TIPI DI ORTICOLTURA E SISTEMI COLTURALI
Chiunque coltivi un orto sa che le sue verdure hanno un gusto molto migliore di quelle acquistate. Chi coltiva il suo orto personale può scegliere le varietà da produrre esclusivamente in base al sapore. Tuttavia non si tratta solo di scegliere le varietà più gustose perchè il gusto dipende anche dalla freschezza.
Un altro buon motivo per coltivare l’orto è la praticità. Nel caso vi servano degli ortaggi da utilizzare in cucina, li avrete sempre sottomano. Se poi mettete in conto anche le soddisfazioni che provate, il benefico esercizio fisico e il fatto di sapere esattamente a quale trattamento avete sottoposto gli ortaggi, non tarderete a convincervi che le vostre verdure sono imbattibili. Per iniziare avrete bisogno di un piccolo pezzo di terreno e di un po’ di tempo.
LE TIPOLOGIE DI ORTICOLTURA
Le tipologie di orticoltura sono:
- Orti famigliari (100 – 1.000 m2) per autoconsumo.
- Orti stabili (1.000-10.000 m2) per i mercati nazionali o esteri.
- Orticoltura specializzata (aziende medio-piccole da 1-10 ha).
Possono essere:
- In coltura protetta.
- In piena aria.
- Orticoltura non specializzata (aziende medio-grandi).
- Avvicendamenti con colture cerealicole e foraggere.
GLI ORTI URBANI
Gli orti urbani possono essere:
- Orto famigliare (100 – 1.000 m2)
L’orto famigliare è tipico della tradizionale economia contadina basata anche sullo scambio di merci tra famiglie si trova in prossimità delle abitazioni, vocato alla produzione di ortaggi (specie quelli a lunga conservazione) in armonia con la stagione e non forzato alla produzione di primizie ma frammisto a piante aromatiche, alberi da frutto e fiori recisi. Il prodotto è destinato prevalentemente all’autoconsumo.
Un numero crescente di amministrazioni comunali soprattutto nel Nord e Centro Italia mette a disposizione dei cittadini lotti per orti con finalità sociali (autoconsumo e scopo ricreativo).
- Orti stabili (1.000-10.000 m2)
A conduzione famigliare i cui prodotti sono destinati prevalentemente al mercato locale.
LE FINALITÀ DELL’ORTO URBANO
Le finalità dell’orto urbano sono:
- Alimentare (piccolo contributo all’economia famigliare).
- Erboristico-farmaceutico (erbe aromatiche e salutistiche).
- Estetico-filosofico (giardini ornamentali e meditativi come fonte di energia riequilibrante).
- Psico-terapeutiche: per psico-labili, anziani e carcerati.
- Didattico-educative: conoscenza delle colture, apprendimento delle tecniche agronomiche, osservazioni della natura, comprensione dei cicli biologici in relazione alle stagioni, rispetto per l’ambiente.
- Scientifiche (salvaguardia delle biodiversità).
- Valorizzazione delle varietà autoctone e tipicizzazione dei prodotti.
GLI ASPETTI PROGETTURALI E GESTIONALI DI UN ORTO URBANO
Gli aspetti gestionali di un orto urbano sono:
- Dimensioni tali da assicurare il massimo risultato nel minimo spazio (30-450 m2).
- Schema di organizzazione delle piante con esposizione tale da evitare l’ombreggiamento.
- Disponibilità idrica e sistemi irrigui automatici a microportata per limitare il consumo d’acqua.
- Conoscenza delle caratteristiche chimico-fisiche del terreno.
- Scelta delle colture e delle cultivar.
- Pianificazione dei cicli colturali nel tempo e nello spazio (rotazioni).
- Tecnica di impianto (semina diretta, trapianto, consociazioni).
- Sistema di allevamento (privilegiando l’allevamento in verticale).
- Impostazione di sistemi vegetali (es. siepi) per favorire la formazione di microambienti atti all’insediamento di insetti pronubi e organismi utili per il controllo delle avversità biotiche e abiotiche.
- Controllo avversità biotiche (privilegiando sistemi di lotta biologica).
- Recupero e valorizzazione delle biomasse vegetali (es. compostaggio).
L’ORTICOLTURA NON SPECIALIZZATA
Ortive in avvicendamento con colture erbacee e foraggere sia come colture principali che intercalari.
La produzione è indirizzata sia all’industria che al mercato fresco.
L’ORTICOLTURA SPECIALIZZATA
In aree molto vocate per l’orticoltura lungo le pianure costiere del Nord e del Sud Italia comprese le isole e le aree urbane e periurbane (orti stabili).
Si coltivano solo ortive in piani colturali con 2-3 specie per anno spesso ci si avvale di mezzi di protezione per rendere più sicure le produzioni, anticipare e prolungare l’offerta.
IL SISTEMA COLTURALE
Il sistema colturale è definito dall’insieme dei mezzi di produzione (concimi, agrofarmaci e sementi), delle tecniche colturali (concimazione, irrigazione e diserbo) e di difesa antiparassitaria adottati per conseguire precisi obiettivi produttivi.
L’ORTICOLTURA SOSTENIBILE
I requisiti per una orticoltura sostenibile sono:
- Produrre reddito per l’agricoltore.
- Garantire produzioni di elevata sicurezza e qualità alimentare.
- Assicurare una durata indefinita delle risorse ambientali e della produttività del suolo.
L’ORTICOLTURA CONVENZIONALE
Si caratterizza per la produzione ortaggi per il mercato italiano o estero o industria secondo gli standard commerciali correnti.
Non esistono disciplinari e l’impiego di agrofarmaci presenta solo le limitazioni di legge.
L’ORTICOLTURA INTEGRATA
L’orticoltura integrata è un modello di agricoltura sostenibile più incentivato a livello europeo per garantire maggiori livelli di qualità e sicurezza alimentare e tutela dell’ambiente.
Punti principali sono:
- Rinuncia alla monocoltura e adozione di rotazioni lunghe con utilizzo di colture differenziate per esigenze nutrizionali e suscettibilità ai patogeni e parassiti.
- Impiego di semente certificata e cultivar resistenti a malattie.
- Corretta gestione della fertilizzazione attraverso la redazione di piani di concimazione.
- Difesa antiparassitaria integrata con registrazione dei trattamenti effettuati.
- Rinuncia all’impiego di fitoregolatori.
L’ORTICOLTURA BIOLOGICA
L’orticoltura biologica si è sviluppata in Italia dal 1980 ed è caratterizzata per:
- Bando dei prodotti chimici di sintesi.
- Mantenimento della fertilità del terreno con l’impiego di concimi organici naturali, compost, sovesci, sali minerali naturali.
- Adozione di rotazioni o avvicendamenti lunghi e di sovesci autunno-vernini.
- Bando diserbanti chimici e utilizzo di pirodiserbo, diserbo meccanico e pacciamatura biodegradabile.
- Lotta ai parassiti animali e vegetali con impiego funghi antagonisti, predatori, prodotti naturali, repellenti naturali e trappole.
- Riduzione densità di impianto.
- Utilizzo semi e piantine certificate biologiche.
- Impiego cultivar resistenti (no OGM).
- Predisposizione di barriere frangivento e siepi che fungono da rifugio per insetti utili.
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