COME DEFINIRE L’AGRICOLTURA NATURALE
L’agricoltura è l’arte e la pratica di coltivare il suolo, al fine di ricavarne prodotti per l’alimentazione umana e animale e anche altri prodotti per usi industriali.
L’agricoltura naturale si basa sull’osservazione della natura e sull’assumersi la responsabilità del proprio agire, scegliendo soluzioni semplici e limitando l’intervento alle pratiche strettamente necessarie senza intralciare i cicli naturali.
COSA CI INSEGNA L’AGRICOLTURA NATURALE
L’Agricoltura naturale ci insegna che è possibile coltivare lasciando che sia la natura, nella sua complessità e nei suoi tempi perfetti, a produrre il cibo necessario con il nostro minimo – e non-violento – intervento.
L’agricoltura naturale è definibile come l’agricoltura del non fare:
- Consiste semplicemente nel lasciare che ogni cosa, nel sistema agricolo ambientale, vada secondo natura: niente potature, concimazioni, cura colturale o trattamento fitosanitario, lotte antiparassitarie, lavorazioni del terreno. In questo contesto il lavoro dell’agricoltore si limita alla semina e al raccolto.
- Il terreno non viene arato e la germinazione avviene direttamente in superficie, se necessario avendo preventivamente mescolato i semi con argilla e fertilizzante (questo consente di ridurre il numero di semi necessari).
- Al terreno deve essere restituito quanto più possibile di ciò che ha prodotto, quindi l’agricoltore deve cogliere esclusivamente i frutti e lasciare sul campo tutti gli scarti e le rimanenze della coltivazione, che fungeranno da pacciamatura.
QUALI SONO I PRINCIPI DELL’AGRICOLTURA NATURALE
L’agricoltura naturale si basa sul rispetto per la natura, per se stessi e per gli altri, e su quattro principi:
- Nessuna lavorazione, poiché la terra viene areata dalla penetrazione delle radici e dall’attività di microorganismi, lombrichi, insetti e piccoli animali.
- Nessun concime chimico né composto preparato, poiché il suolo lasciato a se stesso conserva ed aumenta la propria fertilità.
- Nessun diserbo, poiché le erbacce non vanno eliminate ma controllate.
- Nessuna dipendenza da prodotti chimici, poiché la natura, se lasciata fare, è in equilibrio perfetto.
Seguendo queste semplici regole, evitando l’impiego di tecnologie e di combustibili fossili, non si inquina, si migliora il terreno e si rispetta l’ordine naturale. Ne risulta una pratica colturale economica, che oltre a rinverdire aree spoglie può produrre cibo sano a prezzi ragionevoli.
I PRINCIPI DEL METODO NATURALE
I principi di questo metodo sono:
- Non coltivare.
- Non fertilizzare.
- Non sarchiare.
- Non usare pesticidi.
1) NON COLTIVARE
L’aratura rovina il terreno, lo rende duro e povero.
La situazione peggiora se si usano fertilizzanti in aggiunta.
In realtà areare il terreno non favorisce l’areazione ma compatta ancora di più le zolle che diventano dure, inoltre uccide la preziosa microflora che si trova nei primi centimetri di spessore e che è quella adibita a fertilizzare e lavorare – da sé – la Terra.
Il terreno lavora da solo: il terreno che vive secondo la sua natura si ara da solo, l’erba e le piante da sovescio smuovono la terra, alberi e arbusti la lavorano in profondità, microrganismi di varia natura completano l’opera.
2) NON FERTILIZZARE
Il raccolto dipende dal terreno.
Le piante sono sempre nate – e continueranno a nascere – indipendentemente dall’intervento umano. A seconda delle qualità di un terreno si genera un complesso ecosistema in grado di ospitare vegetali e animali. Quello che l’uomo può fare è assecondare questa complessità, che genera da sè fecondità e fertilità.
3) NON SARCHIARE
Esistono davvero le erbacce?
- La consuetudine di scindere tutto ciò che ci circonda in buono e cattivo è tipicamente occidentale, in natura non esiste buono e/o cattivo. Tutto ha una sua utilità in un complesso sistema Vita – Morte – Vita.
- Ogni pianta appartiene a quell’ecosistema che le consente di insediarsi ed in qualche modo ricambia donando qualche beneficio.
- Molte erbacce sono commestibili e sin da tempi remoti hanno fatto parte della dieta dei contadini.
- Altre sono officinali o utili nella preparazione di preparati naturali che aiutano nel controllo di malattie dei vegetali.
- Molte sono anche ottimi impollinatori e averle in un orto torna sempre utile
Cespugli e arbusti sono frangivento e proteggono dalle gelate (oltre che ospitare uccelli che a loro volta mantengono il controllo sui parassiti naturali come i bruchi. - Le erbe inoltre arricchiscono il terreno, fertilizzandolo naturalmente. Mantengono inoltre l’umidità costante e trattengono l’acqua evitando che la terra si asciughi e secchi.
Il problema non è eliminarle, ma generare stati di buona convivenza reciproca e giuste sinergie dove anche i frutti utili all’uomo possano vivere: in pace.
4) NON USARE PESTICIDI
Gli insetti nocivi non esistono.
Un discorso simile a quello sulle erbe è possibile farlo per gli insetti:
- La complessità naturale consente di avere un equilibrio dinamico fra insetti “ai nostri scopi nocivi” e loro antagonisti.
- Usare un pesticida altera in modo disastroso questo delicato equilibrio e trascina in una sterilità infinita tutto il ciclo vitale, impoverendo il sistema e risultando, alla fine, poco produttivo – anche dal punto di vista economico.
- Evitando le lavorazioni e seminando una grande varietà di piante la fertilità del terreno aumenta stagione dopo stagione. Quindi se vogliamo coltivare un orto-frutteto, semineremo assieme cereali, ortaggi, leguminose, fiori, arbusti, alberi da frutto e forestali.
TECNICHE DELL’AGRICOLTURA NATURALE
Una delle tecniche di base dell’agricoltura naturale è la preparazione di dischetti e palline di argilla contenenti la più ampia varietà possibile di semi. Palline e dischetti si utilizzano contemporaneamente, questo perché mentre le palline si intrufolano meglio tra l’erba e i sassi, sfuggendo alla caccia dei predatori; i dischetti invece sono più adatti per proteggere i semi all’inizio della primavera e dell’autunno in un’area incolta. Dopo aver deposto i semi, si sfalcia l’erba presente sul campo e la si lascia in loco come pacciamatura, quindi si aspettano le piogge naturali e si osserva, fino alla raccolta.
L’argilla protegge il seme da roditori insetti uccelli formiche, fino al momento della germinazione.
Il lavoro principale consiste nel seminare e falciare l’erba subito dopo. Le prime piogge genereranno l’umidità necessaria alla germogliazione e sarà la natura stessa a selezionare – in base al suo habitat – quali semi siano ideali.
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