LE FORME DI ALLEVAMENTO DELL’ULIVO

Le forme di allevamento dell’ulivo cambiano da zona a zona, da varietà a varietà ma, soprattutto, in funzione del tipo di raccolta da praticare.

Non si deve dimenticare, comunque, che l’olivo è una pianta mediterranea: come tale essa ha bisogno di molta luce e aria e ha bisogno della maggior massa di foglie per dare buoni risultati produttivi, che produce su rami di un anno compiuto, da rinnovare annualmente, evitando, allo stesso tempo, gli ombreggiamenti che hanno effetti sensibili e negativi sui risultati produttivi ed economici della coltura.

LA SCELTA DEL SISTEMA DI ALLEVAMENTO

La scelta del sistema di allevamento rappresenta un passo fondamentale. Errori compiuti in questa fase possono riflettersi sulla produttività e redditività dell’oliveto fino a compromettere in modo pesante la possibilità di gestione delle piante. È necessario sapere fin da prima dell’impianto quale sarà ad esempio, il tipo di raccolta, le macchine da impiegare per la gestione delle varie operazioni, il sistema di gestione del terreno, in modo da selezionare la forma più idonea ed infine calcolare le distanze di impianto che da questa dipendono fortemente.

LE FORME DI ALLEVAMENTO

Le forme di allevamento possono essere suddivise sulla base della forma delle chioma (in volume o in parete), della rigidità dello scheletro (forme libere o meno) della presenza del tronco (vaso o cespuglio) e dell’altezza di questo (vaso basso o vaso tradizionale). La decisione deve essere presa innanzitutto in base al tipo di raccolta.

Se occorre applicare uno scuotitore per la raccolta meccanica ad esempio, è obbligatorio allevare le piante con un tronco unico di buona altezza, cosa che non è necessario fare se la raccolta verrà eseguita manualmente.

Anche le distanze tra le file possono essere ampliate se occorre intervenire con la raccolta manuale e sarebbe buona norma avere già un’idea delle esigenze dei macchinari da applicare al momento della decisione delle distanze tra le file e tra le piante

A) LA FORMA A VASO

Probabilmente la forma più diffusa in olivicoltura, con numerosi varianti a carico di fusto, branche e gestione della chioma. Dal tronco, che può essere basso (30-50 cm) od alto (100-120 cm) si dipartono 3 o più branche dirette verso l’esterno e verso l’alto, sulle quali sono inserite varie sottobranche disposte nelle varie direzioni ad occupare lo spazio a disposizione. Sulle singole branche principali si cerca di lasciare più vegetazione in basso e meno in alto così da conferire una forma a “cono” anche se generalmente con la potatura si tende a svuotare la parte centrale, in modo da favorire la penetrazione della luce.

SUGGERIMENTI E CONSIGLI

La forma si presta sia alla raccolta manuale che a quella meccanica, in questo caso occorre, come per il monocono, formare un tronco di altezza sufficiente per l’attacco della pinza dello scuotitore. Le piante in vivaio devono essere scelte in funzione del tipo di tronco desiderato. Se la pianta è ben impostata sono necessarie poche operazioni di potatura durante i primi anni e si può rimandare l’individuazione e la formazione delle branche definitive al terzo-quarto anno dall’impianto. Può essere tenuto in forma piuttosto rigida oppure in forma più libera intervenendo in modo diverso con la potatura.

Il vaso è anche detto “cespugliato” quando le branche partono direttamente dal terreno o a pochi centimetri da esso. In questo caso è più difficile adoperare scuotitori meccanici. Distanze consigliate 5-8 metri sulla fila e 5-8 metri tra le file, molto utilizzate: 5×6; 6×6; 7×7.

E un sistema che permette un buon arieggiamento della chioma evitando l’eccessivo infittimento della vegetazione. Il vaso poli conico, con le branche impalcate a 1-2 m da terra, permette le lavorazioni e la crescita sotto chioma delle specie erbacee. Contemporaneamente consente alle piante di fruttificare molto in alto, rendendo difficili e costose le operazioni di potatura e raccolta. Quando le piante hanno raggiunto la maturità sono necessarie le scale, perciò, si stanno diffondendo altre forme di allevamento.

B) LA FORMA LIBERA O A CESPUGLIO

La pianta acquistata in vivaio già impostata con rami anticipati anche in basso, viene fatta crescere in modo libero durante i primi 3-4 anni facendo sviluppare i rami, che poi divengono branche permanenti, a partire da pochi centimetri dal colletto.

La vegetazione si sviluppa liberamente assumendo una forma a tutto volume occupando un’area circolare. A partire dal terzo, quarto anno si può iniziare a potare le piante, inizialmente svuotando soprattutto la parte centrale e riducendo lo sviluppo in altezza. Con le potature successive si individuano le branche definitive che rimarranno, in numero di 3-5, per tutta la vita della pianta. La forma viene definita anche vaso cespugliato e può essere gestita con potature annuali oppure biennali.

SUGGERIMENTI E CONSIGLI

Tra i vantaggi di questa forma possono essere annoverati la precoce entrata in produzione ed i bassi costi di formazione e potatura. Lo svantaggio maggiore è che non possono essere applicati con efficacia gli scuotitori per la raccolta e che le branche e la forma della chioma rendono difficile alcune lavorazioni meccaniche del terreno. Distanze consigliate 5-6 metri sulle file e 6-7 metri tra le file.

La forma libera o a cespuglio, si ottiene senza effettuare nessun intervento di potatura alla pianta nei primi 8-10 anni, fatto salvo l’eventuale diradamento dei rametti alla base per i primi 40-50 cm, da effettuarsi subito dopo il trapianto o alla fine del primo anno.

In seguito allo sviluppo dell’olivo, si ottiene un cespuglio globoide con varie cime e contenuto in altezza, simile alla forma naturale.

Dal 10° anno in poi si prevedono interventi di potatura più o meno drastici che possono andare da un abbassamento delle cime, con contemporaneo sfoltimento della chioma, a una stroncatura turnata di tutte le piante dell’appezzamento.

C) LA FORMA A GLOBO

Forma molto simile al vaso a cui assomiglia per la presenza di un tronco di altezza variabile. La chioma però non viene potata nella parte interna e di conseguenza si forma appunto una forma “piena” quasi sferica con la produzione portata nelle zone esterne.

È utilizzata e diffusa nelle zone calde soleggiate dove l’olivo ha sviluppo notevole e non ci sono problemi di carenza di luce. La potatura viene di solito eseguita in turni pluriennali e le piante, molto vicine al modo di crescere “naturale” possono essere anche raccolte a macchina con scuotitori applicati al tronco o alle singole branche nel caso di mole notevole. Distanze simili a quelle del vaso ma in alcuni casi superiori per lasciare spazio sufficiente alla notevole crescita della pianta.

Nel globo, forma molto simile al cespuglio, il fusto è stato reciso a una determinata altezza e le branche si sviluppano da tale piano senza un ordine prestabilito per raggiungere, con le ramificazioni, altezze diverse; nel complesso la chioma dell’olivo prende una forma globosa.

D) LE ALTRE FORME

Quando le ramificazioni non scendono molto lateralmente, ma si estendono soltanto nella parte superiore, come quelle del pino da pinoli, si ha l’ombrello.

E) LE FORME DI ALLEVAMENTO BASSE

Tra le forme di allevamento basse ricordiamo: la palmetta libera, il vaso cespugliato, il cespuglio allargato lungo il filare (ellittico) o espanso (circolare), monocono o a cordone, a siepone. Queste forme tendono a realizzare una massa continua di vegetazione lungo il filare alta fino a 4 m.

F) LA FORMA A PALMETTA

Forma in parete introdotta dalla frutticoltura dove è ampiamente adottata. Su un fusto verticale vengono allevate, seguendo la direzione del filare, branche permanenti inclinate a 45-50° rispetto al terreno. Le branche sono inserite a circa 20 cm l’una dall’altra, una a destra ed una a sinistra formando un palco. Su una pianta vengono impostati due o tre palchi di branche distanziati tra loro 40-50 cm.

La pianta di sviluppa formando una parete vegetante meno sviluppata in direzione dell’interfilare. Rappresenta una buona forma per costituire una cortina verde non troppo espansa lateralmente o una siepe verde. Meno indicata per l’olivicoltura da reddito. Distanze consigliabili 4,5-5,5 lungo le file e 5-6 m tra le file.

G) LA FORMA A IPSILON

Simile alla palmetta della quale rimane soltanto il primo palco di branche, disposte in basso ed inclinate in direzione della fila. È meno problematica da mantenere della palmetta ma rappresenta comunque una forma poco diffusa nella olivicoltura moderna rimanendo ideale per utilizzazioni particolari e nel giardinaggio. Stesse distanze della palmetta.

H) IL VASO CESPUGLIATO

Il vaso cespugliato presenta 3-4 branche principali che si dipartono dal suolo e possono derivare da gruppi di 3-4 piantine.

I) LA FORMA A MONOCONO

Il monocono è una forma a tutta cima, molto simile al fusetto utilizzato in frutticoltura, di semplice manualità nella potatura.

La pianta viene allevata in modo che assuma una forma “ad abete” o, appunto, a cono. Esiste un solo fusto centrale, sul quale sono inserite delle branche fisse disposte quasi orizzontalmente verso tutte le direzioni, che riducono la loro ampiezza verso l’esterno dal basso verso l’alto. Occorre scegliere già in vivaio piantine ben conformate che devono esser guidate con la potatura fin dai primi anni, anche con interventi leggeri, in modo da favorire l’asse centrale, distribuire le branche in modo che non siano troppo vicine e sovrapposte, liberare il fusto dai rami.

SUGGERIMENTI E CONSIGLI

Attenzione a non far sviluppare troppo branche vicine al terreno, quelle disposte troppo vicine l’una all’altra e quelle che tolgono forza all’asse centrale. Forma adatta alla raccolta meccanica con scuotitori del tronco. Quest’ultimo deve essere ben formato e libero per almeno 90-1,10 metri. In questi ultimi anni è stata tentata la meccanizzazione totale di questa forma agendo anche con la potatura meccanica associata a quella manuale in modo alternato. Distanze di impianto variabili tra 3-4 metri sulla fila e 6-7 metri tra le file. Si presta poco bene alla raccolta manuale tradizionale.

Per l’impostazione di questa forma di allevamento si consigliano potature estive di formazione nei primi due anni allo scopo di eliminare le ramificazioni basali del tronco nei primi 80-90 cm, guidare la cima al tutore e sopprimere eventuali ramificazioni laterali assurgenti che possono entrare in concorrenza con l’unica cima.

I rami legnosi saranno intervallati tra loro di 50-60 cm in modo da conferire alla pianta, a struttura ultimata, la forma di un cono col vertice rivolto verso l’alto.

È la forma di allevamento più adatta alla raccolta meccanica per vibrazione del tronco, ma la fruttificazione non è sempre regolare. Le forme di allevamento libere sono più adatte per quelle aziende che dispongono di poca manodopera per le operazioni di potatura e raccolta.

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