore maschile o femminile. In pratica esiste un solo tipo di pianta che ha un unico tipo di fiore.

Questo fiore avrà una parte maschile (Stame) e una parte femminile (Pistillo).

Molte piante della famiglia delle Rosacea, tra cui il nespolo di Germania, appartengono a questa categoria.

COME POSSONO ESSERE LE PIANTE

Le piante possono essere monoiche o dioiche.

A differenza degli organi riproduttori degli animali, che sono strutture permanenti, i fiori sono strutture temporanee che si originano stagionalmente.

Dopo la fecondazione alcune parti del fiore si trasformano in frutto, struttura che protegge e racchiude il seme o i semi, mentre le altre parti muoiono e sono eliminate.

Talvolta, i fiori maschili e femminili possono essere diversi, ma presenti sulla stessa pianta, come nella zucca, nella quercia, nella betulla e nel granturco; tali piante sono dette monoiche (in greco «una casa»). Le specie in cui i fiori maschili e femminili si trovano su piante diverse, come il kiwi), il vischio e l’agrifoglio, sono dette dioiche («due case»).

Possono sembrare tutte uguali, oppure diverse per dimensioni e tipo di foglie, ma ci sono anche le piante monoiche e quelle dioiche da saper distinguere e non è così semplice con un colpo d’occhio farlo. E’ infatti necessario conoscere come si riproducono per poter dire in quale categorie inserirle. C’è una bella differenza tra le due tipologie anche se, proprio nella loro differenza, convivono amorevolmente nello stesso giardino senza alcun conflitto.

LE PIANTE MONOICHE

Questa è una parola derivata dall’unione della parola “Mono” e “oikos” che in greco vuol dire “casa”. Nelle specie monoiche “pure” vi è un solo tipo di pianta con due tipi di fiori. In pratica questa pianta produce sia fiori maschili, sia fiori femminili. In molti casi queste specie sfruttano l’impollinazione anemofila, ovvero usano il vento per trasportare il polline prodotto dai fiori maschili sull’ovaio dei fiori femminili.

Molte specie forestali appartengono a questa categoria, ad esempio l’Ontano Nero (Alnus glutinosa) mostra sia i fiori femminili (allungati e gialli) che quelli maschili (piccoli, rosati).

Nella realtà anche le piante ermafrodite sono monoiche (mono-casa).

LE CARATTERISTICHE DELLE PIANTE MONOICHE

Quando in biologia si utilizza il termine monoico ci si vuole riferire al modo in cui le piante si riproducono. Prendendo in considerazione gli organi riproduttivi maschili, detti stami, e quelli femminili, detti pistilli, si attesta che nelle piante monoiche essi stanno sulla stessa pianta e i gameti maschili e femminili vengono prodotti su un unico individuo.

Non è scontato, come vedremo, perché ci sono le dioiche su cui i fiori di diverso sesso non sono mai sullo stesso esemplare di pianta ma su due diversi.

Numeri alla mano, le piante monoiche sono in natura più numerose delle dioiche anche se di volta in volta, all’interno di questa categoria, troviamo diversi meccanismi che ogni specie mette in atto per evitare l’autoimpollinazione.

LE PIANTE DIOICHE

Con il termine dioico si fa riferimento a una modalità di riproduzione sessuale delle piante. Nelle specie dioiche gli organi riproduttivi maschili (gli stami) e quelli femminili (il pistillo) non sono presenti sulla stessa pianta e quindi, nell’ambito di una stessa specie, è possibile distinguere esemplari maschili ed esemplari femminili i quali non differiscono molto dal punto di vista morfologico, almeno fino al momento in cui i gameti non fanno la propria comparsa.

Perché un esemplare femminile di pianta dioica produca frutti e semi è necessario coltivarla insieme a un esemplare maschile della stessa specie (pianta impollinatrice). Alloro, agrifoglio, pungitopo, tasso, ginko, sono tutti esempi di piante dioiche.

In queste specie, come dice la parola: “due case”, esistono due tipi di piante: la pianta femmina che avrà solo fiori femminili e la pianta maschio che avrà solo fiori maschili.

La pianta del Kiwi (Actinidia sp.), quella del Pistacchio (Pistacia vera), così come quella del Lentisco (Pistacia lentiscus) appartengono a questa categoria.

La condizione di dioicità nelle piante è assai poco comune in natura, essendo nell’ambiente vegetale la condizione prevalente quella di recare nel fiore gli elementi completi dei due sessi (piante monoiche), pur avendo di norma meccanismi diversi per evitare l’autoimpollinazione. 

La convinzione popolare di ritenere alcune piante come “maschio” o “femmina” è spesso errata, e spesso basata su semplici considerazioni di forma dell’individuo vegetale, senza reali riferimenti alla sua effettiva condizione gametica.

LA DISTINZIONE TRA PIANTE MONOICHE E DIOICHE

Andiamo a conoscere comprendere il motivo della distinzione effettuata dai botanici. Le piante dioiche sono quelle piante che hanno gli organi riproduttivi maschili e quelli femminili su due piante distinte, quindi se prendiamo una specie botanica dioica, essa avrà piante maschio e piante femmina, ovvero con fiori maschili o con fiori femminili. Se una pianta appartiene alla categoria delle dioiche, non potrà mai avere sia fiori maschili che femminili sui suoi rami.

Tradotto in linguaggio più tecnico, significa che i gameti maschili e femminili vengono prodotti su due piante diverse quindi, se vogliamo o e ci serve che una pianta dioica femminile cominci a produrre dei frutti e dei semi, dobbiamo fare in modo che sia presente una pianta che la impollini. Sarà ovviamente una pianta della stessa specie ma di sesso maschile, in grado di produrre polline.

Nel caso delle piante dioiche, quindi con esemplari “maschio” e altri “femmina”, non aspettiamoci delle differenze morfologiche così evidenti da poterle riconoscere come si trattasse di due differenti specie, molto spesso sono identiche all’occhio umano e se ne percepisce la differenza solo al momento in cui avviene la produzione dei gameti, quindi quando compaiono le strutture riproduttive.

Al contrario delle piante monoiche, le dioiche sono molto meno comuni in natura ma possiamo fare alcuni celebri esempi di specie presenti anche in Italia e appartenenti alle Gimnosperme: il ginkgo biloba, il Tasso (Taxus baccata) e l’Araucaria.

LE DIFFERENZE PRATICHE TRA MONOICO E DIOICO

Un modo semplice per ricordare i significati di dioecious e monoecious è di guardare ai prefissi greci di, che significa due, e mono, che significa uno. Con le specie dioiche, alcune piante della specie hanno solo organi riproduttivi maschili, o stami, mentre altre piante della specie hanno solo parti riproduttive femminili, o pistilli.

In altre parole, le specie vegetali in questione hanno membri maschili e femminili distinti. Con le specie monoiche, ogni pianta ha dei fiori con stami e alcuni fiori con pistilli.

Quando le piante in questione sono piante dioiche, devi avere almeno una pianta maschile corrispondente che cresce o attorno al tuo paesaggio per le piante da frutto che devono essere impollinate. Ad esempio, arbusti di agrifoglio (elce) sono piante dioiche. I centri per giardini di qualità etichettano chiaramente le loro piante dioiche in modo da sapere se stai acquistando una cultivar femmina o maschio. Tuttavia, è meglio essere in grado di distinguere un agrifoglio maschio da un agrifoglio femmina (o qualsiasi altra pianta dioica) da solo, nel caso in cui il Garden Center dove fai acquisti commetta un errore nell’etichettatura o se hai alcune piante esistenti sulla tua proprietà che dovrebbe dare i suoi frutti ma non farlo.

ESEMPI

Nel granturco il pennacchio in alto è formato da molti fiorellini maschili, mentre il cono chiaro in basso è il fiore femminile che, dopo la fecondazione, si trasformerà in una pannocchia.

Affinché una pianta femmina di kiwi produca frutti, occorre piantare nelle sue vicinanze una pianta con fiori maschili, indispensabile per la fecondazione.

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