GLI ORTAGGI DA FRUTTO: LE CUCURBITACEE
Gli ortaggi da frutto fanno parte della categoria degli ortaggi, quindi prodotti vegetali che vengono coltivati in un appezzamento di terreno detto orto. Hanno la particolarità, rispetto a tutti gli altri ortaggi, di avere il frutto, dal punto di vista botanico, come unica parte della pianta commestibile; degli altri ortaggi, infatti, si possono consumare i semi, i fiori, le foglie, il fusto oppure le radici.
Nel mondo esistono moltissime varietà di ortaggi da frutto, ma quelli a noi più conosciuti e consumati appartengono principalmente a due categorie:
- Le solanacee, una famiglia di piante che comprende i pomodori, le melenzane, i peperoni di vario tipo e le patate (sebbene di quest’ultima pianta non si consumino i frutti, ma il tubero).
- Le cucurbitacee, altra famiglia a cui appartengono alcuni ortaggi come il cetriolo, la zucca e la zucchina, e alcune piante considerate “frutta” come il melone e il cocomero.
LA DEFINIZIONE DI CUCURBITACEE
Le cucurbitacee sono una famiglia di piante erbacee o arbustive, diffuse specialmente nelle regioni calde, con fusto strisciante o rampicante provvisto di viticci, fiori riuniti in cime e tipici frutti a forma di grossa bacca; vi appartengono il cocomero, il melone, la zucca e il cetriolo.
Il nome deriva dal latino cucurbĭta ‘zucca’. A sua volta, il termine deriva dal sanscrito “corb“, “attorcigliarsi”, “strisciare”. Esso indica la principale caratteristica delle specie della famiglia, quella di avere fusti angolosi, ruvidi, striscianti o rampicanti, con viticci ramosi posti accanto alle foglie.
Alla famiglia delle Cucurbitaceae appartengono circa 760 specie, diffuse sia nel vecchio che nel nuovo continente, con apparato vegetativo erbaceo.
LE CUCURBITACEE
Le cucurbitacee sono piante originarie dei paesi tropicali. Tra tutte le sue specie, solo una decina riescono a sopravvivere nelle regioni a clima temperato. Tutte le cucurbitacee temono il freddo e devono essere protette dagli sbalzi improvvisi di temperatura.
Il nome stesso della famiglia indica la principale caratteristica dei suoi rappresentanti, quella cioè di avere fusti angolosi, ruvidi, striscianti o rampicanti, con viticci o cirri ramosi posti accanto alle foglie. Deriva, infatti, da “corb”, una parola della lingua sanscrita che significa “attorcigliarsi”, “strisciare”.
Le cucurbitacee sono una famiglia di piante che conta ben 900 tipologie diverse. Questa famiglia è tipica dei climi tropicali, e sono pochissime le specie che le appartengono che riescono a resistere ai nostri climi; ne sono state stimate circa una decina, delle quali alcune non commestibili. Tra quelle commestibili, le più famose sono zucca, zucchina, cetriolo, melone e cocomero, anche se questi ultimi non fanno parte degli ortaggi.
Il nome deriva da un termine latino che significa “strisciare”, a testimonianza del particolare andamento dei fusti delle piante che strisciano per terra e si ingrandiscono in direzione orizzontale, piuttosto che verticale.
LE CARATTERISTICHE BOTANICHE
Le Cucurbitacee sono piante, in genere, annuali, raramente perenni. Sono quasi tutte piante erbacee, cioè non hanno fusto legnoso. Sono prostrate o rampicanti.
Le foglie mostrano una disposizione alterna o spiralata. Le foglie sono alterne, senza stipule, palminervie.
I fiori sono monoici o dioici con situazioni intermedie, quindi hanno fiori maschili e femminili sulla stessa pianta, separati ma conviventi. Questa proprietà comporta la necessità di impollinatori esterni come api o vespe per la riproduzione.Le corolle sono gamopetali (cioè con i petali uniti tra loro), le cui corolle, a forma di stella, sono sempre formate da 5 petali con divisioni più o meno profonde. Gli stami sono in numero di 5, qualche volta 3, con filamenti ed antere libere o connate. L’ovario è infero a 3-5 logge; lo stilo è breve, diviso in 3-5 stigmi.
I loro frutti, pepònidi, sono rivestiti di una esocarpo (detto volgarmente “scorza”) più o meno duro ed hanno una polpa carnosa nella quale sono presenti numerosi semi. La polpa con i semi inclusi costituisce il meso-endocarpo.
I semi sono numerosi e schiacciati con un tegumento crostaceo o coriaceo, senza albume e con embrione diritto a cotiledoni piani. Pur avendo tutti le stesse caratteristiche, sono assai diversi di dimensione e di peso: basti pensare all’enorme differenza tra la zucca, che può raggiungere anche 90-100 Kg di peso, ed il cetriolo di soli 200-300 g.
LA COLTIVAZIONE DELLE CUCURBITACEE
Le piante della famiglia delle cucurbitacee sono tutte ortaggi da frutto e producono frutti di buone dimensioni. Generalmente richiedono molto al terreno dell’orto in termini di sostanze nutritive e di esposizione solare. Troviamo in questa famiglia non solo alcune delle principali verdure come zucca, cetriolo e zucchina, ma anche gustosi e freschissimi frutti estivi come melone e anguria che potete tranquillamente coltivare nell’orto domestico con successo e soddisfazione. Una cucurbitacea particolare che permette di ricavare una particolarissima spugna è la luffa, davvero interessante e da provare nel vostro orto famigliare.
Le cucurbitacee sono una famiglia di ortaggi da frutto, si tratta di piante molto esigenti in termini di concimazione, per questo l’orto biologico prevede che vengano coltivate in rotazione ad altre colture e mai ripiantate nello stesso terreno da un anno all’altro.
ALCUNE CUCURBITACEE
- Cominciamo dalla la zucca, che i botanici chiamano Cucurbita pepo, è una pianta originaria dell’America, introdotta in Europa intorno al 16° secolo. Ha i fusti striscianti ruvidi, perché provvisti di peli, e foglie particolarmente grandi. Porta due tipi di fiori, quelli maschili e quelli femminili, entrambi di colore giallo arancio.
I frutti, con forma e colore variabili a seconda delle numerosissime varietà selezionate dall’uomo, hanno una polpa più o meno gialla con semi appiattiti. Fiori, frutti e semi sono commestibili.
- La pianta che produce i cetrioli, anche detta Cucumis sativus, è originaria dell’Asia ma ampiamente coltivata in Europa dai tempi antichi. I frutti che produce, di forma allungata, sono familiari perché si raccolgono e si mangiano verdi e immaturi, prima che diventino gialli, tagliati a fettine e conditi come insalata.
- La passeggiata nell’orto può continuare con l’osservazione di Cucumis melo, facile da riconoscere soprattutto se porta attaccati i suoi frutti sferici dall’odore gradevole, comunemente nota con il nome di melone. Anche se alcuni studiosi ritengono che provenga dall’Asia mentre altri dall’Africa, sicuramente essa è una pianta coltivata fin dai tempi più antichi in Egitto. I suoi frutti hanno la superficie liscia o reticolata, cioè provvista di piccoli rilievi che disegnano una rete. La parte centrale della polpa è di colore bianco o arancio, è cava e contiene numerosi semi appiattiti.
- Il cocomero, anche detto anguria (Citrullus vulgariso Cucumis citrullus), originario dell’Africa tropicale, con frutti sferici dalla buccia verde o chiazzata. La sua polpa zuccherina a maturità è rossa e contiene molti semi neri e appiattiti.
UNA CUCURBITACEA DAI FRUTTI ESPLOSIVI
Se passeggiamo, invece, in un campo incolto dal terreno sabbioso di una regione mediterranea potremmo incontrare il cocomero asinino, una pianta erbacea dai fusti striscianti più o meno simile a quelle coltivate negli orti. Ma attenzione: nonostante sia simile a quella che produce frutti commestibili, questa pianta è chiamata anche sputaveleno per i suoi frutti caratteristici simili a piccoli cetrioli.
Se la incontriamo dobbiamo avere cura degli occhi ed evitare di toccare i frutti carnosi perché questi, oltre a non essere mangiabili, esplodono bruscamente appena maturi. L’esplosione, generata da un progressivo aumento della pressione interna, provoca un brusco distacco del frutto che aprendosi schizza all’esterno, con violenza, un liquido irritante contenente i semi. In questo modo la pianta diffonde efficacemente i semi, così da garantire lo sviluppo di nuove piantine lontano dalla pianta madre.
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