I VIVAI FORESTALI, L’IMPIANTO DEL BOSCO E LA SELVICOLTURA
Anche per le piante forestali, come per i fruttiferi, il vivaio è costituito da due parti: semenzaio e piantonaio.
- Il semenzaio è quella parte del vivaio in cui avviene la semina. Dev’essere preparato in posizione riparata dai venti, esposizione a sud o sud-ovest, terreno preferibilmente sciolto e fresco.
- Dopo 1 o 2 anni le piantine sono trapiantate nel All’età di 3-5 anni sono pronte per il collocamento a dimora. A volte possono anche essere collocate direttamente a dimora le piantine provenienti dal semenzaio.
Si dà il nome di postime alle piante che si collocano a dimora. Esse sono chiamate: semenzali, se provengono direttamente dal semenzaio; di trapianto, se provengono dal piantonaio.
Prendono il nome di novellame le piante nate nei boschi per disseminazione naturale; le piante del novellame utilizzata per il trapianto a dimora (previa o meno la messa in piantonaio) sono chiamate selvaggioni.
IL RIMBOSCHIMENTO
Il termine rimboschimento indica il processo con cui una zona da tempo priva di vegetazione o precedentemente non boscata viene ricoperta da alberi adatti a quella zona. Si tratta quindi di un cambio di destinazione d’uso del suolo. Il rimboschimento può essere artificiale, se effettuato dall’uomo, oppure naturale se avviene spontaneamente, grazie alle sementi trasportate dal vento o dagli animali.
Il rimboschimento è la reintroduzione di specie arboree e arbustive in terreni che, in un passato più o meno recente, hanno ospitato complessi boscati distrutti o degradati per cause naturali o per l’intervento dell’uomo.
Il termine è anche usato con il significato di imboschimento, cioè impianto di specie arboree e arbustive su terreni da lungo tempo privi di vegetazione legnosa (ex coltivi, terreni marginali abbandonati, terreni dissestati); e anche di forestazione, cioè creazione di aree boscate con il rimboschimento attuato senza o non solo con finalità produttive.
L’IMBOSCHIMENTO
La differenza fra rimboschimento e imboschimento consiste nel fatto che il primo processo avviene su terreni ove il bosco era presente fino ad epoca più o meno recente, mentre si parla di imboschimento quando il processo ha luogo in terreni mai boscati in precedenza oppure mai boscati a memoria d’uomo.
LA RINNOVAZIONE DEL BOSCO
Il rimboschimento non va confuso con la rinnovazione del bosco, ossia con la crescita di nuove piantine in terreni boscati, in cui gli alberi sono stati tagliati dall’uomo o distrutti da calamità naturali. In questo caso non si ha cambio di destinazione d’uso del suolo, ma ci si limita a conservare lo stato di fatto. La rinnovazione è la sostituzione, in un bosco, di alberi adulti da parte di piantine giovani della stessa specie, definite novellame. Si parla invece di successione se la specie vegetale dominante viene sostituita da esemplari di altra specie. La rinnovazione del bosco può essere artificiale, se effettuata all’uomo tramite semina o piantagione, o naturale, se avviene spontaneamente grazie alle sementi degli alberi rimasti.
LA SCELTA DELLE SPECIE
La scelta delle specie è sempre più orientata verso quelle autoctone, con preferenza per le provenienze locali, mentre nel passato sono state utilizzate prevalentemente specie esotiche, che talvolta non sono riuscite ad acclimatarsi o sono divenute infestanti, sconvolgendo gli ambienti locali e dando origine al cosiddetto inquinamento verde.
Le piante vengono prodotte in contenitore ed a radice nuda, che prevedono differenze sostanziali:
- Le prime, distribuite durante il periodo estivo, presentano un fitto e compatto panno di radici e, se confrontate con le piante a radice nuda, risultano avere un accrescimento meno dinamico durante il primo anno di piantumazione, in funzione della loro attività vegetativa.
- Le seconde, distribuite nel periodo compreso tra novembre e marzo, possono comportare benefici in termini di sviluppo vegetativo, in funzione della stazione di impianto e dell’accortezza da parte del cliente nel seguire le “buone regole di coltivazione e gestione”; ciò comporta sia una maggiore efficacia dell’intervento che l’efficienza del futuro impianto, con il conseguente abbattimento dei costi di acquisto.
Le piante sono accompagnate da regolari certificati di provenienza e identità clonale, che ne attestano l’origine e la qualità delle produzioni.
L’IMPIANTO DEL BOSCO
Dove il bosco non esiste o perché non c’è mai stato o perché la fustaia preesistente è stata utilizzata col taglio raso, si deve procedere ad un nuovo impianto.
Una volta scelta la specie da impiantare (che deve essere adatta alle condizioni di suolo e di clima che offre la località), l’impianto del bosco può essere fatto in due modi: con la semina o con la piantagione.
- Solo con poche specie (in particolare il pino domestico) e in favorevoli condizioni la semina può essere adottata con buone probabilità di successo.
- La piantagione, che garantisce un risultato migliore e più sicuro, è di solito preferita. Per la piantagione si adoperano per lo più piantine allevate in vivaio per 1-3 anni e messe a dimora possibilmente col pane di terra impiegando le fitocelle oppure a radici nude.
LA PREPARAZIONE DEL TERRENO
L’impianto del bosco è condizionato all’esecuzione di alcune operazioni indispensabili: rimozione della vegetazione esistente (tramite decespugliatori), rimozione di ostacoli (massi, ceppaie, ecc.), lavorazione del terreno (con aratri o scarificatori). Anziché totale la lavorazione del suolo (per i gravi pericoli di erosione a cui sarebbe sottoposto il suolo) può essere parziale eseguita con le seguenti modalità: a strisce (strisce di varia larghezza lavorate con aratri o scarificatori), a piazzette (piccole aree quadrate o rettangolari), a gradoni (piccole terrazze seguenti le curve di livello con contropendenza a monte), a piazzole (sono segmenti di gradone) oppure, quasi sempre, a buche o formelle (buche cubiche o cilindriche di 30-40 cm di lato o di diametro e altrettanto profonde).
LA PIANTAGIONE DEI BOSCHI
Le piante devono essere tolte dal terreno con un buon pane di terra attorno alle radici. Oggi, anche per l’impianto dei boschi, si va diffondendo l’uso delle fitocelle: cilindri o sacchetti di plastica (polietilene nero), provvisti di numerosi fori laterali, nei quali, dopo averli riempiti di terra, si trapiantano le piantine provenienti dal semenzaio o, più spesso, si esegue direttamente in essi la semina. Quando le piantine sono pronte per il collocamento a dimora si interra l’intera fitocella, evitando così alle piantine di essere estratte dal terreno. Le radici fuoriescono dai buchi esistenti nelle pareti delle fitocelle che, in seguito, si lacerano completamente.
COME VA FATTA LA PIANTAGIONE
La piantagione si fa con un numero di piante molto elevato (da 2.000 fino a 10.000 piante per ettaro, secondo la natura del suolo, il vigore dei soggetti e la specie), assai superiore al numero di piante che costituiranno il popolamento definitivo del bosco. Infatti è della massima importanza per la più rapida e regolare crescita degli alberi, che questi nella fase giovanile siano molto fitti, in modo che sia favorito l’allungamento in altezza, la forma diritta e slanciata e la precoce caduta dei rami più bassi (così da non avere grossi nodi sul tronco).
IL COLLOCAMENTO A DIMORA
Nel collocamento a dimora (scasso a buche) si procede come segue: si getta terra nella buca dello scasso fino a circa metà della buca stessa (previa concimazione organica sul fondo qualora sia possibile); nella buca, semi riempita di terra, si colloca la piantina, in modo che la zona del colletto risulti al livello del terreno e le radici siano bene adagiate sul fondo; si riempie la buca con la terra residua; si costipa leggermente la terra smossa a fianco della piantina.
LE CURE COLTURALI AI RIMBOSCHIMENTI
Il bosco dopo l’impianto deve essere curato con diligenza e tempestività per favorire il migliore sviluppo delle giovani e delicate piantine. Le cure tendono a due scopi principali:
- Migliorare le condizioni di vita e stimolare lo sviluppo delle piante: ciò si ottiene in special modo con la lotta alle erbe infestanti o agli arbusti infestanti (sarchiature, ripuliture, diserbo), importante nei primi anni dopo l’impianto.
- Assicurare la giusta densità delle piante: a questo scopo si fanno i risarcimenti (sostituzione di piante mancanti), gli sfollamenti (eliminazione delle piante giovani che risultano in eccesso rispetto alla densità voluta), i diradamenti, fatti gradualmente e oculatamente in modo che nella fase maturità il numero delle piante sia ridotto a quello definitivo (in genere 800-1200 per ettaro nelle fustaie di resinose).
- È necessario poi che il rimboschimento sia difeso dal pascolo. Danni consistenti ai giovani rimboschimenti possono essere provocati anche da animali selvatici come caprioli, daini e cinghiali.
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