L’AGRICOLTURA CONSERVATIVA

l'agricoltura conservativa

L’agricoltura conservativa è un sistema produttivo che si propone di conservare la fertilità del suolo attraverso l’adozione di particolari tecniche colturali, meno invasive rispetto a quelle tradizionali, in grado al contempo di ridurre i costi di gestione e produzione.

Nel secolo scorso la produzione agricola era compromessa a causa della perdita di fertilità dei suoli. Le aziende agricole riducono i costi a causa dell’ingente diminuzione dei prezzi dei prodotti. Ciò al fine di avere un margine di guadagno.

Ciò ha portato all’adozione di tecnologie e processi di lavorazione semplificati, magari a scapito di quantità e qualità della produzione stessa.

TECNICHE AGRICOLE DELL’AGRICOLTURA CONSERVATIVA

Con il termine di agricoltura conservativa sono raggruppate diverse tecniche agricole tendenti a conservare per il futuro la fertilità del suolo coltivato.

Nella coltivazione dei cereali, possono considerarsi conservative quelle lavorazioni del terreno che conservano in superficie tutti i residui colturali della coltura precedente, con funzione di copertura (pacciamatura); per contrastare l’erosione, ridurre l’impatto delle precipitazioni battenti, e per conservare l’umidità e la sostanza organica del suolo.

L’obiettivo ideale da perseguire sta, quindi, nell’identificare tecniche che consentono di ridurre il costo delle lavorazioni, migliorando la produttività, con il minor impatto ambientale possibile e contribuendo al mantenimento della fertilità del suolo.

PROTEZIONE DELLO STRATO SUPERFICIALE

Il secondo principio dell’agricoltura conservativa è una gestione dello strato superficiale mirata a creare uno strato organico permanente che favorisca la biologia interna alla struttura del suolo. Questo favorirà una dispersione del pacciame residuo sulla superficie del terreno, producendo un alto livello di materia organica che fungerà da fertilizzante. Sul lungo termine, le pratiche di agricoltura conservativa consentono la formazione di un nuovo strato di compost che protegge efficacemente il suolo dall’erosione.

La rotazione delle colture agisce da insetticida e diserbante naturale. La rotazione può anche aiutare a costruire una solida infrastruttura del suolo, con l’estensione di zone di radicamento che consentono una migliore infiltrazione dell’acqua.

LE LAVORAZIONI DEL TERRENO TRADIZIONALI

Le lavorazioni del terreno tradizionali (come l’aratura) che operano il ribaltamento degli strati di suolo in profondità, sono sicuramente efficaci per certi versi, ma presentano anche svantaggi non indifferenti:

I CRITERI DELL’AGRICOLTURA CONSERVATIVA

L’ agricoltura conservativa si articola sulla base di due semplici ma importanti criteri:

I RESIDUI VEGETALI IN AGRICOLTURA CONSERVATIVA

La sostanza organica, elemento essenziale nel terreno:

La sostanza organica contribuisce inoltre ad aggregare le particelle di terreno, evitandone l’asportazione attraverso i fenomeni erosivi causati dall’aria e dall’acqua: basti pensare che anche una pendenza può comportare perdite significative di suolo a causa dellerosione. Il contenuto di sostanza organica diminuisce drasticamente quando si interviene con aratura e lavorazioni profonde e molto intense, che ne comportano la rapida mineralizzazione.

LE TECNICHE DELL’AGRICOLTURA CONSERVATIVA

Le tecniche di agricoltura conservativa sono una valida soluzione a queste esigenze:

RIDURRE LA LAVORAZIONE DEL TERRENO

Ridurre la lavorazione del terreno favorisce l’integrità del suolo, scongiura l’erosione e contiene il ricorso alle macchine e ai diserbanti. L’agricoltura conservativa sembra essere una pratica sostenibile e redditizia.

L’erosione del suolo, l’impoverimento del terreno e l’abuso di fitofarmaci sono alcuni dei “peccati capitali” dell’agricoltura moderna. Le tecniche di coltivazione tradizionali prevedono un ricorso intensivo ai macchinari, volto a rimestare la terra per favorire una rapida germinazione e una massiva penetrazione delle sostanze nutritive e d’apporto.

In Sudamerica e nell’Europa orientale ha però preso piede un nuovo approccio che, progressivamente, sta riscuotendo consensi anche in Italia: l’agricoltura conservativa. Si tratta di una serie di tecniche di coltivazione che hanno come comune denominatore l’eliminazione dell’aratura o, più in generale, la riduzione ai minimi termini della lavorazione del terreno contenendo frequenza, intensità e profondità degli interventi lavorazione del terreno a strisce, rende adatte alla semina piccole porzioni di suolo, lasciando il resto coperto dai residui.

L’agricoltura conservativa si lega alla coltivazione di precisione. La concimazione, ad esempio, avviene mediante macchinari hi-tech, così da ridurre lo spreco dei fertilizzanti.

MENO DISERBANTI CON L’AGRICOLTURA CONSERVATIVA

L’agricoltura conservativa è una tecnica sostenibile, assai diffusa nel mondo che mira alla minima alterazione dei fondi al fine di preservarne struttura, fauna e sostanza organica. La copertura permanente del terreno grazie a colture specifiche, residui e coltri protegge le superfici, conserva l’umidità e contribuisce a contrastare il proliferare degli infestanti senza ricorrere ai diserbanti. Ai vantaggi diretti legati a un ridotto sfruttamento del terreno si accompagnano effetti positivi collaterali quali il minore ricorso ai macchinari e il conseguente contenimento tanto dei consumi di carburante quanto delle emissioni inquinanti, il sostegno della biodiversità, un esiguo impiego sia dei fitofarmaci sia dei fertilizzanti e la tutela delle falde acquifere.

QUATTRO TECNICHE PER RIDURRE L’EROSIONE

L’agricoltura conservativa mira all’ottimizzazione delle risorse e al contenimento del degrado, in special modo l’erosione, del suolo. Le tecniche di lavorazione ridotta, nello specifico, si dividono in quattro macro famiglie.

  1. La pratica più radicale, definita “no tillage”, prevede l’abbandono totale tanto dell’aratura quanto di qualsiasi attività che comporti un rimescolamento anche superficiale del terreno, ricorrendo pertanto alla semina diretta su sodo.
  2. Il “minimum tillage”, diversamente, si basa su interventia profondità contenuta, solitamente non superiore a 15 cm, con una copertura di almeno il 30 per cento dei fondi mediante residui colturali.
  3. Mentre il “vertical tillage” si affida a tagli verticali della crosta, demandati a strumenti che non provochino il rimescolamento delle zolle.
  4. Lo “strip tillage”, infine, comporta la lavorazione (solamente) di strisce di terreno larghe al massimo venti cm, interessando con tali passaggi non più del 25 per cento della superficie coltivata.

L’AGRICOLTURA CONSERVATIVA RICHIEDE MACCHINE SPECIALI

Particolarmente diffusa nei paesi emergenti grazie al ridotto ricorso ai macchinari, l’agricoltura conservativa va prendendo progressivamente piede anche nel nostro paese. Pur richiedendo una fase di stabilizzazione quantificabile in almeno 5-7 anni, tale pratica porta solitamente a un incremento delle rese per ettaro e favorisce le rotazioni colturali. Per essere messa in pratica necessita però di attrezzature specifiche che spazino dalla gestione (minima ma necessaria) del suolo alla semina, senza tralasciare la concimazione di precisione, così da ridurre al minimo i sovradosaggi e la dispersione in ambiente dei prodotti d’apporto.

COME RIDURRE L’INQUINAMENTO IN AGRICOLTURA CONSERVATIVA

Proprio nella naturale evoluzione della sostanza organica in humus si trova anche un primo vantaggio ecologico dell’agricoltura conservativa: con questi processi infatti, l’anidride carbonica viene fissata per formare complessi umici anziché essere rilasciata in atmosfera. A questo vanno aggiunte le più basse emissioni di CO2 conseguenti al minor utilizzo di combustibili fossili nelle lavorazioni conservative. Si stima che con una lavorazione convenzionale vengono prodotti dai 70 ai 100 kg di CO2 per ettaro, mentre, applicando lavorazioni conservative, il livello di emissioni si abbassa a 30 kg di CO2 per ettaro, fino ad arrivare addirittura a 10 kg di Co2 per ettaro nel caso in cui venga effettuata soltanto la semina senza ulteriori lavorazioni.

PERCHÈ PASSARE ALL’AGRICOLTURA CONSERVATIVA

Con l’adozione di una politica oculata, l’impatto della gestione dei terreni agricoli sulle emissioni di CO2 può avere ripercussioni significative a fronte di investimenti relativamente bassi. Il passaggio all’agricoltura conservativa consente inoltre di risparmiare anche sugli interventi di concimazione e lotta alle infestanti, apportando ulteriori vantaggi in termini economici e di salvaguardia ambientale. Si tratta quindi di un sistema produttivo da non sottovalutare, ma che anzi meriterebbe di essere incentivato e diffuso.

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