LE CARATTERISTICHE DELLE SEMENTI
Ogni seme è un essere vivente in stato di quiete. Anche se non sembra, perché non ha foglie e non si muove. Eppure respira, emette calore, distingue fra luce e buio ed elimina delle sostanze di scarto.
Insomma è in tutto e per tutto un essere vivente, destinato però a morire quando germoglierà per far vivere la nuova pianta a cui darà origine.
Questo è importante da sapere per capire come meglio conservarlo vitale e dargli il migliore ambiente possibile finché non sarà posto in terra.
LA GERMINABILITÀ
Una buona semente come tale deve essere germinabile. Cioè se messa nelle condizioni ottimali di luce, umidità e temperatura germoglierà e darà vita ad una piantina.
Ci sono delle sementi, come quelle di alcune piante aromatiche (origano o timo) o fiori decorativi, che per germogliare hanno bisogno di luce e quindi non devono essere seminate coperte di terra. Basta appoggiarle sulla superficie del terreno e poi pigiarle per farle aderire. Altre sementi hanno invece bisogno di buio e quindi di essere interrate, come i fagioli.
LA VITALITÀ
Purtroppo non basta che i semi siano solo germinabili, ma devono anche essere dotati di vitalità. Questa proprietà fa sì che germoglino nei tempi più brevi possibili.
È una caratteristica importante perché quando le sementi sono nel terreno e non sono ricche in vitalità, restano lì senza germinare per troppo tempo e diventano preda di muffe o insetti. Inoltre che rispettino il loro naturale periodo di germinazione è importante per rispettare al meglio il calendario lunare.
La vitalità è determinata dall’età e dalla buona conservazione dei semi. Ma ogni seme ha pure il suo periodo di germinazione ed alcuni sono più veloci di altri.
Sicuramente fra i più “pigri a risvegliarsi” c’è il prezzemolo che impiega normalmente in più di 20 giorni, mentre i velocisti sono sicuramente endivia e ravanello che lo fanno in 2 giorni.
LA TEMPERATURA DI GERMINAZIONE
Ogni seme ha bisogno per germinare di tre condizioni importanti: umidità, luce e temperatura adeguate alle sue richieste.
La temperatura ideale per la maggior parte di semi di ortaggi è in media sui 25° C., con agli estremi il sedano che ne vuole solo 20, ma solo di giorno e richiede invece la notte più fresca, e l’anguria che invece ne richiede almeno 35.
Il seme di ogni varietà di ortaggio reagisce in modo differente alle sollecitazioni del mondo esterno, segno che nonostante i secoli di domesticazione e selezione che hanno ricevuto dai contadini prima e ora dai genetisti, la loro natura originaria non è cambiata.
Dovremmo quindi essere noi ad adattarci alle loro esigenze e prima di tutto conoscerle per favorirne la crescita.
LE SEMENTI DI VARIETÀ IBRIDE F1
Quando si acquistano le bustine di sementi commerciali è ormai comune trovare sulla bustina questa denominazione accanto al nome della varietà. Le sementi ibride commerciali non sono qualcosa di moderno, esistono da tanti anni, e nemmeno sono qualcosa di negativo in sé.
Questa caratteristica indica principalmente due cose: che la pianta proviene dall’incrocio di due linee genetiche pure e che darà un prodotto molto omogeneo come forma, altezza, peso e sapore. Sicuramente indica anche che il seme che produrrà sarà un altro seme ibrido e questa volta non più uniforme.
Se si riseminano infatti dei semi raccolti da un pomodoro o da un melone ibrido F1, ad esempio, le piante che ne cresceranno, questa volta ibridi F2 cioè di seconda filiazione, saranno nella maggior parte dei casi una diversa dall’altra e forse nemmeno tanto produttive come la pianta madre.
Ecco perché è di solito sconsigliato riseminare gli ibridi. Errato invece è ritenere i semi degli ibridi non siano germinabili: lo sono alla pari degli altri non ibridi, solo potrebbero non possedere più tutte le caratteristiche alimentari e produttive della loro varietà.
LE SEMENTI DI VARIETÀ A IMPOLLINAZIONE APERTA
Sono invece il contrario degli ibridi, ovvero che i semi raccolti da queste varietà sono geneticamente stabili e conservano tutte le caratteristiche produttive delle piante madri e quindi sono riseminabili. Sono di solito anche vecchie varietà tradizionali e sono molto più economici delle sementi ibride perché più facili da coltivare.
Le vecchie varietà hanno il pregio di non essere state sottoposte a moderne tecniche di modificazione genetica, conservano sapori tradizionali, sono spesso più adatte alle coltivazioni amatoriali perché non hanno quelle caratteristiche utili invece al sistema di raccolta meccanizzata e alla frigoconservazione della grande distribuzione organizzata. E appunto permettono di coltivarsi da se anche la semente per il proprio autoconsumo.
IL CONTENITORE MIGLIORE PER CONSERVARE LE SEMENTI
I semi spesso devono superare la prova del tempo, vivere ed essere conservati peranni prima di essere riseminati. I materiali che aiutano la conservazione sono sicuramente quelli più semplici: piccoli sacchetti di carta a loro volta contenuti in barattoli ermetici di vetro. Sacchetti di carta e vetro sono i migliori amici dei semi per la loro conservazione a breve termine.
L’importante è che i sacchetti abbiano una buona tenuta e non disperdano semi.
Come evitare i tarli? Basta mescolare ai semi un poco di terra diatomacea non calcinata che agisce sia come essiccante sia come insetticida naturale.
E se avete spazio in un frigorifero, non in freezer sotto zero che li ucciderebbe, potete usarlo per riporre i barattoli di vetro. Ciò allungherebbe notevolmente la vita delle nostre sementi.
I SEMI DORMIENTI
Esistono semi che una volta raccolti non sono subito pronti a essere riseminati. È il caso di alcune piante aromatiche, come la salvia o la lavanda, o semi selvatici come quasi tutti quelli degli alberi selvatici il cui seme non germoglia se non sono passati alcuni mesi dalla raccolta.
Per accelerare questo processo di risveglio è sufficiente metterli in frigorifero e lasciarli per qualche settimana. Al termine la germinazione diventa normale. Lo stesso trattamento termico può funzionare per accelerare la germinazione di alcuni semi ortivi lenti: li si lascia in frigorifero qualche tempo prima di seminarli in terra o in semenzaio e si ottiene una più pronta e uniforme germinazione.
I SEMI VIVIPARI
Alcune sementi non sono veri semi in stato di quiete, ma veri e propri germogli vivi. E il caso del roscano, che invece del seme produce in effetti un piccolissimo germoglio, o il chayote, che è un seme molto grande all’interno del frutto e che non può essere separato da questo senza devitalizzarlo.
La vita di questi semi è di solito di pochi mesi a partire dal momento del distacco dalla pianta madre.
IL FREEZER PER I LEGUMI
Vi è mai capitato di mettere nei barattoli dei semi di pisello o di ceci e trovare dopo qualche mese una piccola truppa di insettini neri, i curculionidi, che se li stanno mangiando dal di dentro? Purtroppo questi insetti sono piccoli coleotteri che nascono da uova deposte quando i nostri legumi erano ancora sulla pianta.
Per sconfiggerli basta porre i legumi per qualche tempo nel freezer a -20° una volta secchi e raccolti.
I semi dei legumi a differenza dei semi più piccoli non si rovinano congelandoli, anzi il freddo uccide ogni tipo di parassita possano contenere e eviterà che le loro uova si schiudano. Un modo semplice ed efficace per combattere un comune parassita di tutti i legumi.
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