LA SUDDIVISIONE DELLE ALGHE

la suddivisione delle alghe

Tutte le alghe posseggono clorofilla, presente nei centri di reazione per la fotosintesi, e pigmenti accessori di colore verde o blu e rosso (ficobiliproteine) o giallo, arancio e bruno (carotenoidi di tipi diversi), che hanno la funzione di ampliare l’assorbimento della luce nel visibile.

I carotenoidi svolgono anche un ruolo nella protezione da eccesso di radiazione luminosa. Poche specie sono note con nomi comuni e alcuni gruppi sono distinti in base alla colorazione, dovuta alla presenza di pigmenti accessori: si parla così di alghe azzurre (Cyanophyta), rosse (Rhodophyta), brune (Phaeophyceae), dorate (Chrysophyceae), giallo-verdi (Xanthophyceae) e verdi (tutte le classi delle Chlorophyta). 

Nelle forme pluricellulari di maggiori dimensioni i talli sono distinti in organi di ancoraggio, di sostegno e fronde deputate all’attività fotosintetica, con strati cellulari interni che funzionano da elementi conduttori.

Molte specie unicellulari e coloniali sono mobili grazie alla presenza di flagelli, che possono variare in numero, lunghezza, punto d’inserzione nel corpo cellulare e presentare sottili appendici laterali detti mastigonemi. Le forme flagellate possiedono apparati di fotoricezione, che consentono di avvicinarsi o allontanarsi dalla luce (fototassi). Le alghe prive di flagelli, come alcune specie di Cianobatteri e Diatomee (Bacillariophyceae) sono capaci di movimenti per scivolamento su substrato solido. Si rilevano anche movimenti in risposta a gradienti chimici (chemiotassi). 

LE ALGHE AZZURRE O CIANOFICEE

Le alghe azzurre sono organismi microscopici unicellulari erroneamente chiamati alghe: essi, infatti, hanno una struttura e un’organizzazione più primitiva delle alghe vere e proprie in quanto sono formati da una cellula procariotica, cioè priva di nucleo, come quella dei batteri.

A differenza di questi ultimi, le alghe azzurre però svolgono la fotosintesi grazie alla fucocianina, una sostanza di colore azzurro in grado di catturare l’energia solare. Nonostante il loro nome, non tutti questi organismi sono azzurri: una guaina mucillaginosa di rivestimento li può colorare di giallo, rosso, verde, blu, viola o bruno.

Vivono in ambienti molto diversi: dalle regioni polari o dalle vette innevate alle calde acque termali. Una loro caratteristica è quella di vivere spesso all’interno di altri organismi, dai più semplici, quali amebe, protozoi, altre alghe, ai funghi o addirittura alle piante superiori.

Le Cianoficee associate alle ife di alcuni tipi di funghi formano organismi del tutto particolari: i licheni.

LE DIATOMEE

Sono alghe molto antiche, tanto che alcune forme fossili risalgono a circa 100 milioni di anni fa. Si tratta di alghe unicellulari rivestite da un involucro esterno rigido, detto frustolo, formato da due metà che si incastrano l’una con l’altra come una scatola e il suo coperchio. Tale involucro è costituito di silice, la sostanza di cui è fatto il vetro, ed è provvisto di piccoli fori, minuscoli canali o piccole sporgenze che, nell’insieme, disegnano sulla sua superficie fini ornamenti caratteristici di ciascuna specie.

Quando queste alghe muoiono, la parte interna degenera, mentre i frustoli di silice si accumulano nei fondali marini. Questo processo, protrattosi per milioni di anni, ha determinato la formazione di grossi depositi di rocce sedimentarie farinose che, in seguito a lunghi processi geologici, possono emergere e vengono sfruttati dall’uomo per ottenere la ‘farina fossile’, una polvere fine utilizzata come materiale isolante, da imballaggio, come sostanza assorbente per la costruzione di filtri o addirittura della dinamite. Le Diatomee, insieme ad altre alghe unicellulari, formano il fitoplancton e di solito galleggiano sull’acqua, anche se non mancano forme che vivono sui fondali, su altre alghe o su piante.

LE CLOROFICEE O ALGHE VERDI

Sono alghe di colore verde perché contengono la clorofilla. Nel corso dell’evoluzione hanno colonizzato la terraferma e originato i progenitori di tutte le piante terrestri. Vivono soprattutto nelle acque dolci anche se alcune sono esclusive degli ambienti marini.

Questo gruppo comprende anche individui che vivono sulla neve, sul suolo, sui tronchi o sui rami degli alberi o, addirittura, nel corpo di alcuni organismi come idre o protozoi. Altre alghe, invece, vivono associate ai funghi per formare i licheni.

 La spirogira è un esempio di cloroficea molto comune, che forma masse filamentose di colore verde nelle acque dolci stagnanti di vasche, pozze o corsi d’acqua a lento scorrimento. Si può osservare quest’alga al microscopio ponendo una goccia d’acqua stagnante su un vetrino: si riconoscerà facilmente il suo corpo filamentoso formato da cellule allungate disposte una di seguito all’altra.

Il nome di quest’alga deriva dal fatto che ciascuna cellula contiene al suo interno un cloroplasto caratteristico perché a forma di nastro avvolto a spirale. La spirogira si riproduce per via asessuata attraverso la frammentazione del tallo: ogni piccolo frammento accrescendosi genera un nuovo individuo.

La riproduzione sessuale, invece, avviene quando due filamenti si accostano tra loro e due cellule sessuali provenienti da ciascun individuo si fondono insieme generando uno zigote da cui si svilupperà una nuova spirogira.

LE FEOFICEE O ALGHE BRUNE

Si tratta soprattutto di alghe marine, e sono di colore bruno perché contengono nel loro tallo alcuni pigmenti tra cui la fucoxantina che, mascherando il verde della clorofilla, le rende di colore marrone.

Vivono soprattutto nelle regioni fredde degli oceani e formano, spesso, praterie estese a largo delle coste. Hanno dimensioni estremamente variabili: certe sono microscopiche mentre altre possiedono fronde lunghe fino a 60 m e oltre.

Alcune, come la laminaria, hanno un tallo formato da una lamina sorretta da uno stipite più o meno allungato e cilindrico; quest’ultimo è a sua volta ancorato al fondale tramite ventose che aderiscono alle rocce. Quando la lamina si rompe per azione delle onde o viene tagliata, lo stipite ne genera un’altra.

Alcune alghe appartenenti a questo gruppo, come il Fucus, hanno, ai margini delle loro fronde, piccole vescicole ripiene di gas il cui scopo è quello di sostenere il tallo, generalmente floscio, in modo che galleggi sulla superficie del mare e, non venendo trascinato sul fondo dalle correnti, riesca ad assorbire una quantità maggiore di energia solare.

Altre alghe brune sono i sargassi, diffusi nei mari caldi. Queste alghe, particolarmente sviluppate a nord-est dei Caraibi, generano immense masse galleggianti dalle quali prende nome il Mar dei Sargassi.

LE RODOFICEE O ALGHE ROSSE

Sono così chiamate perché contengono la ficoeritrina, un pigmento rosso responsabile del colore che assumono in quanto maschera il verde della clorofilla. Per lo più filamentose, vivono soprattutto nelle acque marine delle regioni tropicali e temperate, attaccate agli scogli o sul tallo di altre alghe.

Generalmente, si dispongono a una profondità maggiore rispetto agli altri gruppi perché i loro pigmenti riescono ad assorbire quelle radiazioni che raggiungono le acque profonde. Di origini antichissime, ci sono alcuni loro resti fossili che risalgono a oltre 500 milioni di anni fa. Alcune alghe rosse, che depositano nel loro tallo carbonato di calcio, hanno una consistenza dura e pietrosa. Le loro pareti cellulari sono provviste di uno strato interno rigido e di uno strato più esterno mucillaginoso costituito da agar, una sostanza ampiamente utilizzata dall’uomo nell’industria alimentare e farmaceutica.

L’UTILITÀ DELLE ALGHE PER L’UOMO

L’uomo utilizza in modi diversi le alghe o le sostanze che da queste ricava. Soprattutto in Giappone, ma anche in Cina e nelle isole del Pacifico, le alghe sono un alimento diffuso perché ricco di vitamine e di sali minerali, analogamente agli alimenti vegetali che caratterizzano la nostra dieta.

In alcuni casi, inoltre, vengono raccolte e utilizzate come concime per fertilizzare il suolo perché mettono a disposizione delle piante i sali minerali che ne favoriscono la crescita.

Le pareti cellulari di alcune alghe rosse contengono l’agar, una sostanza mucillaginosa di cui il Giappone è il maggiore produttore. Tale sostanza è utilizzata nell’industria dei cosmetici, in quella farmaceutica per produrre soprattutto le capsule dei medicinali, e nell’industria alimentare per rendere più compatte gelatine o minestre. L’agar è utilizzato, inoltre, nei laboratori di analisi microbiologiche per evidenziare la presenza di batteri. Utilizzando l’agar e altre sostanze nutritive, si prepara un terreno di coltura che consenta la crescita dei batteri: poche ore dopo che uno striscio batterico è stato posto sulla sua superficie, si forma una colonia costituita da migliaia di batteri, una macchia più o meno tondeggiante e visibile a occhio nudo.

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