LE ESIGENZE AMBIENTALI E DI ADATTAMENTO DELL’ULIVO

le esigenze ambientali e di adattamento

Fra le piante arboree l’Olea europaea si distingue per la sua longevità e la frugalità. L’olivo è una tipicamente pianta termofila e pianta eliofila.

Per contro è sensibile alle basse temperature. Per i caratteri di frugalità ed eliofilia si rinviene frequentemente anche nelle macchie degradate, nelle garighe e nella vegetazione rupestre lungo le coste.

Resiste bene al pascolamento in quanto tende ad assumere un portamento di cespuglio a pulvino con ramificazione fitta e dotata di spine. Resiste bene anche agli incendi per la notevole capacità di ricacciare vigorosi polloni dalla ceppaia.

LA SENSIBILITÀ PER IL FREDDO

Le esigenze climatiche sono modeste. Essendo una pianta eliofila soffre l’ombreggiamento, producendo una vegetazione lassa e, soprattutto, una scarsa fioritura. Il fattore climatico determinante sulla distribuzione dell’olivo è la temperatura: la pianta manifesta sintomi di sofferenza a temperature di 3–4 °C. Sotto queste temperature gli apici dei germogli disseccano.

In generale la sensibilità al freddo aumenta passando dalla ceppaia al fusto, ai rami, ai germogli, alle foglie, agli apici vegetativi e, infine, ai fiori e ai frutticini. Le gelate possono danneggiare il legno già a temperature di −7 °C. Le forti gelate possono provocare la morte di tutto l’apparato aereo con sopravvivenza della sola ceppaia.

Per quanto riguarda gli altri fattori climatici, sono dannosi il forte vento, specie se associato a basse temperature, l’eccessiva piovosità e l’elevata umidità dell’aria.

LE ESIGENZE PEDOLOGICHE

Le esigenze pedologiche sono modeste. In generale l’olivo predilige terreni sciolti o di medio impasto, freschi e ben drenati. Vegeta bene anche su terreni grossolani o poco profondi, con rocciosità affiorante. Soffre invece nei terreni pesanti e soggetti al ristagno. In merito alla fertilità chimica si adatta anche ai terreni poveri e con reazione lontana dalla neutralità (terreni acidi e terreni calcarei) fino a tollerare valori del pH di 8,5–9. Fra gli alberi da frutto è una delle specie più tolleranti alla salinità, pertanto può essere coltivato anche in prossimità dei litorali.

LA RESISTENZA ALLA SICCITÀ

L’aspetto più interessante della capacità d’adattamento dell’olivo è la sua resistenza alla siccità anche quando si protrae per molti mesi. In caso di siccità la pianta reagisce assumendo un habitus xerofitico: i germogli cessano di crescere, si riduce la superficie traspirante con la caduta di una parte delle foglie, gli stomi vengono chiusi e l’acqua delle olive in accrescimento viene riassorbita.

In questo modo gli olivi superano indenni le lunghe estati siccitose, manifestando una ripresa dell’attività vegetativa solo con le prime piogge a fine estate. Gli stress idrici pregiudicano la produzione. Le fasi critiche per l’olivo sono il periodo della fioritura e quello dell’allegagione, l’indurimento del nocciolo e il successivo accrescimento dei frutti: eventuali stress idrici in queste fasi riducono la percentuale di allegagione, provocano cascola estiva delle drupe, scarso accrescimento di quelle rimaste e minore resa in olio delle olive.

In ogni modo si può dire che l’olivo si adatta alla coltura in asciutto anche nelle aree più aride dell’Italia meridionale e insulare in quanto offre una produzione, sia pur minima, anche nelle condizioni più difficili.

LE ESIGENZE DELL’ULIVO DAL PUNTO DI VISTA CLIMATICO

Dal punto di vista climatico la pianta dell’ulivo predilige clima mite invernale, caldo e relativamente asciutto in estate; sopporta bene temperature relativamente elevate (40- 42 °C) se accompagnate da adeguata disponibilità idrica nel terreno. Soffre invece durante l’inverno e più ancora in primavera se la temperatura scende oltre i -5/-6OC.

E una pianta che necessita di molta luce e quindi, soprattutto nel Centro-Nord, predilige esposizioni a pieno sole (sud/sud-ovest); mal sopporta la ricorrenza di nebbie o piogge soprattutto nel periodo primaverile in corrispondenza della fioritura.

Per quanto riguarda i terreni presenta una grande adattabilità; riesce infatti a vegetare e a produrre anche in ambienti poveri, con terreni ricchi di scheletro e relativamente superficiali. Rifugge tuttavia suoli eccessivamente pesanti e con difficoltà di drenaggio. I terreni migliori comunque sono quelli di medio impasto, relativamente profondi, permeabili, ben dotati di sostanza organica, preferibilmente calcarci, meglio se vi è dello scheletro purché non grossolano.

Se queste sono le esigenze climatiche e pedologiche perché la pianta possa ben vegetare e produrre, occorre tuttavia tener presente che i moderni sistemi di coltivazione, basati sui principi dell’olivicoltura intensiva meccanizzata, impongono che l’orografia del suolo non sia molto tormentata e che la pendenza non superi il 15-18%.

LE ESIGENZE COLTURALI

La pianta di olivo si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno, sia esso calcareo, argilloso o arido, possiede infatti un apparato radicale molto robusto e capace di penetrare in profondità per la ricerca di acqua e nutrimento. Per l’ottenimento di buoni frutti però è consigliabile un terreno ricco di sostanza organica, ben drenato e lavorato in profondità. La pianta di olivo soffre a temperature troppo basse, la coltivazione per grandi produzioni è limitata infatti quasi totalmente al sud Italia dove le temperature invernali raramente scendono oltre i 10 gradi sotto zero, temperature già a 3-4 gradi cominciano a portare danni alle parti più delicate della pianta come le foglie e i giovani germogli. L’esposizione deve essere in pieno sole, delle posizioni non perfettamente esposte in piena luce portano ad uno stentato sviluppo dell’apparato fogliare e ad una fioritura scarsa.

Contrariamente a quanto si pensa, l’olivo predilige i climi temporati-caldi, con inverni senza eccessivi e duraturi abbassamenti di temperatura e precipitazioni non abbondanti; questa pianta ha una elevata esigenza per la luce, fattore questo tenere in considerazione quando si sceglie la forma di allevamento e si esegue la potatura di produzione.

I CONSIGLI PER LA PIANTA DI ULIVO COLTIVATO IN VASO

L’ulivo cresce bene anche in vaso purchè si rispettino queste particolari condizioni:

COME PRENDERSI CURA DELL’ULIVO IN BALCONE

Se volete un alberello in terrazzo, tra le piante più indicate c’è l’ulivo. In primavera nei vivai se ne trova un’ampia scelta. Solitamente si tratta di esemplari giovani, di 4 anni, alti circa 150 centimetri. L’ulivo cresce bene in vaso perchè ha un apparato radicale piuttosto superficiale, e il suo bello sta nel fatto che non perde mai le foglie, e si riempie di frutti verdi (acerbi) e neri una volta maturi. Unico neo: non sopporta il freddo se la temperatura scende per molti giorni sotto i 10 gradi. La pianta quasi sicuramente morirà in questo caso.

Ecco come prendersi cura dell’ulivo:

Ricordarsi che gli ulivi prediligono il terriccio composto per metà dal lapilli vulcanici, oppure da pietra pomice.

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