LE FELCI

le felci

Le felci sono crittogame evolutivamente vicine alle fanerogame tanto che si pensa che ci sia un rapporto di discendenza fra le prime e le seconde. Come le fanerogame, anche molte felci possiedono una struttura a cormo (composta da radici, fusto e foglie), tessuti vascolari, cuticola esterna, ecc..

Non possiedono invece fiori e semi, ma si riproducono per mezzo di spore e per questo motivo molti studiosi le collocano fra le crittogame. Dal momento che la selaginella si riproduce con spore (e non fiori e semi) molti altri studiosi considerano questa pianta una felce.

L’HABITAT DELLE FELCI

Le felci si trovano in luoghi ombreggiati, freschi ed umidi, come per esempio nei boschi e in vicinanza di ruscelli, sorgenti o cascate d’acqua anche piccole. Altrimenti, presso un vivaio dove potrete facilmente procurarvene alcune specie.

Le Felci, tendono a distribuirsi in aree umide e ombreggiate, così come la maggior parte delle Pteridofite, tuttavia non mancano eccezioni. La maggior parte delle specie si trova quindi nelle zone dal clima tropicale, dove l’umidità e la temperatura costante crea le condizioni ideali per la crescita di queste piante.

Seppur ancora presenti, il loro numero si riduce sensibilmente nelle zone a clima temperato fino ad arrivare a un ristretto gruppo di specie nei climi freddi di montagna. In genere, le felci tendono comunque ad occupare maggiormente le zone di clima oceanico rispetto a quelle di clima continentale.

IL CICLO VITALE DELLE FELCI

Il ciclo vitale delle felci si inizia con la liberazione delle spore (n) dagli sporangi maturi. Queste spore sono in grado di germogliare e di produrre un protallo (n), una sorta di fogliolina a forma di cuore che oltre a dei rizoidi porta degli archegoni e degli anteridi. Questa fogliolina è il gametofito (n), mentre lo sporofito (2n) è l’organismo frondoso che conosciamo tutti, ma procediamo con il ciclo vitale.

Nella stagione e nel momento adatti, gli anteridi si aprono e liberano cellule spermatiche flagellate (anterozoi) che nuotano nel velo d’acqua che durante la pioggia o durante la stagione umida ricopre le diverse piante dirigendosi verso l’archegonio per fecondare le cellule uovo. Dalla cellula uovo fecondata (zigote, 2n) si sviluppa lo sporofito (2n) il quale cresce sul gametofito.

Quando il giovane sporofito si è ben ancorato nel terreno, il gametofito si dissolve. Una volta maturo e nella pagina inferiore delle proprie fronde, lo sporofito produce gli sporangi in gruppi chiamati sori. All’interno di ciascuno sporangio le cellule madri (2n) subiscono la meiosi e vengono trasformate in spore (n). Quando lo sporangio è maturo, si apre liberando le spore che sono pronte a germogliare, e il ciclo riprende.

L’archegonio delle felci è simile a quello dei muschi ed ha la forma di una fiaschetta. Ciascun archegonio contiene una cellula-uovo o oosfera. Mentre la piantina del muschio è un gametofito, la pianta di felce è uno sporofito. Le felci rappresentano una tappa importante nell’evoluzione delle piante per il passaggio dal gametofito allo sporofito come forma prevalente.

LA RIPRODUZIONE DELLE FELCI

La riproduzione di felci può avere molti scopi: quello di ottenere nuove piante, di poter seguire il loro ciclo vitale ed in particolare di potere esaminare dei protalli, altrimenti difficili da rintracciare in natura.

A seconda delle specie, le felci possono essere propagate per divisione dei cespi radicali o separando gli stoloni o per mezzo di propaguli, ma queste propagazioni vegetative non ci permetterebbero di seguire il ciclo vitale della pianta. Adotteremo quindi il sistema della riproduzione a partire dalle spore.

LA CONQUISTA DELLE TERRE EMERSE 

Nella grande divisione delle Pteridophyta, le Felci ricoprono sicuramente un ruolo di primo piano, tanto che spesso, i due termini sono usati come sinonimi. Queste piante presentavano delle caratteristiche nuove rispetto alle alghe e ai muschi che le avevano precedute sulla terraferma.

Grazie a reperti paleontologici, sappiamo che fu durante il Paleozoico (l’Era della vita antica) che le Pteridofite conobbero uno straordinario sviluppo. Queste piante presentavano delle nuove caratteristiche. Una struttura cormo (cioè con radici, fusto e foglie), con la formazione di tessuti vascolari per la conduzione di acqua e sostanze nutritive (da qui il termine “piante vascolari” o Tracheofite). Il loro successo fu tale che, durante il periodo Devoniano, le Pteridofite dominavano diverse zone del pianeta, estendendosi in immense foreste.

Durante il Mesozoico, l’era in cui i Rettili arrivarono a dominare i cieli, la terra e i mari, le Pteridofite conobbero il loro declino a partire dal Cretaceo. Infatti, già dal Carbonifero inferiore si erano diffuse le Gimnosperme, ma la vera causa del declino fu il progressivo affermarsi delle Angiosperme, le piante da fiore.

Solo alcune tra le Pteridofite riuscirono a superare indenni questa concorrenza spietata e addirittura, ad uscirne rafforzate: le Felci.

LA DIFFUSIONE DELLE FELCI

Certo, oggi le felci non raggiungono più le imponenti dimensioni dei loro periodi di splendore, ma sono ugualmente diffusissime, specialmente sotto forma di piante erbacee. Dai fossili è stato possibile stabilire che le felci preistoriche, durate la loro vita, erano capaci di accrescere costantemente il fusto in modo del tutto analogo a quello delle attuali piante superiori.

Nelle felci odierne, raramente si riscontra questa caratteristica. Oggi, solo nelle zone equatoriali, dove dominano le foreste tropicali, sono presenti felci arboree che possono arrivare a superare i 15 metri di altezza.

Il fusto, nella stragrande maggioranza delle felci attuali, tende a crescere orizzontalmente al suolo o addirittura al di sotto di esso (rizoma), per questo, spesso l’unica parte della pianta ad essere visibile sono le foglie. Nelle felci, le foglie hanno spesso una struttura che dal punto di vista anatomico risulta piuttosto complessa, specie se confrontata con quella delle Gimnosperme o delle Angiosperme, spesso hanno notevoli dimensioni e formano grandi fronde.

Il ritmo di crescita è solitamente molto rapido e, nelle foglie ancora in via di sviluppo, si può notare la tipica forma arrotolata “a pastorale” (prefogliazione circinnata), causata dalla differente velocità di crescita tra la pagina inferiore e superiore.

IL CICLO ONTOGENETICO DELLE FELCI

Le Felci sono piante che presentano un ciclo con alternanza di generazioni.

La grande produzione di spore, ha favorito la prevalenza dello sporofito diploide (un individuo in grado di produrre spore dotato di corredo cromosomico completo). Dalla germinazione delle spore, si sviluppa un individuo gametofito aploide (in grado di produrre gameti dotati di corredo cromosomico dimezzato) che prende il nome di protallo.

Il ciclo ontogenetico delle Felci in generale segue una serie di tappe fondamentali: sulla pagina inferiore delle foglie dello sporofito, spesso è possibile osservare delle file di strutture arrotondate giallastre chiamate sori. All’interno di essi si trovano gli sporangi, le strutture all’interno delle quali si formano le spore.

All’interno di ciascuno dei sori, tramite meiosi, sono prodotte una grande quantità di spore aploidi che, in seguito, potranno essere disperse nell’ambiente, germinare e, moltiplicandosi per mitosi, dar vita a un gametofita (protallo). Il protallo svilupperà, sulla parte ventrale, sia organi femminili: gli archegoni, sia apparati sessuali maschili: gli anteridi.

Essi daranno vita rispettivamente alle oosfere (gli ovuli immobili) e agli spermatozoidi (gameti maschili mobili e flagellati).

Sempre sulla parte ventrale del protallo si raccoglie un velo di liquido acquoso, in cui gli spermatozoidi possono nuotare e farsi strada attraverso l’orifizio archegoniale, fino a raggiungere l’oosfera, penetrarla, e infine fondersi con essa.

Non appena uno spermatozoide penetra nella cellula uovo, la membrana plasmatica di quest’ultimo si modifica, non permettendo più a nessun’ altra cellula spermatica di entrare. Dopo la fusione, i due gameti formano uno zigote diploide che viene trattenuto all’interno del tessuto del gametofita genitore e da esso nutrito. In seguito a ripetute divisioni cellulari, lo zigote si svilupperà in un embrione prima, poi in un piccolo sporofito, che dopo essersi reso indipendente dal gametofito, metterà radici e si svilupperà.

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