LA VANGATURA MANUALE E LA VANGATURA MECCANICA

la vangatura manuale e la vangatura meccanica

La vangatura è una lavorazione del terreno, consistente nel taglio di piccoli blocchi di terreno che vengono rivoltati e sminuzzati.

LA VANGATURA MANUALE

La vangatura manuale può essere considerata come la lavorazione tradizionale per la preparazione su piccole superfici, in orticoltura e in giardinaggio prima della semina o del trapianto. Questa operazione assume pertanto il ruolo di una lavorazione principale e si offre come alternativa all’aratura, con la quale mostra diverse analogie.

Si esegue con la vanga, uno degli attrezzi più familiari nella tradizione agricola. L’operatore staziona sul terreno sodo rivolto verso la parte lavorata. La lama della vanga s’inserisce nel terreno, facendo pressione con un piede per aumentare la forza di penetrazione sulla spalla della lama o su un apposito accessorio, detto vangile. Quando la lama è affondata, l’operatore fa leva sullo spigolo del terreno sodo, sulla mano che tiene inferiormente il manico ed eventualmente con la coscia, e solleva una fetta di terra rivoltandola su quelle precedentemente ribaltate. La fetta rivoltata viene subito dopo sminuzzata con alcuni colpi eseguiti di taglio con lo stesso attrezzo per ridurre l’eventuale zollosità.

LA VANGATURA E LA ZAPPATURA

Rispetto alla zappatura la vangatura rispetta meglio la struttura del terreno perché l’operatore non calpesta il terreno già lavorato.

La profondità della lavorazione è subordinata alla compattezza del terreno e alle dimensioni della lama e in generale si mantiene entro i 20-30 cm. La qualità del lavoro è tale da preparare il terreno in un’unica puntata, richiedendo eventualmente una preparazione complementare da eseguirsi con il rastrello. Sui terreni compatti può essere utile eseguire una vangatura a due strati allo scopo di approfondire la lavorazione e ottenere un risultato più energico. In definitiva la vangatura seguita dalla rastrellatura riprende concettualmente, su piccole superfici, l’aratura seguita dall’erpicatura.

IL RIDIMENSIONAMENTO DELLA VANGATURA MANUALE

Largamente adottato in passato, il ricorso a questa lavorazione ha subito un drastico ridimensionamento nelle aree agricole ad alto o medio grado di meccanizzazione e si limita a piccoli interventi di rifinitura. La vangatura implica infatti un notevole sforzo fisico e tempi di esecuzioni piuttosto lunghi, dal momento che la lavorazione di 100 m2 da parte di un addetto esperto e solerte richiede almeno 5-6 ore. Gli ambiti di applicazione attualmente si riducono al giardinaggio, mentre in orticoltura la vangatura è stata largamente sostituita dalla fresatura per mezzo di motozappe.

LA VANGATURA MECCANICA

È una lavorazione principale, eseguita in alternativa all’aratura con apposite macchine vangatrici, in grado di emulare il lavoro della vangatura manuale. La vangatrice è un attrezzo portato, con più organi lavoranti mossi dalla presa di potenza del trattore. Ogni organo lavorante simula, in modo più o meno marcato, la classica vanga nella forma ma il risultato del lavoro cambia notevolmente rispetto all’operazione manuale: il tipo che si avvicina meglio alla vanga tradizionale ha una lama di forma trapezoidale che nel suo moto penetra nel terreno, solleva una fetta e la rivolta in direzione opposta, rispetto a quella di avanzamento della macchina, ribaltandola entro certi limiti.

LA VANGATURA MECCANICA, PREGI E DIFETTI

Se per i piccoli orti è pensabile attuare una vangatura manuale, chi dispone di un appezzamento di terreno dalle dimensioni considerevoli o chi non vuole faticare troppo, può eseguire la vangatura mediante l’impiego di una motozappa. La motozappa smuove maggiormente il terreno restituendo un risultato migliore nel miglior tempo.

Facendo riferimento alla vangatura meccanica, il vantaggio più evidente rispetto all’aratura consiste nella possibilità di lavorare terreni in condizioni non ottimali di umidità. Il lavoro di una vangatrice, infatti, esercita un modesto grado di compressione del terreno, pertanto può essere eseguito anche su terreni la cui umidità oltrepassa lo stato di tempera senza che si abbiano gravi ripercussioni sulla struttura del terreno. Resta inteso, in ogni modo, che la fattibilità è subordinata alla portanza del terreno e, dunque, alla capacità di sopportare senza danni la compressione esercitata dalle ruote o dai cingoli della macchina.

Il tipo di lavoro forma una zollosità ridotta, pertanto è richiesto un blando lavoro di rifinitura con un’erpicatura leggera, al limite non necessaria se si opera su terreni particolarmente sciolti. Altri vantaggi di non trascurabile importanza sono l’elevata capacità oraria di lavoro e il minor consumo di carburante.

GLI INCONVENIENTI DELLA VANGATURA MECCANICA

Gli inconvenienti della vangatura meccanica consistono per lo più nella difficoltà (se non impossibilità) di operare su terreni compatti e nelle ridotte profondità di lavoro (al massimo 35 cm) che non consentono un efficace controllo delle piante infestanti.

In definitiva la vangatura meccanica si presta per l’orticoltura di pieno campo, settore nel quale è fondamentale accorciare i tempi per la preparazione del letto di semina negli avvicendamenti colturali, soprattutto perché consente di svincolarsi, entro certi limiti, dalle condizioni di umidità del terreno.

La vangatura meccanica non ha ottenuto una particolare diffusione negli ambienti agricoli italiani. Questa operazione è infatti in grado di effettuare una lavorazione superficiale (20-25 cm) che solo in parte può emulare nelle finalità l’aratura. Peraltro la macchina opera bene in terreni sciolti, ma non si adatta ai terreni compatti, piuttosto diffusi nella realtà del territorio italiano.

QUANDO VANGARE IL TERRENO

Il terreno deve essere vangato ogni anno, subito dopo il raccolto o a febbraio. Se il terreno è molto leggero e sabbioso, meglio aspettare a febbraio per vangare altrimenti le piogge invernali potrebbero renderlo di nuovo compatto e vanificare le fatiche svolte.

La vangatura del terreno è un’operazione che si svolge in autunno e in inverno, quando il suolo non è gelato, e consente la semina di alcune colture nella successiva stagione primaverile.

Con la vangatura del terreno ha inizio la preparazione del terreno: il substrato deve essere a lungo zappato, sminuzzato e deprivato delle sue zolle. Per eliminare a fondo ogni frammento roccioso, agglomerato grossolano e tutte le radici presenti, si ricorre alla vangatura. Tale lavoro di dissodamento è faticoso, soprattutto se svolto a mano, e richiede molta pazienza.

IL LAVORO DI DISSODAMENTO

In agricoltura è consuetudine dividere il lavoro di dissodamento in due fasi, la “prima vangatura” e la “seconda vangatura” anche detta “doppia vangatura“. La seconda vangatura non è sempre indispensabile, è necessaria solo quando dobbiamo lavorare con un terreno argilloso.

LE OPERAZIONI DI VANGATURA DEL TERRENO

Vangare un terreno è semplice ma faticoso, assicuratevi di essere ben idratati prima di iniziare.

  1. Dividete il terreno in due parti e smuovete le zolle fino alla profondità della vanga usata.
  2. Procedete scavando una buca e ponendo da parte il terreno ricavato, vi servirà alla fine.
  3. Scavate una seconda buca.
  4. Inserite nella prima buca il terreno ricavato dalla seconda buca.
  5. Continuate a scavare buche e riempirle fino a ultimare l’area da vangare. 
  6. Nell’ultima buca si pone il terreno ricavato dal primo scavo.

LA DOPPIA VANGATURA O SECONDA VANGATURA

La doppia vangatura o seconda vangatura è necessaria solo in caso di terreni particolarmente argillosi. Si lavora su aree larghe 60 cm: si sceglie di lavorare su fasce di terra piccole perché la seconda vangatura prevede un intervento più impegnativo dove si raggiungere il terreno in profondità facendo attenzione a non mescolare lo strato superficiale con quello più profondo.

La doppia vangatura del terreno è necessaria anche quando bisogna concimare, infatti, vangando più in profondità, si ha la possibilità di aggiungere i concimi per la coltivazione delle piante.

Non solo concime, chi vuole modificare la struttura o il pH del proprio terreno, deve approfittare della vangatura per aggiungere le sostanze adatte. Per esempio, per coltivare i cavoli che necessitano di un terreno alcalino, sarà opportuno aggiungere al terreno, durante la vangaturadella polvere di gesso o idrato di calcio.

Vi consiglio l’acquisto di queste Zappatrici Elettriche: CLICCA QUI CLICCA QUACLICCA QUI
Vi consiglio l’acquisto di queste attrezzature manuali: CLICCA QUICLICCA QUACLICCA QUI

Questo articolo contiene link di affiliazione icona   (Sostienici, Grazie )

La tua donazione significa molto per continuare. Dona/rinnova il tuo sostegno ora. PAYPAL

Vuoi abilitare le notifiche?
Attiva