LA STORIA DELLA CACCIA DALLE ORIGINI AL MEDIOEVO (Prima Parte)

la storia della caccia dalle origini al medioevo

La caccia è la pratica di catturare o abbattere animali, solitamente selvatici, in principio, per l’approvvigionamento di cibo, pelli o altre materie, successivamente principalmente per altri fini: a scopo ricreativo, commerciale e per contenimento e gestione di una specie.

LA CACCIA NEL CORSO DELLA STORIA

In passato la caccia ha rappresentato una fonte primaria di sostentamento per l’uomo durante la condizione di cacciatore- raccoglitore, attività per la quale venivano realizzati i primi utensili, dai chopper alle punte di lancia. Nel corso della storia la caccia ha rivestito un ruolo di importanza differente per ciascuna popolazione umana. Per società in cui si svilupparono sempre più redditizie tecniche di agricoltura e allevamento, la caccia rivestiva un ruolo marginale o accessorio, legato a cultura, tradizione o a gestione delle specie selvatiche.

La caccia è comunque indispensabile per molte popolazioni che basano su essa tutto o parte del loro sostentamento, ad esempio in ambienti dove il clima comporti condizioni estreme di vita e non favorisca attività quali agricoltura e allevamento come per gli Inuit, o per cultura legata alla stessa come per popolazioni native di zone forestali e non urbanizzate, come i Karajà del Mato Grosso. Per tali popoli caccia e pesca rivestono ancora una funzione fondamentale alla loro sopravvivenza.

Nei paesi industrializzati ove il reperimento di cibo è attività indiretta (acquisto) e legata all’allevamento intensivo, la caccia riveste un ruolo principalmente ricreativo, oppure condotto a scopo commerciale. In questo contesto, il termine “caccia” si riferisce generalmente a un’attività approvata dalla legge, mentre il bracconaggio indica la caccia praticata in modi o in contesti che la rendono illegale.

La pesca commerciale non viene solitamente considerata un tipo di caccia, mentre nella sua espressione subacquea (caccia subacquea o pesca subacquea) e nella sua espressione con la canna (pesca di superficie) viene considerata da molti una forma di caccia non avendo natura commerciale. Anche la soppressione con trappole di animali “infestanti” quali topi o ratti viene considerata un’attività diversa dalla caccia.

LE ORIGINI E L’EVOLUZIONE DELLA CACCIA

La caccia è un’attività che ha radici preistoriche, precedenti alla nascita della specie Homo sapiens. I progenitori della specie umana più remoti erano onnivori, come gli attuali scinpanzè; sono stati ritrovati reperti, risalenti a 1,8 milioni di anni fa, che provano come gli ominidi già in quest’epoca si procacciassero grandi animali per il sostentamento; non è tuttavia completamente chiaro se fossero prevalentemente cacciatori attivi o raccoglitori di carogne o entrambi.

LE SOCIETÀ DI CACCIATORI – RACCOGLITORI

Si definiscono società di cacciatori-raccoglitori quelle popolazioni il cui sistema di sostentamento alimentare non si basa su alcuna forma di agricoltura o allevamento ma fa leva unicamente su acquisizione e prelievo di cibo e risorse alimentari dalla natura selvatica. Queste comunità si procurano il cibo cacciando animali e raccogliendo frutti selvatici, senza far ricorso, a fini alimentari, a specie domesticate, vegetali o animali. Si tratta di una caratteristica tipica di società primitive, che non realizzano un sistema economico di produzione in senso stretto ma di sola acquisizione o di prelievo.

Fu l’unica forma di sostentamento tra gli uomini del paleolitico. La caccia e raccolta fu soppiantata dall’agricoltura e dall’allevamento. Tuttavia non tutte le società compirono questo passo. Portava infatti benefici ma anche svantaggi, richiedeva un netto cambiamento del sistema economico-sociale e non era adatto o conveniente a tutti i territori. 

Ancora oggi resistono società di cacciatori-raccoglitori in territori dove la presenza delle società agricole o industriali non li ha ancora spinti (pacificamente o con la forza) ad abbandonare l’organizzazione originaria. Tra queste società figurano i Pigmei e i Boscimani africani, i Semang della Malesia, gli indios dell’Amazzonia.

LE PRIME TECNICHE DI CACCIA

Una delle prime tecniche di caccia utilizzate è stata probabilmente la caccia per sfinimento praticata nel paleolitico.

Nel periodo precedente all’invenzione delle armi da lancio, quali lance e archi, uno dei modi per cacciare una preda consisteva nell’inseguirla per lunghe distanze fino a quando la preda, esausta, poteva essere avvicinata e abbattuta La caccia per sfinimento è un’antichissima tecnica di caccia che consiste nell’inseguimento della preda per un lungo periodo di tempo, fino all’esaurimento delle forze della stessa, e conseguente cattura da parte del predatore.

Il successo di questa tecnica, poi abbandonata con l’invenzione delle armi da lancio, si basa sulle caratteristiche fisiche rispettivamente di predatore e preda: l’uomo, per via della postura eretta, non è in grado di competere in velocità con la maggior parte dei quadrupedi, e quindi la cattura dopo un breve inseguimento non si rivela un buon metodo di caccia, mentre la caccia per sfinimento si rivela la tecnica ottimale, dal momento che sulle lunghe distanze l’uomo è molto più resistente rispetto agli altri mammiferi.

Altre tecniche potevano essere l’agguato, e l’azione di gruppo nel circondare le prede.

LA CACCIA NELLE PRIME SOCIETÀ DI CACCIATORI

Con l’avvento delle prime società di cacciatori-raccoglitori, la caccia ha incominciato a ricoprire un ruolo più consistente nel sostentamento quotidiano. Prove fossili dell’utilizzo di lance per la caccia, la cui datazione risale a circa 16 200 anni fa, sono state rinvenute in Asia. Oltre a lance le prime armi da lancio consistevano in sassi, archi e frecce.

Un tipo di utensile usato dai primi ominidi tra la fine del Terziario e l’inizio del Quaternario era il chopper. La prima specie del genere Homo in grado di fabbricare questi strumenti fu Homo habilis, circa due milioni di anni fa.

Un ciottolo, generalmente di selce, viene scheggiato su una sola faccia da un altro ciottolo che funge da percussore, con un colpo perpendicolare alla superficie. Si crea così un utensile dal bordo tagliente, che rappresenta uno dei primi prodotti dell’industria umana.

Il chopper veniva probabilmente utilizzato impugnandolo nel palmo della mano per colpire oppure usato come strumento da taglio (per aprire un osso e nutrirsi di midollo oppure per tagliare la pelle degli animali).

Secondo alcuni storici l’avvento della caccia potrebbe aver contribuito al rimpiazzo della megafauna dell’olocene con gli erbivori più piccoli delle epoche successive.

In seguito, nonostante la nascita dell’agricoltura e dell’allevamento, la caccia continuò ad essere un’attività importante per la sopravvivenza delle comunità, in quanto fonte di proteine aggiuntive e materiali utili quali ossa, tendini, pelo o penne e pelli utilizzate per la produzione di abiti e la costruzione di ripari.

LE TESTIMONIANZE DELLA CACCIA ANTICA

Presso gli antichi romani la caccia era rappresentata dalla dea Diana.

Negli antichi altorilievi, in particolare in Mesopotamia, i re venivano spesso rappresentati come cacciatori impegnati con bestie di grandi dimensioni come i leoni, solitamente su un carro da guerra, considerato simbolo virile.

L’importanza psicologica e culturale della caccia nelle società antiche è testimoniata dalle divinità associate, quali il dio cornuto Cernunnos o la dea greca Artemide e l’equivalente romana Diana. In queste società sorsero anche molti tabù relativi alla caccia. L’associazione mitologica di una certa preda con una divinità poteva riflettersi in restrizioni alla caccia come, ad esempio, il divieto di cacciare nelle vicinanze di un tempio.

LA CACCIA NELLE SOCIETÀ AGRICOLE E PASTORALI

Con la diffusione dell’agricoltura e dell’allevamento la caccia divenne un’attività secondaria e accessoria a queste, praticata per difendere gli animali domestici dai predatori della zona o per eliminare gli animali selvatici che concorrevano nell’utilizzo delle risorse naturali o agricole, quali acqua e foraggio.

Da attività primaria per la sopravvivenza la caccia divenne un fenomeno sociale, svolta in forma di attività professionale con l’uso di equipaggiamenti e allenamenti specifici oppure come attività ludica, prerogativa delle classi sociali più elevate (nobiltà), come la caccia alla volpe.

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