LE BRIOFITE

le briofite

Le briofite sono un gruppo di embriofite (piante terrestri) che comprendono circa 20.000 specie conosciute (1130 in Italia), tra cui i famosi muschi e le meno note antocerote ed epatiche.

Sono presenti in tutto il mondo in ambienti molto differenti, ma sono particolarmente diffuse in zone costantemente umide. Le briofite sono utilizzate da secoli dall’uomo per svariati motivi, ma la loro importanza economica è relativamente scarsa in confronto a quella di altre piante.

Le Briofite (che comprendono i Muschi, gli Sfagni e le Epatiche) perciò sono anche dette tallofite, a differenza delle piante superiori chiamate cormofite in quanto queste ultime hanno un vero corpo (cormo), distinto in radici, fusto e foglie.

Queste piante, invece, non solo non hanno vere radici, né vere foglie, ma nemmeno tubi o canali entro cui trasportare le sostanze da una parte all’altra del loro tallo.

LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

Le briofite, in botanica, sono collocate tassonomicamente tra quelle non vascolari, come le alghe, e quelle vascolari, come le Cormofite, in quanto presentano strutture simili a foglie e fusti, ma non hanno vere radici e mancano i tessuti conduttori vascolari.

Le briofite sono piante tipiche degli ambienti umidi e ombrosi.

Il loro corpo (tallo) è privo di sistema vascolare e di organi completamente differenziati (foglie, fusti e radici).

Non possedendo vere radici, esse assorbono acqua e sali minerali tramite tutte le cellule che si trovano a contatto con il substrato su cui vivono.

Per riprodursi necessitano di un velo d’acqua che ricopra l’organismo. Esso è utilizzato dalle cellule sessuali maschili per muoversi e raggiungere quelle femminili.

Le briofite sono piante non vascolari, prive cioè di tessuti lignificati (xylema e floema) per il trasporto dell’acqua e dei soluti. L’acqua viene assorbita per diffusione su tutta la superficie della pianta e trasportata per capillarità, sebbene in alcune specie siano presenti delle strutture specificatamente adibite a questa funzione.

Le briofite non possiedono inoltre radici, ma solo strutture dette rizoidi che hanno la sola funzione di ancorare la pianta al substrato. L’assenza di un sistema complesso per il trasporto dell’acqua limita generalmente le briofite ad ambienti con un’elevata umidità e a dimensioni ridotte (meno di 10 centimetri), anche se sono presenti eccezioni (Dawsonia superba, ad esempio, raggiunge i 75 centimetri di altezza).

IL CICLO VITALE DELLE BRIOFITE

Le briofite furono un tempo chiamate Embriofite Aploidali perché sono provviste di embrione, che nelle Briofite compare per la prima volta nella serie vegetale, e perché la piantina verde che normalmente si osserva (per es. nei pulvini dei muschi) rappresenta, nell’alternanza di generazioni, la fase aploide (gametofito).

Le B. costituirono il primo tentativo degli organismi di uscire dall’acqua e di adattarsi a vivere nell’ambiente terricolo. Esse, ancora oggi, sono fortemente legate all’ambiente acquatico e hanno un accrescimento assai limitato perché prive di meristemi apicali nello sporofito.

La fase aploide ha origine da un corpo filamentoso, ramificato (protonema), derivante dalla germinazione di una spora. Da esso si sviluppano assi (caulidi) che portano appendici fogliacee (fillidi), oppure corpi laminari, di aspetto talloide, costituenti il gametofito.

Questo, a maturità, produce gli organi sessuali femminili e maschili, sullo stesso o su distinti individui, a seconda che si tratti di specie monoica o dioica.

L’organo sessuale femminile è l’archegonio, costituito da un rivestimento di cellule a forma di bottiglia, nel cui fondo è contenuta la cellula sessuale (oospora). Con la fecondazione dell’oospora da parte di uno dei numerosissimi spermi biflagellati, prodotti in gran numero negli anteridi, ha inizio la generazione diploide (sporofito), che si sviluppa sul gametofito, restando congiunta a esso in un rapporto più parassitario che epifitico (non ha, quindi, radici). Lo sporofito è costituito da un peduncolo o da un organo colonnare (seta), alla cui estremità si sviluppa lo sporogonio o urna, all’interno del quale si originano, per meiosi a carico di un numero notevole di cellule diploidi, le spore aploidi, con le quali ricomincia il ciclo ontogenetico.

Le briofite hanno un ciclo vitale aplo-diplonte come tutte le piante terrestri, alternando una generazione aploide (gametofito) a una diploide (sporofito). Nelle briofite, però, è il gametofito ad essere la generazione dominante, al contrario di quanto avviene nelle altre piante terrestri.

Di fatto, l’individuo osservabile (il classico muschio, ad esempio) è il gametofito, cioè l’individuo aploide (con una sola copia di cromosomi). Lo sporofito è di solito temporaneo e di ridotte dimensioni; non conduce vita autonoma ma vive sul gametofito utilizzandone le risorse.

LA RIPRODUZIONE DELLE BRIOFITE

In alcuni periodi dell’anno dal cuscinetto di colore verde si sollevano alcuni filamenti, detti seta, che in cima portano capsule, contenenti le spore, le quali, una volta liberate all’esterno, sono trasportate lontano dal vento o dall’acqua. Solo quando raggiungono ambienti favorevoli al loro sviluppo le spore germinano per generare nuove piantine e quindi nuovi cuscinetti verdi.

Spesso piccoli frammenti del tallo o alcune propaggini che emergono in superficie, si staccano dal corpo della pianta e, giunte a terra, generano nuove piantine identiche alle precedenti; è in questo modo che avviene la riproduzione vegetativa, detta asessuata perché non coinvolge cellule sessuali.

Tutte le Briofite si riproducono anche sessualmente quando una cellula maschile raggiunge una cellula femminile e si fonde con questa. Ciò è possibile solo durante periodi particolarmente umidi, quando l’acqua è abbondantemente presente sotto forma di pioggia o di rugiada. Solo nell’acqua, infatti, le cellule maschili si possono spostare perché provviste di una coda, detta flagello, con cui raggiungono la cellula uovo femminile.

Il ciclo delle briofite inizia con la produzione di spore aploidi da parte dello sporofito. Le spore, in condizioni adatte, germinano producendo il gametofito. Il gametofito produce degli organi sessuali (gametangi) che producono gameti femminili o maschili.

I gametangi dei due sessi possono essere presenti sullo stesso individuo (specie monoiche) o su individui diversi (specie dioiche). A maturità, i gameti maschili (flagellati) nuotano nel sottile strato d’acqua che ricopre il gametofito e fecondano i gameti femminili. Da questo processo si sviluppa l’embrione che produce lo sporofito. Nelle briofite sono anche note forme di riproduzione asessuata.

L’EVOLUZIONE DELLE BRIOFITE

Si ritiene che piante analoghe alle briofite siano state il primo gruppo a diversificarsi nel gruppo delle piante terrestri. Pur possedendo tessuti differenziati (assenti nelle alghe) e adattamenti specifici per l’ambiente terrestre, le briofite mancano di molte caratteristiche (in primis un efficiente sistema per il trasporto dell’acqua) che hanno permesso alle piante vascolari di colonizzare tutte le terre emerse. Per questo motivo si ritiene che le briofite siano simili alle prime piante che colonizzarono la terra (500-600 milioni di anni fa), anche se le testimonianze fossili non sono chiare in questo senso.

IL PASSAGGIO DALLA VITA ACQUATICA ALLA TERRAFERMA

Le Briofite si sono evolute durante l’Era Paleozoica, tra 400 e 300 milioni di anni fa, a partire dalle alghe che vivevano e vivono tuttora soprattutto negli ambienti acquatici. Attualmente la loro presenza e le caratteristiche del loro corpo testimoniano quelle modificazioni che hanno consentito loro di colonizzare nuovi ambienti, in particolare il graduale passaggio dall’acqua alla terraferma avvenuto nel corso di milioni di anni.

Se si considera che sulla terraferma trovavano luce, aria e sali minerali in quantità, solo la mancanza di acqua poteva – e può essere tuttora – un ostacolo alla loro sopravvivenza tanto che prediligono sempre ambienti umidi o periodicamente ricoperti di acqua.

A differenza delle piante superiori più evolute, le Briofite sono tra le piante più semplici viventi negli ambienti terrestri. Il loro tallo si comporta come un foglio di carta porosa che assorbe acqua e altre sostanze solo per la continua necessità di rifornirla agli strati superficiali da dove evapora sotto forma di vapore, senza alcun controllo.

IN QUALI AMBIENTI È FACILE RICONOSCERE LE BRIOFITE

Le Briofite sono diffuse un po’ ovunque, dalla zona artica a quella antartica, in tutti gli ambienti terrestri dove l’acqua è disponibile almeno per un periodo dell’anno. Le Briofite dominavano la terraferma prima che comparissero le felcio le piante superiori, essendo capaci di vivere anche in ambienti estremi, dove le piante più evolute non potrebbero sopravvivere.

Analogamente a quanto fanno i licheni, colonizzano aree nude, prive di vegetazione; preparano il terreno per lo sviluppo di forme vegetali più evolute perché i loro rizoidi scavano, sfaldano e disgregano le rocce formando lentamente il suolo.

Inoltre trattengono l’acqua piovana come una spugna così da evitare eventuali allagamenti, mantenendo umida la terra e limitando l’erosionedel suolo. Insieme ai licheni dominano nella tundradelle regioni artiche o in quella d’alta montagna, oltre il limite degli alberi. Anche nelle regioni tropicali e temperate, dove le condizioni ambientali sono più favorevoli, sono molto abbondanti e vivono insieme, o addirittura sopra, a felci e a piante superiori.

VI consiglio la lettura:  Felci, muschi e licheni  CLICCA QUICLICCA QUACLICCA QUICLICCA QUA
Vi consiglio l’acquisto di questi prodotti: CLICCA QUICLICCA QUACLICCA QUI

Questo articolo contiene link di affiliazione icona Amazon (Sostienici, Grazie )

La tua donazione significa molto per continuare. Dona/rinnova il tuo sostegno ora. PAYPAL

Vuoi abilitare le notifiche?
Attiva