CHE COSA È LA ROTAZIONE DELLE COLTURE

L’avvicendamento o rotazione delle colture è una tecnica adottata in agricoltura che prevede la variazione della specie agraria coltivata nello stesso appezzamento, al fine di migliorare o mantenere la fertilità del terreno e garantire, a parità di condizioni, una maggiore resa. Si contrappone alla tecnica della mono successione, che consiste nella ripetizione sullo stesso appezzamento della coltura effettuata nel ciclo precedente.
CHE COS’È LA ROTAZIONE DELLE COLTURE
La rotazione delle colture è una tecnica semplice e antica, applicata ancora oggi allo stesso terreno, grazie al sapere di contadini e agronomi, che consente di mantenere il terreno fertile nel tempo riducendo l’uso di pesticidi o fertilizzanti.
Ma di che cosa si tratta esattamente? È sufficiente, nel corso degli anni, alternare nello stesso campo la coltivazione di verdure diverse: così il terreno resta fertile e garantisce una buona resa nel tempo. La rotazione delle colture interessa gran parte dei terreni.
Lo stesso appezzamento di terreno viene destinato di anno in anno a ortaggi diversi per un ciclo di almeno 3 anni: da questa (semplice) regola nasce la rotazione delle colture, una tecnica già diffusa nel Medioevo, che evita le conseguenze naturali negative della monocoltura come per esempio l’impoverimento del suolo, la proliferazione dei parassiti o la comparsa di piante infestanti.
PERCHÈ EFFETTUARE LA ROTAZIONE DELLE COLTURE
Le piante, per poter crescere e fruttificare, hanno bisogno di determinati elementi: aria, luce, acqua, sali minerali e humus.
Ogni pianta ha bisogno dei sali minerali, ma diversi da pianta a pianta; per esempio i cereali assorbono molto azoto e fosforo e poco potassio; le leguminose molto potassio e fosforo, ma poco azoto; la patata molto azoto e potassio e così via.
Coltivando per diversi anni lo stesso tipo di pianta sullo stesso terreno, succede che quest’ultimo si impoverisca e risulti quindi depauperato: ciò si manifesta con una riduzione dei prodotti, una minore resistenza alle malattie ed un aumento delle erbe infestanti.
Per evitare ciò bisogna diversificare le coltivazioni, per esempio usando una tecnica chiamata avvicendamento.
I VANTAGGI DELLA ROTAZIONE COLTURALE
La rotazione colturale consiste nel programmare la sequenza delle colture erbacee che si succedono nel tempo in uno stesso appezzamento. Dal punto di vista agronomico tale pratica porta vantaggi all’azienda che lo pratica ed è uno dei cardini tecnici su cui si basa l’agricoltura biologica:
- Permette un razionale sfruttamento della fertilità alternando colture con esigenze nutrizionali diverse, eliminando il fenomeno della “stanchezza del terreno”.
- È il principale mezzo a disposizione dell’operatore biologico per il controllo delle infestanti. La coltivazione successiva di specie differenti su un medesimo appezzamento porta infatti a diversificare le operazioni colturali e le epoche di lavorazione facilitando, quindi, la difesa dalle malerbe.
- Inoltre, è possibile inserire nella rotazione colture “rinettanti”, ovvero specie erbacee che, per proprie caratteristiche intrinseche (crescita veloce, taglia elevata, investimento fitto), perché sarchiate (a esempio, la bietola da costa), o perché necessitano di rincalzatura (come la patata), a fine ciclo colturale lasciano l’appezzamento meno infestato dalle malerbe.
Tra le colture in grado di contenere l’infestazione presente sul campo, si segnalano in particolare le foraggere, poiché inserendole nella rotazione è possibile avvantaggiarsi della tecnica dello sfalcio che, eliminando le infestanti durante la coltura successiva interrompe il ciclo di sviluppo di patogeni e fitofagi che, nel caso delle mono successioni, si specializzano su una determinata coltura e divengono assai difficilmente controllabili.
- Aumenta la varietà e l’attività dei microrganismi presenti nel suolo, favorendo la crescita delle piante. La rotazione di colture diverse modifica radicalmente la struttura della comunità microbica presente nel terreno e le sue funzioni, con effetti positivi sulla materia organica del suolo.
Nel corso della ricerca, gli scienziati hanno sperimentato la coltivazione di tre tipi di piante (soia, frumento e mais), ruotando le colture attraverso cinque diverse combinazioni. Al termine dell’esperimento, hanno scoperto che aumentare la diversità delle colture aveva aumentato del 33% la presenza di carbonio nel suolo – un indicatore della salute generale del terreno. Inoltre, la rotazione aveva accresciuto anche la concentrazione totale di azoto, un indicatore della fertilità del suolo.
Secondo gli esperti, lo studio dimostra che la varietà delle colture, aumentando la quantità e la diversità funzionale dei microrganismi presenti nel terreno, ne migliora la produttività.
L’APPLICAZIONE DELLA ROTAZIONE DELLE COLTURE NEI CAMPI
Gli agricoltori e gli agronomi applicano con attenzione le regole della rotazione delle colture con l’obiettivo non solo di garantire prodotti stagionali di qualità, ma anche rispettare la natura e limitare l’intervento dell’uomo. Grazie a un monitoraggio attento e costante sul fabbisogno delle piante si riduce l’uso dei concimi e dei fertilizzanti.
Ma come avviene la rotazione delle colture nei campi Il procedimento è semplice quanto efficace: l’agronomo “mappa” i terreni zona per zona registrando quale campo è destinato ogni anno per ciascuna coltivazione. Il tutto viene raccolto in un archivio digitale che consente a tutti gli agronomi di conoscere quale tipologia di ortaggio è coltivato in ogni campo in quel preciso momento, consentendo così di programmare la coltura successiva ed evitare che questa possa “risentire” delle condizioni del terreno lasciate dalla coltura precedente. Un esempio? Se in un determinato campo sono state seminate le zucche, verdure che impegnano e “stressano” il terreno, la coltura successiva da programmare sarà quella delle carote, che arricchiscono il suolo di elementi nutritivi. Il tutto viene programmato e definito con anticipo dall’agronomo che, aiutato dal contadino, definisce le verdure migliori da seminare in quel preciso campo. Un lavoro di squadra, che fa bene all’ambiente e al nostro pianeta.
COME SI REALIZZA LA ROTAZIONE DELLE COLTURE
L’avvicendamento (o rotazione) consiste nel coltivare un terreno (campo) con una successione di colture diverse in modo che una stessa specie torni su uno stesso terreno a intervalli opportunamente lunghi.
- La coltura ripetuta o mono successione viene realizzata quando in un campo dell’azienda una stessa coltura succede a se stessa per uno o più anni.
- La monocoltura consiste nella coltivazione di un’unica specie nell’intera azienda: si può avere avvicendamento con monocoltura se un anno l’intera superficie aziendale viene coltivata con un’unica specie e l’anno successivo con un’altra.
L’avvicendamento è l’ordinata successione delle colture nel tempo e loro organica distribuzione nello spazio.
L’avvicendamento può essere realizzato:
- Coltivando in un’azienda una sola specie per anno.
- Coltivando ogni anno tutte le specie incluse nell’avvicendamento in modo che “ruotino” nei diversi campi dell’azienda in una successione ordinata.
LE VARIE COMBINAZIONI DELL’AVVICENDAMENTO
Lo schema generale dell’avvicendamento può variare per il numero di colture, la loro durata e la loro relativa estensione dando luogo a infinite combinazioni:
- Avvicendamento a ciclo chiuso: l’alternanza delle colture presenti in un determinato campo dell’azienda segue un ordine prestabilito per cui una specie “ritorna” nello stesso campo dopo un preciso numero di anni.
- Avvicendamento a ciclo aperto o libero: l’alternanza delle colture non segue un ordine prestabilito.
COME SI SUDDIVIDONO LE COLTURE
Le colture incluse nelle rotazioni si suddividono in:
- Colture principali: quelle che occupano il terreno per una o più annate agrarie.
- Colture intercalari: quelleche vengono talvolta praticate nell’intervallo di tempo che separa due colture principali. Si tratta di colture a ciclo breve per lo più destinate alla produzione di foraggio (erbai estivi, autunnali, autunno vernini) dal momento che il tempo disponibile tra due colture principali è spesso poco.
In base alla durata, cioè agli anni che intercorrono tra una coltura ed il ritorno della stessa nel campo, le rotazioni si distinguono in:
- Brevi quando si svolgono in due o tre anni.
- Medie quelle il cui ciclo si compie in 4 – 6 anni.
- Lunghe quelle che oltrepassano i sei anni.
Le rotazioni sono continue quando le colture si succedono senza interruzioni, e discontinue quando il terreno resta, a turno, improduttivo (maggese o riposo)
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