GLI INTERVENTI DELL’UOMO IN AGRICOLTURA
Gli interventi dell’uomo in agricoltura consistono nel correggere, a suo favore, le condizioni intrinseche ed estrinseche che determinano la produzione vegetale. Si differenzia dalla semplice raccolta dei prodotti naturali della terra dove non c’è alcun intervento dell’uomo.
A) GLI INTERVENTI DELL’UOMO SUI FATTORI BIOLOGICI INTRINSECI
Che concorrono a delineare un’attività agricola, sono ad esempio i seguenti:
- La selezione delle attività di coltivazione.
- La densità di piantagione.
- Il miglioramento genetico cioè il processo di modifica del patrimonio genetico al fine di migliorare le caratteristiche utili all’uomo nelle specie coltivate o allevate.
- Le biotecnologie cioè metodi in più a disposizione dell’agricoltura che rendono possibile l’inserimento nelle piante di specifici geni, anche provenienti da specie assai diverse, la cui funzione è nota per trasmettere le informazioni nelle generazioni successive. Il miglioramento genetico quindi non è altro che un sistema per ottimizzare la selezione naturale e accrescere il rendimento e la resistenza alle malattie.
- L’ibridazione, con l’obiettivo ad esempio di creare una nuova specie di materiali e tecnologie innovative capaci di rispondere ad esigenze diverse con nuove prestazioni. Il prodotto ottenuto attraverso il processo di ibridazione tecnologica non costituisce una sommatoria di parti, ma è esso stesso un elemento finito nuovo con caratteristiche e prestazioni proprie.
- La potatura che consiste in una gamma di interventi atti a modificare il modo naturale di vegetare e di fruttificare di una piante.
- L’innesto che è una pratica agronomica per la moltiplicazione agamia delle piante realizzata con la fusione anatomo-fisiologica di due individui differenti (bionti), detti rispettivamente portinnesto o soggetto e nesto o oggetto, di cui il primo costituisce la parte basale della pianta e il secondo la parte aerea.
Nel complesso questi interventi concorrono a indirizzare la naturale tendenza produttiva delle singole specie agrarie verso specifiche esigenze dell’uomo.
B) GLI INTERVENTI DELL’UOMO SUI FATTORI BIOLOGICI ESTRINSECI IN AGRICOLTURA sono:
1. Il diserbo o, più in generale, il controllo delle piante infestanti è la pratica che mira alla loro eliminazione o contenimento, allo scopo di ridurne la competizione o il danno nei confronti di coltivazioni, animali al pascolo, aree verdi, manufatti o infrastrutture create dall’uomo. I mezzi impiegati possono essere diversi:
- I diserbanti chimici.
- Il fuoco.
- I mezzi meccanici (fresatura).
- Accorgimenti agronomici (p. es. la semina ad alta densità).
- Mezzi biologici (p. es. l’uso di parassiti dell’infestante).
- Barriere fisiche (pacciamatura).
Ci sono anche alternative valide al diserbo, come ad esempio la semina di piante a bassa competizione, sperimentata in viticoltura utilizzando specie o varietà di trifoglio o graminacee a bassa statura ma in grado di impedire la crescita di altre infestanti.
2. La fitoiatria è una disciplina che somma le tecniche e le procedure, tese alla cura o alla difesa degli organismi vegetali. Lo studio e l’applicazione dei metodi di prevenzione, cura e lotta delle malattie delle piante costituisce la definizione attuale. Essa integra conoscenze provenienti dalla patologia vegetale, l’entomologia, l’anatomia e la fisiologia vegetale, la fisica e la chimica e, non ultime le tecniche agronomiche.
3. L’avvicendamento colturale è una tecnica adottata in agricoltura che prevede la variazione della specie agraria coltivata nello stesso appezzamento, al fine di migliorare o mantenere la fertilità del terreno e garantire, a parità di condizioni, una maggiore resa. Si contrappone alla tecnica della mono successione che consiste nella ripetizione sullo stesso appezzamento della coltura effettuata nel ciclo precedente.
C) INTERVENTI DELL’UOMO SUI FATTORI CLIMATICI
Sono interventi protettivi mirati a ridurre l’influenza negativa del clima o potenziarne quella positiva fino a correggere drasticamente uno o più fattori. Sono interventi sui fattori climatici l’allestimento di frangiventi, di opere di protezione dal freddo (serra tunnel, pacciamatura ecc.), l’irrigazione.
Meno palese è il ruolo svolto da altre pratiche agricole in quanto si tratta di forme di adattamento a condizioni climatiche esistenti: sono tali la scelta dell’epoca di semina, il trapianto, la scelta varietale, la densità di piantagione, l’orientamento dei filari, alcune lavorazioni del terreno ecc..
- Il frangivento o frangivento vivo o quinta arborea è l’insieme di alberi e/o arbusti disposti secondo una particolare sistemazione “a filare” atta a riparare le coltivazioni dal vento. Il frangivento è chiamato anche cintura di riparo arborea.
- La pacciamatura è un’operazione attuata in agricoltura e giardinaggio che si effettua ricoprendo il terreno con uno strato di materiale, al fine di impedire la crescita delle malerbe, mantenere l’umidità nel suolo, proteggere il terreno dall’erosione, dall’azione della pioggia battente, evitare la formazione della cosiddetta crosta superficiale, diminuire il compattamento, mantenere la struttura e mitigare la temperatura del suolo.
- Le lavorazioni del terreno, in agronomia sono interventi praticati dall’uomo con l’ausilio di utensili o macchine allo scopo di creare un ambiente fisico ospitale per le piante agrarie.
- La Semina è la tecnica che più si avvicina al mezzo con cui naturalmente le piante si moltiplicano con la diffusione dei semi prodotti generalmente dalla fecondazione del fiore con il polline proveniente da altri fiori.
- Il trapianto è un’operazione colturale che consiste nel trasferire le piante da un luogo di crescita ad una altro. Il trapianto si compone di tre fasi: asportazione della pianta, trasporto e ripiantamento.
LA CULTIVAR
Cultivar è il termine col quale in agronomia s’intende una varietà di pianta coltivata, ottenuta con il miglioramento genetico, che riassume un insieme di specifici caratteri morfologici, fisiologici, agronomici e merceologici di particolare interesse e trasmissibili con la propagazione, sia per seme sia per parti di pianta.
L’AMMENDAMENTO
L’ammendamento consiste nel miglioramento delle proprietà fisiche di un terreno. Esso si distingue dalla concimazione in senso stretto in quanto, in linea di principio, non modifica le proprietà chimiche e nutritive del terreno stesso.
Tuttavia, l’ammendamento viene spesso ottenuto attraverso l’aggiunta di sostanze che hanno anche un ruolo fertilizzante come lo stallatico prodotto attraverso la stagionatura della lettiera mista a feci e urina proveniente dalle stalle di bovini ed equini. In questo caso, le funzioni ammendante e fertilizzante si completano in un’unica sostanza.
L’ammendamento tipicamente migliora la struttura del terreno, rendendolo meno compatto; facilita la ritenzione dell’acqua, rendendo quindi più efficaci ed economici gli interventi di irrigazione facilita inoltre la crescita delle radici, e l’ossigenazione del terreno, facilitando quindi l’opera di umificazione della sostanza organica presente.
I FERTILIZZANTI
I fertilizzanti sono mezzi tecnici, utilizzati in agricoltura e giardinaggio che permettono di creare, ricostituire, conservare o aumentare la fertilità del terreno. Secondo il tipo di miglioramento che conferiscono al suolo i fertilizzanti si distinguono in:
- Concimi che arricchiscono il terreno in uno o più elementi nutritivi.
- Ammendanti che migliorano le proprietà fisiche del terreno modificandone la struttura e/o la tessitura.
- Correttivi che modificano la reazione dei terreni anomali spostando il pH verso la neutralità.
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